Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Un’amica, il giro del mondo. E un regalo di Natale

On: 17 Dicembre 2014
In: ospiti, viaggi
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Per Natale, vorrei fare un piccolo regalo a chi passa a trovarmi su queste pagine. Vorrei presentarvi una persona, se già non la conoscete, che è stata un regalo anche per me. L’ho conosciuta per caso, attraverso Facebook, grazie al suggerimento di un amico comune. Ho cominciato a seguirla e mi ha conquistata così profondamente, con il resoconto del suo giro del mondo, ancora ai primi passi, che le ho scritto. Senza un motivo, solo per dirle che, per quello che vale, io a distanza faccio il tifo per lei. Per il suo sogno bellissimo. Che è stato anche il mio, ma che non ho mai avuto il coraggio di inseguire davvero.
Mi ha parlato di un’associazione che lavora in Nepal, per aiutare i ragazzi. Lei se ne è innamorata e ora sta cercando di dare una mano a quella che è diventata la sua nuova grande famiglia.
Se vi va, leggete e condividete. Che qualcosa possiamo fare anche noi, anche da qua.
E poi, seguite il suo viaggio (in fondo all’intervista vi dice come): vi assicurò che sarà un viaggio bellissimo.
Grazie Marzia!

 

1) Dicci qualcosa che ci aiuti a capire chi è Marzia.
Ho 37 anni, sono nata a Milano da genitori abruzzesi e cresciuta ad Arese, un paesino di provincia.
Architetto di formazione, clown per diletto e pellegrina per il mondo per scelta della mia anima.

 

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2) Quando hai deciso di partire? E perché?
Possiedo una lista di cose da fare nella vita ed “il giro del mondo” era segnato tra il corso di yoga e lanciarsi con il paracadute. Era lì da anni, avrei voluto farlo dopo la tesi, ma gli eventi hanno scelto un percorso diverso: quello che ha fatto di me un architetto infelice. Non che il mio lavoro non mi piacesse, ma troppe ore chiusa in un ufficio davanti ad un computer ed un contesto che non è dei più semplici, soprattutto per una donna, non mi davano la gioia di chi, nella vita, fa quello che realmente desidera. Poi due anni fa l’esperienza del cammino di Santiago ed il desiderio di pellegrinare per il mondo che torna. Ho mollato tutto e mi sono trasferita in Toscana, ho fatto un corso di yoga, ho imparato a meditare ed ho smesso di progettare ogni secondo della mia vita. A gennaio 2014 ho iniziato a credere che il sogno più grande, indicato sulla mia lista, potesse diventare realtà.
A chi mi chiede il perché, rispondo semplicemente: perché no?

 

3) Quali sono stati gli ostacoli più grandi alla partenza?
Ad esser sincera la partenza è stato un momento privo di emozioni. Mi sono chiusa alle spalle la porta di casa e sono partita senza il saluto di nessuno. Le vere difficoltà le ho affrontate nei due mesi precedenti. Organizzare di lasciare casa per un tempo indefinito, senza sapere quando e se tornerò, non è stato facile. Oltre all’ organizzazione tecnica riguardante visti, vaccinazioni ed assicurazioni, ho dovuto sistemare tutto ciò che riguardava la mia vita precedente. Chiudere la mia attività, vendere le mie cose, svuotare due case in affitto e sistemare tutto a casa dei miei genitori affinché tutto possa essere gestito anche senza di me.
Ora, al di là del mio zaino e della mia vita, non possiedo più nulla.

 

4) Quale è stata la reazione di chi ti sta intorno?
Ho pianificato tutto questo omettendolo a chiunque, fatta eccezione per pochissimi Amici. Quelli che lo sapevano mi hanno detto che mi avrebbero seguita e non lo fanno. I miei genitori hanno sempre pensieri negativi, ma con il tempo si stanno abituando. Le persone che mi sorprendono di più sono quelle che non mi conoscono, ma mi seguono con interesse donandomi l’entusiasmo  per continuare.

 

5) Come ti arrangi con le lingue?
Questo è un tasto dolente. Non parlo inglese dai tempi del liceo, ho fatto un corso base di spagnolo qualche hanno fa, ma sono completamente una frana. Ora che sono sulla strada comprendo l’importanza dell’inglese. Per adesso non ho avuto grandi problemi di “sopravvivenza”, ma il non parlare fluentemente l’inglese mi fa perdere quello di cui sono alla ricerca: il confronto completo con le persone che incontro. La lingua mi limita e, a tratti,  diventa una barriera.

