Dai, vedrai sarà un giorno di vacanza… ogni tanto ci vuole, no?. Con questa domanda PALESEMENTE a trabocchetto Federico mi ha proposto una giornata in piscina con i giovani della prima settimana ragazzi che si fa qui in maneggio e i due nanetti annessi.
Ora, i diversivi mi piacciono, si sa. Ma ormai lo capisco lontano un miglio quando c’è aria di fregatura. Eppure ci casco ogni volta.
Già la giornata è partita storta perché prima di spaparanzarmi al sole (magari!) mi sono caricata di agenda della salute, due cambi e tanta pazienza e ho portato Eliandro dalla pediatra per il regolare controllo e per dare l’avvio allo svezzamento. Constatato che cresce come un vitello (informazione ricavabile a colpo d’occhio), col pupo già stufo e sudato per il giro in auto, siamo partiti alla volta della piscina.
Qui ci aspettavano Federico con Lemuele e i ragazzini pronti a sbranare i panini e a combattere l’afa con una serie infinita di tuffi, schizzi e granite. Bene, prendiamo posto. Scarico i borsoni per la tribù, la mia borsa, il passeggino, il bambino –no, quello no, dammelo che lo devo svestire e cospargere di crema protettiva. Bello unto e imburrato lo depongo sui 12 asciugamani di cui ci siamo immediatamente e diplomaticamente impossessati. Ma non bastano, lui rotola inesorabilmente verso l’erba e ben presto assume le sembianze di un elfo sopravvissuto a un agguato in un bosco: erba terra e altro genere di materiale organico diventano la sua seconda pelle.
Bene, tutti in acqua. Facciamo una foto? No, ecco, tu tieni lui, io prendo l’altro, attento Lemuele si sta lanciando sott’acqua… No tu guardalo, la foto ve la faccio io… Ma Eliandro scotta, guarda, ha perso il cappello. No, no, sta bevendo l’acqua al cloro come fosse tè caldo… Acchiappalo, mi scivola… Ma dove è finito Lemuele? E là, sta cercando di arrampicarsi sullo scivolo intanto che quella bambina gli rosicchia un calcagno…
Ok, questo bel bagno mi ha rilassata anche troppo. Vorrei chiedere di lasciarmi morire qui, sul bordo della piscina sotto il sole a picco, ma i bambini non me lo permetterebbero.
[Parentesi tecnica. Ho finalmente capito a cosa servono i costumini usa e getta dei bimbi. Io credevo fossero l’equivalente fighetto dei normali pannolini, e invece no. Me ne sono accorta oggi quando abbiamo messo Lemuele in acqua col pannolino e a un certo punto abbiamo dovuto toglierglielo perché è gonfiato tipo pallone aerostatico e sembrava che dovesse esplodergli in faccia peggio di un airbag].
Comunque dicevamo, rimettiamoci all’ombra –anche se io sono lucertola nel dna, dall’estate della prima gravidanza mi sono trasformata da mezza mulatta a mezza mozzarella. Sì perché i bambini al sole non stanno bene, lo so. Però le mamme se la spassavano parecchio. Pazienza. Riposiamoci qui, sotto l’ombrellone. Anzi, dormiamo proprio, bambini, che è l’ora del sonnellino.
Come no. Eliandro comincia a esibirsi nelle sue danze incontenibili (ha stupito persino la pediatra, quando ha cercato di metterlo seduto e lui è schizzato in piedi con un balzo da far impallidire Rudolf Nureyev), mentre Lemuele accetta di sdraiarsi solo se gli permettiamo di restare abbracciato a un bicchiere di salutare crema al caffè, che la mamma aveva tanto desiderato ma che non è riuscita a sorbirsi di nascosto. E con cannuccia annessa. Così è un attimo che il mio costume e l’asciugamano si trasformano in una zuppetta al cappuccino e cloro. Proprio mentre sto per recuperare il recuperabile Eliandro vomita sull’asciugamano del vicino dove è riuscito a rotolare in quell’attimo di distrazione.
In breve tempo attorno a noi si crea il vuoto.
Così mentre Federico cerca di addormentarsi per dimenticare, Eliandro continua le sue mosse di hip hop accompagnate da sottofondo di urletti e brevi vomitate e Lemuele strilla “tu… fefè…” [trad. lo prendo io il caffè] con tutto il fiato che ha in gola e lanciando in aria la sabbia come fosse carnevale a Rio, io mi offro coi vicini di ombrellone di impartire lezioni pratiche e teoriche su come fare addormentare i bambini. Strano a dirsi ma non ci sono state adesioni.
Grazie Federico, per questa bellissima giornata di vacanza, sole e relax. Da domani quasi quasi ritorno a lavorare.
Di rientro, in auto, sorpresi dal temporale
“Visto? Non ci siamo nemmeno beccati l’acquazzone”
“Noi no, Fede, ma la roba stesa stamattina sì”
“Vedi? Ti lamenti sempre. Neanche le giornate di vacanza ti vanno bene”
Eh.
Il jolly è: rispondere di no a ogni domanda che puzza di bruciato
Tags: afa, hip hop, jolly, nanna, piscina, rudolf nureyev
troppo forte!
che ridere Fioly!! ma il punto è che finchè non ci sei dentro..non puoi neanche immaginare che sia così!! 🙂 cmq w le vacanze!!
Mi hai fatto scompisciare dal ridere! Sei troppo forte! Mi sono immedesimata nella situazione, anche se io ho solo 1 peste! ciao
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Grazie Annamaria. Se la si prende con il giusto spirito e un po’ di filosofia è anche molto divertente!