Siamo creature dei boschi prestate alla civiltà.
Abbiamo linfa nelle vene e occhi color corteccia o foglia.
Di ramo in ramo saliamo sfidando la forza di gravità
e scendiamo fino al suolo sempre controvoglia.
Abbiamo il cuore tremante di certi cerbiatti,
la vista al buio della civetta,
ci dicono che siamo distratti
o facili prede di abbagli: ci incantiamo sui dettagli
che sfuggono a quelli che vanno di fretta.
Non ci manca la curiosità scanzonata del gatto,
il coraggio silenzioso del lupo,
non ci manca l’intuito e la prontezza allo scatto,
né l’audacia del balzo che sfida il dirupo.
Siamo creature rupestri
ma di tipo socievole,
ogni tanto ci pigliano per extraterrestri
per la nostra allergia alle regole.
Seduti a un banco, dentro a un ufficio o in un supermercato
sembriamo forse un po’ strani:
ma non puoi certo giudicare un pesce
dal modo in cui si muove tra i rami.