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Ci sono tanti tipi di mamme. Da quel che ho capito, più o meno quante sono le mamme.
Ognuna con al propria filosofia di vita, le proprie scelte e, soprattutto, con una personale capacità di improvvisazione di fronte a quei piccoli grandi interrogativi che la vita con un bambino sa propinarti a giorni (quantomeno) alterni.
C’è però qualcosa che le accomuna tutte ed è la reazione di panico e smarrimento di fronte ad alcuni temi, che affliggono generazioni di madri di ogni credo, ceto e categoria. Alcuni, se c’hai fortuna, te li scampi. Tipo: reflusso, insonnia, coliche. Altri, vuoi o non vuoi, in una forma o in quell’altra ti toccano. Ad esempio: lo spannolinamento.
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Le paure delle mamme (e i nuovi pannolini Huggies)
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I soli confini invalicabili sono quelli dell’indifferenza
Vi ho già presentato Marzia. La mia amica che ha deciso di seguire il proprio sogno, dilatando la zona comfort, è il caso di dirlo, fino ai confini del mondo. Lei è in viaggio, senza meta: Looking for love è la sola traccia a guida dei suoi passi.
Le ho chiesto di parlarci del Nepal, terra che conosce bene: è stata in un bellissimo paesino rurale della Kathmandu Valley da novembre 2014 a febbraio 2015. Le ho chiesto anche di aiutarci ad aiutare questo Paese generoso, duramente colpito dal terremoto di fine aprile.Come e perché hai deciso di visitare il Nepal?
Sono in viaggio senza meta alla ricerca dell’amore, quella forma incondizionata che si manifesta in varie forme. Ho scelto di mettere in circolo il mio, collaborando con l’associazione Human Traction che, da anni, opera in un piccolo villaggio della Kathmandu Valley.
Come hai conosciuto Human Traction? E come operano sul territorio?
Sono venuta a conoscenza dell’associazione Human Traction tramite un altro viaggiatore nell’estate 2014 e, a novembre, ho deciso di prendere l’aereo che mi ha portata in oriente. L’Associazione si occupa di una ventina di bambini e ragazzi, a cui garantire uno standard di vita migliore. È stato costruito l’ostello, sono stati dotati di elettricità tramite pannello solare, è in atto un progetto per erogare acqua in modo continuo, si cerca di dotarli anche di spazi ludici e poi ci sono progetti a lungo termine, per poter permettere ai più grandi di svolgere un’attività.
Che impressione ti ha fatto? Quali sono i tuoi ricordi più vividi di quel Paese e della sua gente?
È un paese meraviglioso e lo sostengo da sempre. Ha ubriacato i miei sensi, confuso tutti i miei pensieri, modificato le mie abitudini e rubato il mio cuore. I ricordi sono tutti vividi perché sono trascorsi solo tre mesi e, grazie alla tecnologia, non ho provato un gran distacco. Sono nella vicina India, dove tutto è “same same but different” (simile simile, ma diverso). La cosa che mi colpì al mio arrivo fu la gioia che il popolo nepalese ha nel DNA, è profonda, è reale. I loro sorrisi sono disarmanti. (altro…)
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Tratta le idee come fossero gatti (tre cose)
Quel che facciamo è noi. Per ciò siamo venuti.
Tra i tanti saggi sulla scrittura, “Lo Zen nell’arte della scrittura” di Ray Bradbury è uno di quelli che più invoglia a scrivere. Non solo per quello che esprime, ma per come, lo esprime. Con voce entusiasta, pulsante ed evocativa.Tre cose che questo testo mi ha insegnato.
1 Scrivere è provare gioia e piacere. Senza essere accompagnato da queste emozioni, resta un gesto sterile che non porta a nulla di veramente buono
Read MoreSolo questo: senza piacere, senza gusto, senza amore, senza divertimento, sei solo un mezzo scrittore. Significa che sei così occupato a tenere d’occhio il mercato o a prestare orecchio il mercato o a prestare orecchio al versante avanguardistico, che non sei te stesso. Non conosci neanche te stesso. Prima di tutto uno scrittore dev’essere, è, agitato. Dev’essere una cosa di febbri ed entusiasmi.
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Lo scrittore visionario e consapevole. Tra Vulcano e Mercurio (tre cose)
Per scrivere, dovete avere una ragione autentica, un bisogno, e dovete essere un po’ folli.
Roberto Cotroneo ha realizzato “Il sogno di scrivere” partendo da una prospettiva originale: tutti hanno diritto alla scrittura, a prescindere dalla preparazione letteraria e culturale.Tre cose di questo saggio:
1) Quando si scrive un romanzo, è bene partire da un fulcro, un’idea. Più che seguire schemi e tracce, è bene farsi guidare dalla logica della storia.
Opinione analoga quella di Elena Varvello, che sostiene che nella scrittura occorre farsi condurre per mano dalle immagini che ci colpiscono profondamente. (Vi consiglio le sue lezioni di scrittura, che potete recuperare sul sito Ho un libro in testa. L’elenco completo lo trovate su L’imbrattacarte.E del resto, anche l’autorevole genio di Orhan Pamuk parla, in modo analogo, di centro segreto del romanzo.2) Ciò che fa di un romanzo un BUON romanzo è la consapevolezza. Quel (sesto?) senso dello scrittore che lo guida, rendendogli palesi le ragioni profonde di ciò che sta narrando, anche da un punto di vista estetico.Solo chi sa, chi conosce la propria voce può pensare di scrivere
3) Cotroneo riprende Italo Calvino e spiega che uno scrittore deve avere in sé Mercurio e Vulcano; il primo è il dio del fuoco e rappresenta non solo la fatica della scrittura, ma anche “la discesa verticale in territori oscuri e profondi, luoghi dove la vita diventa prima un magma indistinto, un qualcosa di indefinibile, perde le forme che conosciamo e ne prende altre”.
