Ahavere anni che si contano sulle dita di una mano
dito più dito meno
giorni e giorni e giorni senza scuola
vestiti a caso
amici
campi e alberi e strade
più progetti che ricordi
forse un cavallo
un cane
sonno senza sforzo
mattine senza sveglia
e domani
chi se ne infischia
di domani
noi che c’abbiamo
palate e palatedi oggi.
(e io che dicevodi non essere invidiosa)
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Palate di oggi
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Istanti rubati a #giugno2017 (Stropicciata è la realtà)
C’è una cosa che mi piace moltissimo fare con i miei figli, quando cominciano le vacanze: la colazione in balcone. Ci sediamo ai tavolini fuori come fosse una terrazza al mare, anche se il nostro mare non è blu, ma verde, e se al posto dei pesci ci sono i cavalli – che voi direte son pesci grossini, ma vabbè, se per questo pensate alle balene. Preparo il mio caffè con i biscotti, il loro latte con panini di nutella e cereali.
Ci sediamo sorbendo l’odore del fieno, chiacchierando del più e del meno, di quel sogno venuto di notte – un elefante a caccia di ladri che firma con la propria iniziale le mutande dei malfattori.
Questo nella mia fantasia (l’unica cosa vera è il sogno di Lemuele). Nella realtà, prima che io possa sedermi, Eliandro e Lemuele hanno litigato perché uno dei due ha meno latte dell’altro, perché la tazza di uno è troppo calda e l’altra troppo fredda. Uno si è certamente inciampato versando metà del contenuto tra la cucina e il balcone.-È colpa sua.
-È stato il gatto.
C’è afa e l’odore è anche quello di letame che viene dalla scuderia. Poi le mosche – queste mosche che fanno dimagrire gli equini e mettono a dura prova la pazienza degli uomini.
E ci sono le camminate in giugno per le strade di campagna, gialle che sembra di camminare sul sole e noi tre giovani esploratori (giovani facendo una media delle rispettive età) con gli zainetti sulle spalle e i pantaloncini corti. Saltelliamo allegramente.
Nella realtà, saltelliamo sì, ma allegramente più o meno: saltelliamo perché le zanzare ci stanno sbranando e non basta essere pucciati nell’Autan come le Macine del Mulino Bianco nel cappuccino, soprattutto se per la scanzonata passeggiata hai scelto un’ora serale o crepuscolare, climaticamente compatibile con la vita insomma.Nelle immagini è tutto perfetto, come nei ricordi. Sarà bello ripensare, ad esempio, l’ultimo giorno di asilo di Eliandro. Sarà dolce. Anche se in quel momento la malinconia ti artiglia il cuore.
Nei ricordi ci sono le belle serate sotto il portico a parlare di libri e viaggi e grandi imprese – non c’è la mosca che ti tormenta, il retropensiero delle cose che devi fare prima di sera, della sveglia all’alba di domani, o quella fastidiosa puntura d’insetto che non la smette di fare prurito.
Dalle fotografie puoi togliere gli aloni, correggere i colori, il contrasto, stemperare le ombre. Ma a ben pensarci è quella roba lì che rende vero il momento – la lamentela di un figlio, il prurito in quel punto, la macchia, l’odore di merda dalla stalla. È l’imperfezione, la stortura che fa vivo e reale quello che c’è.
Quello che ricordi e foto restituiscono lindo è stato vero, puzzolente, confuso, stropicciato, ingarbugliato e deforme.
È stato vivo.(Tra le cose che sono diventate vere, il 21 è uscito in libreria “Un luogo a cui tornare”: lo avete incrociato, per caso?)
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Istanti rubati a #luglio2015
Avete presente la giostra dei bambini, quando si gira, si gira, tutti tesi per afferrare il codino appeso, e quello fa uno scatto e sguscia verso l’alto, e poi ancora uno, e tu hai i muscoli piccoli doloranti e un mal di mare da fare concorrenza a Cristoforo Colombo il giorno che ha scoperto l’America?
Ecco, il mio luglio è stato una cosa così: una guerra tra i devo e i vorrei.Nei devo ci metto la solita sveglia alle sei e le ore in ufficio. Nei vorrei, quelle passate sotto casa a gustare anche il caldo perché l’estate –e so che sto per dire una cosa fortemente impopolare- mi piace se sa far sudare. (altro…)
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Tra le stagioni
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Istanti rubati a #Giugno
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Sull’orlo di una notte di giugno
Una sera di giugno, Quelle lunghe, stiracchiata, che la luce naufraga via così lenta che quasi non t’accorgi: la scena cambia in dissolvenza. Una sera di quelle che andresti in giro in mutande, non fosse per le zanzare.Read More
Una sera così siamo usciti tutti e quattro, dopo cena. Siamo saliti sull’auto e scesi alla collina dopo, per camminare in un silenzio fatto di panorami sospesi. Corse di bimbi in sandali sull’acciottolato di strade deserte.
“Mamma, guarda come sono veloce”. -
Luglio è una bolla arredata di cose piccole
É un mese strano, questo, dentro un’estate strana. Piena di temporali e sbalzi di temperature e c’è un’aria -non so- rarefatta: spesso arrivo al mattino presto a Torino e sento una brezza che pare di stare al mare (pare). E la sera, quando torno a casa e lo sguardo si sdraia sopra la mia campagna, è un perdersi di balle di fieno indorate dal sole. -
Istanbul e le notti in terrazza al canto del Muezzin
Istanbul, agosto 2008. In viaggio: io, mia sorella, due amici di infanzia.
Sono stati dieci giorni buttati lì quasi per caso, una manciata di coriandoli sparsi su un anno difficile, di cambiamenti.
Ci siamo portati dietro, tutti e quattro, un qualche tormento sentimentale al guinzaglio (ma lungo): chi una donna in fuga, chi una storia che svapora ma ancora graffia come un gatto arrabbiato, chi l’ultimo capitolo di un libro che non si vuole chiudere, chi un nuovo amore, fragile come un bocciolo di stella alpina. -
[baby blog] Una giornata d’estate in piscina
La versione di Mele (19 mesi)
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Qualche settimana fa mamma e papà ci hanno portati in un posto dove c’era un sacco di gente mezza nuda sotto il sole intorno a un’enorme pozza d’acqua.
Mi sono domandato subito perché se ne stavano tutti in mutande, senza pannolino e senza cappello sulla testa, mentre mio fratello e io siamo obbligati a stare con quell’ingombro tra le cosce e a mettere in testa quella barchetta di stoffa che ogni due minuti cade e fa gocciolare tutta la fronte. -
Caccia al tesoro: comincia il gioco
C’è questa iniziativa carinissima, promossa da Mamma Felice: lo scopo è in breve quello di allargare il cerchio delle conoscenze tra blogger. Un po’ come andare al bar in qualche occasione speciale, quando tutti sono invitati a portare gli amici, per farsi una chiacchierata “allargata”. Si fanno le presentazioni, scattano simpatie (e antipatie, perché no), si scoprono interessi comuni e passioni nuove. Bello, no?
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