 

6) Qualcosa sul tuo progetto.
 Non ho un vero e proprio progetto, mi sono data una modalità, un filo conduttore ed uno scopo.
La modalità è “senza meta”. È la filosofia di vita che ho deciso di tatuarmi sui piedi dopo il Cammino di Santiago. Questo non vuol dire che io sia in viaggio senza destinazione, ma che la cosa importante, per me, è godermi il percorso.
Il filo conduttore è “Looking for love”. Vorrei calpestare il mondo non per riempire il planisfero di puntine, ma per conoscerlo attraverso le persone che incontrerò. Non sono alla ricerca di un fidanzato, ma di quella forma di “Amore” incondizionata verso il prossimo, la natura, gli animali, la vita, l’architettura, le religioni, il cibo. Per me il mondo non è fatto solo di continenti, visti o confini, è costituito da persone.
Lo scopo è di “far esprimere desideri”. Viaggio con una lampada di ottone, tipo quella di Aladino, e faccio esprimere i desideri. Non ho la pretesa di esaudirli, ma ho il desiderio di aiutare le persone a focalizzare il loro, attraverso un atto ludico di condivisione. Scrivono e mi affidano i loro sogni e, da quel momento, il loro inconscio avrà chiara la meta. Se dovessero cercare il percorso per raggiungerla, tutti i sogni rinchiusi nella lampada, si avverranno…e non grazie a me.

 

7) Cosa è successo fino a qui e cosa pensi che succederà?
Fino ad oggi ho incontrato persone speciali, visto luoghi bellissimi, trovato nuovi amici, mi sono sentita a casa nei luoghi in cui mi hanno ospitata, ho condiviso giorni di viaggio con altre persone, mangiato piatti tipici ovunque, ascoltato musica, conosciuto artisti di strada, visto mia madre a Santiago, sono stata raggiunta da un follower ed uno dei libri, che abbandono nel mondo, è stato trovato.
Ogni giorno, specchiandomi al mattino, mi vedo cambiata. Questo avviene inevitabilmente anche nelle vite altrui. Non so cosa succederà e non me ne preoccupo più. Lascio scorrere la vita e vivo gli eventi…ed è una sorpresa continua. Qualsiasi aspettativa mi esporrebbe a delusione.

 

8) Hai programmi precisi o lasci spazio al “destino”?
Non credo nel destino, ma credo nel riconoscere le opportunità e nel poter fare delle scelte. Avevo due itinerari abbozzati e li ho stravolti già infinite volte.
Come ho detto viaggio senza meta. Questo non vuol dire vagabondare a caso, ma godersi il percorso per raggiungere un luogo, seguendo i segnali che il cosmo mi fornisce. Stavo viaggiando verso ovest ed ho stravolto i piani virando verso est perché il richiamo del Nepal è stato più forte di quello per l’Argentina.

 

9) Cosa ti manca più di casa?
Vedere i progressi dei miei nipoti…ed il buon vino.

 

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10) Il momento più bello e quello più brutto, da quando hai cominciato questa avventura.
Forse entrambi devono ancora arrivare. Ci sono infiniti momenti di gioia ed alcuni difficili dovuti all’abituarsi a tutto questo perché,  un conto è fare una scelta, un conto è viverla.Comunque se dovessi definirli: il più bello è stato sicuramente l’incontro con mia madre a Santiago ed il più brutto è stato sapere che mio nipote di 7 anni era in ospedale.

 

11) Hai conosciuto persone interessanti?
Credo che l’umanità sia tutta interessante. Non etichetto piu’ nulla. Ho conosciuto centinaia di persone. Alcune mi sono entrate nel cuore, altre sono state solo di passaggio, altre mi hanno aiutata in momenti di difficoltà, altre le conosco solo virtualmente, ma sono presenze importantissime, pochissime non mi hanno lasciato nulla.

 

12) Hai trovato più solidarietà o indifferenza?
Assolutamente solidarietà. Mi sono persa ed ho trovato un passaggio, avevo fame e mi hanno aperto la porta di casa, ho pianto e mi hanno rassicurata, mi sono fatta male e mi hanno assistita, mi sentivo sola e in difficoltà ed una persona che segue il mio viaggio ha preso un aereo e mi ha raggiunta per rassicurarmi. Looking for love vuole dimostrare proprio questo.

