“Sì sì mamma, ti prego!” fecero coro i fratellini minori, Coda Folta e Nocciolino.
Mamma scoiattola sapeva bene che non aveva scampo:
“E va bene” cominciò, sospendendo i lavori di pulizia della casetta nel tronco della vecchia Quercia.
Perché voi non sapete, scoiattolini, che gli spaventapasseri hanno cuore e stomaco, anche se il loro lavoro gli impone di restare stoicamente immobili sfidando le intemperie. Non sapete nemmeno che questi buffi omini colorati hanno un patto segreto con gli insetti: loro tengono lontani gli uccelli, e le bestioline, salve dai becchi dei pennuti, risarciscono i pupazzi di paglia con il loro cibo preferito: briciole, petali e semini.
Successe in quei giorni che il Principe diede un sontuoso banchetto per celebrare il suo fidanzamento con una giovane e bella fanciulla del reame vicino.
Fu così che Pagliuzza, il nostro amico spaventapasseri, si intrufolò nella mensa del castello, attratto da un profumino così invitante e spinto dalla fame che lo mordeva nella sua pancia di fieno.
Appena dentro, gli si aperse un mondo: la cucina era piena di ogni bendidio e al nostro amico, per la commozione, scese una lacrima dagli occhi di bottone. Stava per allungare le mani su un pezzo di pane quando comparì un servitore, che subito lo trascinò al cospetto del principe urlando all’impostore.
Secondo voi, miei piccoli, cosa ha fatto a questo punto il principe?“
“Secondo me lo ha mandato via dal castello ma lo ha tenuto come guardiano del suo orto” spiegò Saltarello.
“Mamma, io non credo esista un principe così crudele” esordì il piccolo Nocciolino “loro hanno così tanto cibo e il povero Pagliuzza ha rubato per fame, non aveva colpa del freddo e del gelo”.
La mamma si intenerì, carezzando con un sorriso quel cuore grande e puro del suo piccino.
“Proprio così -disse- il principe magnanimo si impietosì, invitò Pagliuzza al suo banchetto e gli promise che da quel momento non gli sarebbe mai più mancato il cibo. E da allora i suoi cortigiani lo amarono ancora di più.”
Perché alle volte ci vuole la mente pulita e senza pregiudizi di un bambino per smascherare le ingiustizie a cui gli adulti sono ormai assuefatti e ciechi.
Il jolly è: guardare oltre l’apparenza.
(questa storiella è nata grazie a mia sorella. Il giorno in cui mi sono sfogata con lei per la vicenda del tentato furto in mensa, mi ha detto Smettila di dispiacerti per quello che non hai fatto e trova un modo per spiegare a Lemuele e Eliandro cosa è giusto fare. Così mi è passata un po’di tristezza ed è nata questa storiella. Grazie Gré, tu sì che mi conosci!)
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Il tuo post sul “furto” in mensa era un post tagliente e ha risuonato molto dentro di me. In me che ho tempi di re-azione lentissimi, a volte mi sento paralizzata di fronte a scene come quella che avevi descritto.
E allora lo spunto che ti ha dato tua sorella è geniale, costruttivo, riconciliante.
La tua, oggi, è una splendida storia che aiuta i nostri figli nello sviluppo di un sano giudizio morale.
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grazie cara.
sì, mia sorella mi ha ascoltata e poi ha trovato la sola idea che potesse riconciliarmi con il mondo. la bellezza dei legami di sangue! 😉
un abbraccio