L’ho svegliato all’alba – la sua alba, lui abituato a dormire anche fin dopo le nove – e l’ho visto stiracchiarsi abbracciato al cuscino, nascondere il musetto sotto la coperta e poi riemergere con quel faccino buffo, mezzo assonnato, mezzo divertito.
Gli ho fatto il solletico per farlo ridere e l’ho preso in braccio per portarlo in cucina a fare colazione, tutto arruffato e scalzo com’era. L’ho infilato nel seggiolone accanto a quello del fratello, stessi occhi ancora incollati dai sogni.
Gli ho fatto il solletico per farlo ridere e l’ho preso in braccio per portarlo in cucina a fare colazione, tutto arruffato e scalzo com’era. L’ho infilato nel seggiolone accanto a quello del fratello, stessi occhi ancora incollati dai sogni.
-Allora, sei felice? Oggi è il tuo primo giorno di asilo!
–Sì mamma, peppa! (yeppa!), la risposta, entusiastica e beatamente incosciente.
Con Federico li vestiamo, mentre i loro ci sfuggono ridendo, indossano ridicoli occhialoni da sole, saltellando in giro per la stanza. Monelli, ma di buon umore.
Pronti, giacche e si va.
–Sì mamma, peppa! (yeppa!), la risposta, entusiastica e beatamente incosciente.
Con Federico li vestiamo, mentre i loro ci sfuggono ridendo, indossano ridicoli occhialoni da sole, saltellando in giro per la stanza. Monelli, ma di buon umore.
Pronti, giacche e si va.
Davanti alla scuola, Lemuele mi pizzica il cuore: Sono felice che oggi viene anche “mio Dadino”, con gli occhioni grandi che brillano.
E pensare che lo scorso anno il cucciolo era lui.
Adesso invece è un bambino grande che va all’asilo.
E pensare che lo scorso anno il cucciolo era lui.
Adesso invece è un bambino grande che va all’asilo.
Accompagno Eliandro in classe e mi fermo tutto il mattino con lui: è giorno di inserimento. È il più piccino di tutti, sia anagraficamente che di fattezze.
Fa tenerezza quando si arrampica sulle sedioline intorno al tavolo per avere la sua parte di merenda. Sono otto bambini, ma sembrano i sette dolcissimi nani di Biancaneve.
Le maestre – io quelle due le adoro – lo invitano a unirsi al gruppo (è l’ultimo arrivato, grazie alle nostre vacanze fuori stagione) e lui un po’ sta al gioco, vuole curiosare, disegnare, inseguire il pallone, sempre con un occhio attento ai miei movimenti.
Fa tenerezza quando si arrampica sulle sedioline intorno al tavolo per avere la sua parte di merenda. Sono otto bambini, ma sembrano i sette dolcissimi nani di Biancaneve.
Le maestre – io quelle due le adoro – lo invitano a unirsi al gruppo (è l’ultimo arrivato, grazie alle nostre vacanze fuori stagione) e lui un po’ sta al gioco, vuole curiosare, disegnare, inseguire il pallone, sempre con un occhio attento ai miei movimenti.
È piccolo, e mi sembra ancora più piccolo. Vulnerabile ma fiducioso. Guardingo ma non diffidente. Curioso di questo mondo che vorrei mai tradisse la sua fiducia, mai lo graffiasse.
Vorrei, però so che non posso impedire che accada. Non posso impedire che cresca. Ma oggi è il mio cucciolo, che esce dai sogni con quei riccioli spettinati e quella risata furbetta.
Ripenso al primo giorno di Lemuele, un anno fa.
Alle sue ciabattine nuove e i pennarelli sotto braccio.
E penso a me. Mi vedo dall’esterno e mi faccio tenerezza: perché per una mamma, ogni seconda volta è come la prima.
Alle sue ciabattine nuove e i pennarelli sotto braccio.
E penso a me. Mi vedo dall’esterno e mi faccio tenerezza: perché per una mamma, ogni seconda volta è come la prima.
Il jolly è: vivere l’emozione. E riviverla. E riviverla. E.
Tags: asilo, cuore di burro, emozioni, jolly, prime volte, ultimo giorno
Se fossimo su facebook, metterei un bel MI PIACE!!
Ma quegli occhi, così grandi e profondi!
mi si scioglie il cuore…