Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Le mamme e la manutenzione dei rapporti umani

    On: 27 Luglio 2015
    In: la mia vita e io, scienza&fantascienza
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    non ho proprio sete, è più voglia di un campari col ginLa vita prima di procreare è così diversa da quella post filiazione che non pare nemmeno più appartenere alla stessa persona. Ogni madre lo sa. A dire il vero, lo sa ogni persona dotata di intelletto e senso dell’immaginazione.
    Tra le cose che non si somigliano nemmeno vagamente nell’era pre e post, sono le relazioni umane. Alcuni esempi.

     

    Rapporti con i tuoi genitori e parenti stretti, prima
    Tuo padre e tua madre si preoccupano che tu stia bene, che non frequenti spacciatori o psicopatici, che tu non viva di espedienti.
    Rapporti con nonni e zii, dopo
    I tuoi (eventuali) problemi vengono naturalmente bypassati a favore di notizie sui bambini: stanno bene, quante volte hanno fatto la cacca oggi? hanno mangiato verdure a pranzo? il culetto è arrossato? Tu rilassati, dedicati pure al contrabbando o alle droghe pesanti: se andrai a prendere i bambini in orario all’asilo, nessuno avrà da ridire.

     

    Le notti con il partner, prima
    Largo alla fantasia.  Puoi immaginati Kim Basinger in 9 settimane e 1/2.
    Le notti con il partner, dopo
    Fantasia allo stretto.  Non solo lei: nello stesso letto ci siete voi due, i bambini, i loro virus d’inverno, la tosse estate e inverno, il male ai piedini quattro stagioni,  randomici giocattoli,  coprimi in inverno e scoprimi in estate, sogni belli e sogni brutti, troppo spesso sogni a occhi aperti, amici di peluche occasionali.

    Il mattino dopo, in seguito a un’altra notte insonne puoi sentirti Wile Coyote dopo che Beep Beep gli ha spaccato sulla capoccia l’ennesimo masso.

     

    Il sabato sera, prima
    Il sabato pomeriggio ti chiamano gli amici:
    “Ehi che fate stasera, vi va una pizza e dopo magari concertino in un localino appena inaugurato?”
    Perché no, per questa sera non avevamo nessun programma.
    Poi si esce e tu ti immedesimi in Uma Thurman (prima del ritocchino) che balla con John Travolta in Pulp Fiction.
    Il sabato sera, dopo
    Ti chiama un’amica il lunedì:
    “Senti, sabato festeggiamo il mio compleanno con una cena, venite?”
    “Ehm, veramente non saprei, oggi Giacomino aveva la tosse, non vorrei peggiorasse, e Carolina sono due giorni che fa la cacca molle, non so se è il caso di farle prendere aria… “Sì, ma sabato è tra poco meno di una settimana… ”
    “Appunto, magari peggiorano.”
    Riagganci e ti immedesimi in Uma Thurman (ancora prima del ritocchino ma decisamente provata) in Motherhood – Il bello di essere mamma.

     

    Le uscite con le amiche con figli, prima
    Lei ti chiama:
    “Ti va questa sera di passare a fare un salto qui da me? Magari ci mangiamo una pizza insieme… ”
    E tu (mentre immagini lo sfacelo di due bambini che fanno Tarzan aggrappandosi prima alle tende e poi usando i tuoi capelli come liane): “Guarda, mi piacerebbe ma ho un filo di mal di testa, magari un’altra volta eh.”
    Le uscite con le amiche con figli, dopo.
    Vi sentite per organizzare una serata, cercando di incrociare la fine sesta malattia di uno con il principio mani-piedi-bocca dell’altro.

     

    Le uscite con le amiche senza figli, prima
    A qualsiasi ora del giorno e della notte, si riesce trovare modo di incontrarsi. Per mangiare pop corn sul divano, un giro di shopping o una notte brava tutta drink e movida. (E notare che quando ero ragazza non esistevano le chat. Per fortuna, altrimenti non avrei nemmeno trovato il tempo per finire le scuole dell’obbligo).
    Le uscite con le amiche senza figli, dopo.
    Cerchi di comunicare con loro in chat, mentre un nano ti tira il telefono da una parte perché vuole vedere un video di Topolino (tisca-tusca) e l’altro te lo tira dall’altra perché vuole giocare al “gioco della flutta” che all’inizio ti sembrava tanto educativo e poi invece ti sei resa conto che ti ha espropriata dell’unico oggetto che ti era rimasto in esclusiva. Così, dopo una sequenza di lemmi illeggibili e codici captha, riesci a produrre una domanda tipo Ma ti questka serà che impengi hhai?
    La tua amica, dopo aver decifrato il geroglifico con la soddisfazione di un enigmista seriale, e immaginando il delirio che si sta consumando e si continuerà a consumare in casa tua, risponde con un “Mi piacerebbe tanto vederci, ma avevo promesso alla bisnonna che avrei passato la serata con lei.”
    Comprendi, e ritieni inutile ricordarle che al funerale della sua bisnonna hai partecipato anche tu, una decina d’anni prima.

    Non c’è meglio o peggio tra prima e dopo, non in assoluto. Certo che dopo è tutta una fatica omerica, tutta una corsa in salita. Certo che nessuna madre ti direbbe mai, nemmeno sotto tortura, di poter restituire il dopo per riavere il prima. Nemmeno per tutti i sabati sera del calendario.

    Però ci sono, inutile negare, le serate che hai messo a letto i bambini e sfoggiando un pigiama felpato rosa shokking sporco di pennarelli indelebili e brodino vegetale, ti metti in sottofondo You Never Can Tell di Chuck Berry , ti sprofondi tra i cuscini del divano come Masha sulla pancia di Orso e pensi.
    Che non è proprio sete, quella che hai.
    Più voglia di un campari col gin.

    Il jolly è: avere Ambrogio a portata di mano. Anzi, di drink

     

     

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  • Un film e 100 parole

    On: 27 Gennaio 2013
    In: sproloqui
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    mamma e due bimbi

    Ultimamente guardo pochissima tv, ma qualche tempo fa, mentre pranzavo, un film ha attirato la mia attenzione: “Motherhood – il bello di essere mamma“, di Katherine Dieckmann e con Uma Thurman (alias Eliza Welch).
    L’ho guardato –come sempre, da quando ci sono i miei due adorabili discoli- a spizzichi e mozzichi, tra un gioco lanciato e un tentativo di rissa (tentativo quando va bene).
    Un paio di cose mi hanno incuriosita, forse per un processo di identificazione (seppure tristemente non estetica): la protagonista è una mamma ultradistratta (ma qui è lei che non riesce nemmeno lontanamente a pareggiare i miei primati: che sarà mai salire le scale otto volte di fila perché si è scordato qualcosa o uscire in pigiama!), con un blog e la scrittura come passione e professione. Difficile però accordare questi ingredienti con la stragremita agenda di genitrice. Difatti il risultato è alquanto disastroso.

    (altro…)
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