Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Le fiabe che non fanno dormire

On: 27 Maggio 2013
In: scienza&fantascienza
Views: 4562
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illustrazione da Pollicino“Bimbi, cantiamo una canzoncina? ”
L’ho proposto qualche giorno fa, non ricordo esattamente perché, probabilmente per distrarli da qualche loro attività ad alto rischio di danno casalingo.
“Dai!” È la risposta di Lemuele quando fa il propositivo. E intona una strofa truce (riportata TESTUALMENTE) di sua invenzione, su base melodica improvvisata:
“C’è una mucca nel prato. Prendo motosega e taglio il cacciatore… se no spara lupo. Pun pun! “

Ora, è vero che con un padre che fa (anche) il taglialegna, la motosega è un attrezzo di uso comune, un po’ come le forbicine per le unghie a casa dell’estetista. Tanto è che più di una volta mi figlio ha consigliato Federico di usare il pericoloso attrezzo per radersi.
Tutto vero. Ma non saranno comunque versi un po’ cruenti per un duenne che ancora non ha studiato Allan Poe? Non è che in un maldestro tentativo di non fargli temere il lupo ho trasformato il bracconiere in un mostro sanguinario?
Sicuramente i bambini prima o poi devono approcciarsi con le cose terrorifiche, che entreranno a far parte del loro immaginario quanto quelle fantastiche e consolatorie.
Ma perché in modo traumatico?
Mi spiego: io credo che la maggior parte delle fiabe raccontate ai piccoli da genitori, nonni, zii e maestri volenterosi contengano una dose di violenza e crudeltà eccessiva per le loro menti sensibili e fertili. Spesso contengono azioni truculente che non si giustificano nemmeno col lieto fine.

Una rapidissima carrellata.

  • Biancaneve: una vanitosa patologica avvelena a morte una giovane innocente per salvaguardare il proprio primato estetico (benvenuta l’era del botox, a ‘sto punto).
  • Cenerentola: tre orribili creature schiavizzano una povera indifesa macchiandosi della quasi totalità dei reati previsti dal codice penale, dal mobbing, al sequestro di persona alla violenza psico-fisica.
  • Cappuccetto Rosso: è strage. Basti dire che l’ eroe della situazione squarta il colpevole dilaninadolo da parte a parte
  • Pollicino: abbiamo due genitori degeneri che abbandonano i figli nel bosco e un orco che mangia i bambini. Qui il campione d’astuzia scampa la morte certa facendo sgozzare sette bambine senza colpa
  • Hansel e Gretel: anche qui i genitori abbandonano i figli (poi chiediamoci il perché degli odi generazionali) e una strega li mette all’ingrasso per papparseli con tutti i calzoni. I buoni bruciano viva la vecchia gettandola nella stufa.

Questo per citare le più famose.

Qual è la soluzione? Certo non si può edulcorare ogni storia che si racconta ai piccoli o epurare dal male ogni pensiero che gli si offre. Sarebbe come cercare di isolarli in una bolla finta di bugie. Ma forse certi scenari mortiferi andrebbero dosati con cura. O proposti quando il mondo interiore del bambino è un tantino più strutturato e meno impressionabile.

Nelle fiabe che invento per i miei bimbi cerco di usare tinte tenui, che non gli facciano venire paura davanti alla porta di ogni stanza buia.  Ma visto che temo di non essere la succedanea dei Fratelli Grimm e che i miei deliri fiabeschi non verranno letti nelle scuole materne, non posso evitare ai due nani lo spavento di un uomo armato che sventra una bestia feroce per liberare nonna e nipotina.
Voi come vi regolate? La mia è mania di controllo di una mente popolata da troppe filastrocche senza capo né coda o vi siete già poste il problema?

Il jolly è: fate, folletti e mondi accoglienti.

illustrazione da Pollicino
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8 Responses to Le fiabe che non fanno dormire

  1. keypaxx ha detto:

    Per certi versi, tra le fiabe che hanno situazioni da “non far dormire”, metterei anche la mia preferita; Alice nel paese delle Meraviglie.
    Un sorriso per la giornata a te.
    ^____^

  2. E’ una giustissima riflessione la tua! Anche io ne ho parlato nel mio blog e mi sono posta le tue stesse domande da educatrice, ma soprattutto da mamma!

    http://www.cheforte.it/blog/entry/245-uneducatrice-per-mamma-fiabe-paurose-come-fare-per-non-spaventare-i-bambini.html

  3. Tiziana motta ha detto:

    Io per esempio sugli aristogatti tralascio tutto il rapimento dei gattini, concentrando la piccola sul fatto che edgard in moto perde il cappello…… Birbone!!!!

  4. Robin :D ha detto:

    Come te mi sono posta il problema, credo che D. conosca solo Cappuccetto Rosso. Per il resto il nostro storytelling si basa sull’improvvisazione del momento, e di solito è un dialogo tra noi due, o sui libri di Rodari.

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