 

13) La tua esperienza in Nepal: ci racconti qualcosa?
Ho sempre fatto volontariato, ma questa è una delle esperienze più belle che la vita mi abbia donato. Sono a contatto con la Vita, quella vera. Ho sotto gli occhi i valori, quelli veri. Vivo in un paesino dove acqua ed elettricità vengono erogate ad orari, non ci sono né acqua calda né riscaldamento, dormo e mangio per terra. La povertà e quello che per noi sono considerati “disagi”, mi stanno insegnando l’importanza delle piccole cose e quanto abbiamo di superfluo.

 

14) Come hai conosciuto l’associazione HUMAN TRACTION e cosa fa di preciso?
Ero alla ricerca di un’esperienza di volontariato, ma non volevo sceglierla a caso su internet. Sono venuta a conoscenza dell’associazione HUMAN TRACTION tramite un altro viaggiatore circa 4 mesi fa ed oggi mi trovo qui. L’Associazione si occupa di circa una ventina di bambini e ragazzi, a cui garantire uno standard di vita migliore. È stato ristrutturato l’ostello, sono stati dotati di elettricità tramite pannello solare, è in atto un progetto per erogare acqua in modo continuo, si cerca di dotarli anche di spazi ludici e poi ci sono anche progetti a lungo termine, per poter permettere ai più grandi di svolgere un’attività.

 

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15) Qual è il tuo ruolo di volontaria?
 Personalmente ho lavorato per anni con i bambini, ma qui è tutto diverso. Non ho i mezzi che avevo in occidente, quindi il tempo che abbiamo a disposizione diventa pura condivisione: di cibo, di sogni, di progetti, di studio, di gioco, di passeggiate e di lavoro.
In qualità di Marzia dedico il mio tempo ed il mio cuore a questi ragazzi ed ho lanciato una raccolta fondi per un regalo natalizio. Il progetto si chiama “Sogni d’oro” e consiste nel poter garantire ad ognuno di loro un letto, un materasso ed una coperta.
In qualità di architetto, invece, sto seguendo diversi progetti. Stiamo ultimando un campo di calcio e dopo inizieremo i lavori per quello di pallavolo (anche i ragazzi contribuiscono con entusiasmo ai lavori). Abbiamo lavorato per dotare i  bagni e la cucina di acqua corrente allacciandoci ad un nuovo pozzo. Sto progettando la ristrutturazione dei bagni perché le condizioni igieniche sono drammatiche. Permettimi di ringraziare Sara di Collegno che segue il mio viaggio e mi sta aiutando nella restituzione grafica del progetto, pur non conoscendomi.

 

16) Come si può fare per donare?
Nel sito http://www.humantraction.org trovate tutti i progetti in atto e l’avanzamento dei lavori. È possibile donare direttamente dal sito, nella sezione “get involved”, indicando nella causale il progetto che volete sostenere.
Ringrazio anticipatamente chi lo farà.

 

17) Cosa farai quando ti alzi domattina?
Non ho più giornate programmate. Domani mattina sicuramente mi godrò il sorgere del sole e farò una sana colazione. Il resto verrà da sé…forse leggerò, forse scriverò,  forse progetterò, forse mediterò, forse farò yoga…sicuramente, dalle 11 in poi, il mio tempo verrà dedicato ai miei fratellini nepalesi.

 

18) Come possiamo seguire il tuo viaggio?
È possibile farlo in diversi modi.
Profilo facebook: Marzia D’Ascenzo
Instagram: SENZA_META
Ringrazio tutti quelli che già mi seguono e quelli che decideranno di farlo. A presto, dalla latitudine e longitudine di vita in cui mi trovo

 

Il jolly è: aiutiamo Marzia ad aiutare i ragazzi Nepalesi.
E che tutti noi troviamo il coraggio di interrogare la Lampada e incamminarci verso i nostri sogni più profondi!

 

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One Response to Un’amica, il giro del mondo. E un regalo di Natale

  1. […] Vi ho già presentato Marzia. La mia amica che ha deciso di seguire il proprio sogno, dilatando la zona comfort, è il caso di dirlo, fino ai confini del mondo. Lei è in viaggio, senza meta: Looking for love è la sola traccia a guida dei suoi passi. Le ho chiesto di parlarci del Nepal, terra che conosce bene: è stata in un bellissimo paesino rurale della Kathmandu Valley da novembre 2014 a febbraio 2015. Le ho chiesto anche di aiutarci ad aiutare questo Paese generoso, duramente colpito dal terremoto di fine aprile. […]

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