Bella l’estate, la vegetazione lussureggiante, l’intrico di foglie sui rami, i campi di erba alta e folta, i muri d’edera tra i tronchi.
Ma è nella nudità dell’inverno che le cose si mostrano come sono: la spoglia geografia di un campo, le fragili ossa dell’acero, strade e sentieri che serpeggiano sulle schiene pietrose dei monti.
Quando tutto l’inessenziale scompare, le cose -tutte le cose – diventano quello che sono.
Tags: