Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Migranti

On: 20 Luglio 2016
In: lettera, sproloqui
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opera di danila d'acciSe guardi da lontano vedi: una massa di persone.
Può fare paura, una massa di persone. Tutte le braccia insieme diventano tentacoli.
Vedi un muro fatto di schiene ed è un muro più impenetrabile di un presentimento balordo. Più respingente di un sospetto.
Vedi una selva di gambe e in una selva ci si perde, in una selva si perdono le tracce dei passi – ti smarrisci in un intrico di gambe, in una semina di ossa.
Tanti capelli sono groppo di liane, viluppo di alghe nel torbido del fondale.

Ma se poi t’avvicini, se affini lo sguardo, la prospettiva si capovolge.
Se tra tante mani ne puoi districare un paio, se punti lo sguardo sulle clavicole sporgenti, sul capo chinato. Se sai scorgere il neo sotto il mento, la cicatrice che racconta una storia –ed è una storia di perdizione dentro un’altra selva– se lo puoi fare, la paura sbiadisce.
China il capo anche lei, indietreggia e ti lascia guardare.

E allora –solo allora- in centro al mostro da milioni di teste incroci uno sguardo.
Uno sguardo annacquato di donna.
Uno sguardo affannato di uomo.
Uno sguardo argilloso di vecchio.
Uno sguardo d’edera e agrifoglio di bambino.
E allora –solo allora- vedi lo sguardo della moglie, del fratello, del padre. Di tuo figlio.

Solo allora –quando la paura ti lascia guardare- dimentichi il mostro da milioni di teste.
E ti riconosci.

(I bellissimi ritratti sono dell’artista Danila D’Acci – www.dispariepari.it)

opera di danila d'acci
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