Mercurio è il dio dell’eloquenza, raffigurato con le ali ai piedi. È lui che ci aiuta a mettere su carta le profonde emozioni evocate da Vulcano.Il jolly è: seguire alcuni consigli spiccioli dell’autore. Ad esempio:- provare ad ascoltare jazz mentre si scrive
- tenere a mente che “Più a voi non piaceranno i critici, più piacerete ai critici”
E naturalmente, seguire il suo blog: http://robertocotroneo.me/Altri preziosi suggerimenti letterari al Venerdì del Libro di Homemademamma -
Cose da mettere in valigia: occhiali da sole per i bambini
Organizzare la valigia per un viaggio in Marocco con due bambini non è semplice, soprattutto se il tour passa tra città, mare, montagna e cenni di deserto. Insomma, ero certa che qualcosa avremmo dimenticato, e non ho tardato a scoprirlo: eravamo sbarcati da poche ore che, attraversando la piazza più grande di Marrakech, mio figlio si è coperto gli occhi con le mani: “Mamma, qui c’é troppo sole…” Chiaro: e gli occhiali? Chissà cosa succederà quando saremo tra le dune. Dunque è deciso: al ritorno mi attrezzo con gli occhiali da sole United Colors of Benetton. Infatti il brand ha ideato una nuovissima collezione di montature vista bambino davvero belle e al passo con i tempi. Mi è capitato di dare un’occhiata alla nuova collezione e li ho trovati interessanti perché mettono insieme l’estetica e l’affidabilità dei materiali. In particolare due modelli super-tecnici, uno da bambina e l’altro per i maschietti, sono un il perfetto connubio tra performance ed estetica. Il bi-iniettato, con cui sono realizzati i frontali, ha due densità diverse, rigido all’interno e morbido all’esterno, per garantire più comfort e stabilità. Le aste possono essere comodamente registrate, grazie all’anima in metallo, e i terminali sono in iniettato con una morbido inserto in gomma antiscivolo.Read More
Per proteggere i miei bambini dal sole, che non li tieni fermi nemmeno con la camicia di forza, ho scelto i modelli da sole unisex ispirati ai modelli per gli adulti degli anni ’80; un corposo iniettato nei colori pieni del fucsia, azzurro, nero, con una grintosa barra sul ciliare in colori a contrasto, confidando che l’occhiale antiscivolo sopravviverà alle loro corse rocambolesche. Tra l’altro, in questi giorni Lemuele compie quattro anni e la scelta del regalo è bella e fatta.
Ed è un regalo anche per la mamma, visto che un occhiale United Colors of Benetton della linea bambino dà diritto a un buono sconto del 20% da utilizzare per gli acquisti sul sito benetton.com.
Poi, non resta che programmare il prossimo viaggio, naturalmente in un luogo pieno di sole! Il jolly è: partire attrezzati.
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Conoscere e non dimenticare
“Fantasmi” è una raccolta di scritti di Tiziano Terzani sulla guerra indocinese degli anni Settanta. Sono articoli che il giornalista ha scritto per alcune testate italiane e tedesche, messe insieme dalla moglie Angela Staude, che gli è sopravvissuta.Read More
Nonostante la scrittura di Terzani sia molto chiara e scorrevole, ho trovato difficile state dietro alla dinamica degli eventi. Questo perché si è trattato di un conflitto complesso, controverso, con molti interessi e schieramenti in campo. -
Topolino lo vojo io!
E niente, in famiglia abbiamo una dipendenza: quella da figurine Panini.
Così, quando al ritorno da uno dei primi difficili giorni di asilo gli ho presentato il nuovo album, dedicato ai personaggi delle serie tv in onda su Disney Junior, hanno fatto salti alti così.Dopo aver sfogliato rapidamente il loro regalo, hanno richiesto i primi pacchetti con voce simile a quella di un naufrago che reclami la propria zattera.
Mamma, io vojo Topolino! Me lo dai?
Io invece voglio appiccicare Jake!Sì, insomma, devo ancora fargli capire per bene che non ho la facoltà di scegliere le figurine guardando attraverso il pacchetto. Ma ci lavoreremo.Read More
Nel frattempo, lascio che si divertano con la principessa Sofia, la dottoressa Peluche e Manny Tuttofare. E li aiuto con i disegni da colorare e i giochi facili proposti tra un appiccico e l’altro. -
La prima volta che…
Questo post ce lo regala la mia amica Barbara Lamhita Motolese* (grazie!)La vita dei bambini è piena di prime volte, forse è per questo che sono pieni di entusiasmo.
C’è una seggiovia a Prali che sale fino a 2000 metri, una seggiovia come tante, che per noi per un giorno è stata LA seggiovia, quella della prima volta sulla seggiovia, la prima volta che i tuoi figli volano su un seggiolino piccolo e li tieni stretti perchè la vita non ti è mai sembrata così piena di pericoli come da quando sei diventato un genitore. Un’altra prima volta, un altro momento di entusiasmo vissuto insieme, tra non molto comincerà a viverle da solo le grandi emozioni ma per ora è ancora tuo il viso che cerca spalancando gli occhi per dirti quanto è alta questa seggiovia, quanto è bello quell’albero, quanti fiori ci sono su quel prato.Un’altra prima volta, una delle tante.
A 3 giorni di vita ha sentito l’aria sulla pelle per la prima volta, dormiva ma ha avuto un leggero tremito, avra’ freddo?
Ad un mese ha riso per la prima volta, non sapeva cos’era, ma gli è piaciuto, tutto ad un tratto emetteva questi buffi suoni e tutti si giravano a guardarlo sorridendo.