Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Uno spaccato sul pendolarismo estremo

On: 13 Novembre 2013
In: la mia vita e io
Views: 3814
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unospaccatoCosa fa la gente in treno. Mi guardo intorno adesso, sul Torino-Milano e vedo la più variegata umanità fare le cose più disparate. Accalcata come ad agosto sulle spiagge libere in Liguria.
Un paio leggono, una gioca a ruzzle (ma che è, ‘n epidemia?). Un tipo qui vicino mi fa partita. Continua a muoversi sul sedile come se si stesse sgranchendo le braccia. In continuazione. Sembra la Pellegrino prima della gara per l’oro. Ha la fede al dito e mi chiedo come sua moglie la sera possa sedersi sul divano accanto a lui a guardare la tv. Per dire. Avrà la perenne sensazione di stare in palestra.
Un ragazzo più avanti traffica nella valigia sul portapacchi. Rifletto sul fatto che io col mio clone sulle spalle non arriveremmo mai dove lui mette le mani. Natura matrigna, chi troppo e chi niente.
Almeno 3 o 4 parlano al telefono in un sovrapporsi di voci che pare di stare al call center delle Pagine Gialle.
Le due donne mie vicine di sedile affrontano un discorso di salute generale. La bionda dice alla bruna che è stata sempre sfortunata: da piccola si è presa il morbillo, la varicella e perfino i pidocchi. ‘Anvedi la sfiga, alle volte. Un accanimento, proprio.

 

Facce che vedo ogni giorno si mischiano a volti nuovi, voci conosciute a timbri mai sentiti.
Oggi che mi guardo intorno mi rendo conto che il più delle volte non ho idea di chi mi sia seduto vicino, immersa come sono nella lettura o nella scrittura, per riemergere soltanto quando sono in prossimità della mia fermata o quando la voce Trenitalia annuncia il solito ritardo.
E sì che ogni persona è una storia, e alcune certamente varebbe la pena farsele raccontare.

Il jolly è: ascoltare. Quelle rarissime volte che il tuo vicino di sedile ha voglia di condividere qualcosa.

 

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6 Responses to Uno spaccato sul pendolarismo estremo

  1. antonellavi ha detto:

    Un tempo viaggiavo in treno ogni giorno per raggiungere la sede di lavoro e ti dirò, mi manca. Amavo perdermi nelle “storie” di ciascuno ma soprattutto amavo guardare fuori dai finestrini, vedere i paesaggi sfuggenti mi aiutava a pensare, a riflettere, mi rilassavo. Bellissimo post

  2. Sandra ha detto:

    in treno ho fatto incontri bellissimi, sì ho viaggiato tanto in treno e lo amo molto, nessuno sfociato in rapporti duraturi, ma di molte persone serbo un ricordo che mi fa sorridere di cuore. A pensarci bene però risalgono tutti all’era pre-cellulare. Non penso sia un caso. Un abbraccione

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