Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Come è andato il rientro?

On: 20 Settembre 2012
In: la mia vita e io
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finestrinoDomanda ricorrente dell’ultimo periodo: come è andato il rientro in ufficio?
Risposta altrettanto ricorrente, indicando un paio di occhiaie diversamente sfumate fino sopra le guance: Non si vede?
No in realtà poi a pensarci bene mi sorprendo sempre a rispondere che è andata molto meglio di come me l’ero immaginato (a parte la sveglia antelucana, quella proprio non mi va giù, che vi devo dire).

Che poi io sono fatta così da sempre, quando affronto le situazioni le vivo sempre in maniera migliore di quelle a cui mi preparo. Almeno poi mi faccio una bella sorpresa e la me che abita la novità accoglie la me reazionaria con un bel sorriso di incoraggiamento.

Certo, i primi giorni sono stati un po’ un arrancare. Mi hanno levato proprio quel treno salva-tempo e me l’hanno messo 45 minuti dopo: non me ne faccio più nulla. Così invece del regionale rapido (parole grosse per Trenitalia, comunque) mi imbarco su un regionale (semplice, aggiungo io) che è fermo ogni 5 sferragliate e quando è il momento di fermarsi a Torino Porta Nuova, mia meta quotidiana, ha la scioltezza di una nave che attracca nel porto. Non prima di aver gettato l’ancora, s’intende.

Ci sono stati i giorni delle piogge (e ditelo, non mi va mai bene niente, se c’era il sole mi lamentavo ‘con sto bel tempo star chiusa in ufficio, et cetera) che esci e son due gocce, in auto è più sci d’acqua che aquaplaning, scendi in stazione e poi alla fermata dei tram che è IL diluvio, senti in lontananza Noè che chiama a rapporto la coppia di bradipi ritardatari.
Se non bastasse, hanno deviato la linea del 4: il tragitto da fare a piedi si allunga, il primo giorno ho rischiato di perdermi (cosa affatto anomala per me) e dal secondo in poi di arrivare in ritardo (oltre che di perdermi ancora: difficilmente imparo dai miei errori).

Poi -siccome il mio percorso è una sorta di staffetta auto/treno o treni/tram- ci si è messa la mia Panda: spia accesa (di nuovo) quando la giravo a gas. L’officina di riferimento è stata facile all’appuntamento come lo sarebbe la Casa Bianca e nel frattempo mi sono giocata ciò che mi era rimasto degli ultimi anni di risparmi -già intaccati dalla crisi e dall’abbonamento mensile treno e tram Formula 192 (192 indica il numero di zone che devo attraversare cotidie)- nei rifornimenti di benzina che ormai sono più preziosi di un diamante. Ma che, a differenza di quest’ultimo, non sono certo per sempre. Anzi, durano un cazzo.

Insomma, qualche piccolo intoppo qua e là a colorire le giornate del rientro non è mancato. Ma ci sono state le cose positive. Innanzitutto, materialista che non sono altro, mi hanno cambiato il pc. Dopo anni con una macchina che somigliava a una delle prime Olivetti e con la potenza di un macina caffè, mi hanno concesso (come a tutti i dipendenti) un portatile superfichissimo che è una scheggia e quando ci lavoro ascoltando la musica in cuffia mi sento la più coccolata delle lavoratrici.

Naturalmente sono stata felice di rivedere alcuni colleghi, di scoprire che la mia scrivania è ancora al suo posto e che mi hanno ciulato tutte le biro che scrivevano. Sì perché una volta la gente rubava la roba della cancelleria in ufficio per portarsela a casa; dall’epoca dei tagli sulle spese, la si ruba ai colleghi che se la sono portati da casa.

Comunque. A parte le corse, il sonno, il fatto che tocca pure lavorare, una volta arrivati in ufficio, alla domanda se la ripresa è andata bene direi proprio di . Alla mia mente fa bene abbracciare nuovi panorami e posso usufruire di alcuni benefit secondari: il primo è che ho letto più in treno negli ultimi giorni che nei 9 mesi passati a casa in maternità.

Il secondo e più importante è che quando finalmente guadagno la base e varco la porta di casa, i miei figli mi corrono/strisciano incontro con un sorriso. QUEL, sorriso. Quello che dice Bentornata mamma, ci sei mancata.
O almeno, io lo leggo a quel modo. E sono una donna felice.

bambini che sorridono

(detto ciò: sono pronta per le prossime ferie)

Il jolly è: affrontare ogni cosa giorno per giorno. E sperare che i tuoi figli dormano la notte, regalandoti la piacevole sensazione che le persone intorno non ti considerino vittima di un repentino rincoglionimento senza ritorno.

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2 Responses to Come è andato il rientro?

  1. Alice ha detto:

    Mi chiedevo ieri se avessi ripreso, perché dopo aver letto velocemente la “caccia ai fichi” mi sembravi ancora lontana dalla routine e immersa invece in un mondo di fiaba.
    Coraggio! Forse sono la meno indicata a dirlo, perché mi domando continuamente perché dobbiamo fare tutta questa fatica, a che pro, ma, in attesa di meglio, ripeto.. coraggio, ce la farai. Ciao Fioly

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