“Fantasmi” è una raccolta di scritti di Tiziano Terzani sulla guerra indocinese degli anni Settanta. Sono articoli che il giornalista ha scritto per alcune testate italiane e tedesche, messe insieme dalla moglie Angela Staude, che gli è sopravvissuta.
Nonostante la scrittura di Terzani sia molto chiara e scorrevole, ho trovato difficile state dietro alla dinamica degli eventi. Questo perché si è trattato di un conflitto complesso, controverso, con molti interessi e schieramenti in campo.
Nonostante la scrittura di Terzani sia molto chiara e scorrevole, ho trovato difficile state dietro alla dinamica degli eventi. Questo perché si è trattato di un conflitto complesso, controverso, con molti interessi e schieramenti in campo.
Non voglio certamente entrare nel merito con questo post, si tratta di situazioni che presentano ancora lati oscuri per storici e politologi.
Quello che mi ha attratta di questo volume, e di cui qui vorrei accennare, sono due aspetti.
Quello che mi ha attratta di questo volume, e di cui qui vorrei accennare, sono due aspetti.
Il primo è l’autore. Voglio che nulla scritto da lui resista di reperibile a questo mondo senza che io ci abbia messo gli occhi sopra. L’ho confessato anche a Federico, eh: questo giornalista curioso e intraprendente, questo spirito libero e coraggioso mi ha conquistata da un bel po’. Su tutte le cose che irrimediabilmente mi attraggono di questo personaggio, che mio malgrado non sono mai riuscita a conoscere di persona, mi soffermerò un’altra volta. Possibilmente a più riprese.
L’altra ragione che mi ha spinta a leggere questo libro è la storia della Cambogia. Si perché la vicenda inquietante – e contemporanea – di questo Paese mi ha sempre attratta, come tutte quelle cose che attraggono un po’ con l’orrore, un po’ con il disgusto. Bella roba, direte voi. Invece è utile per capire, come è capitato e capita in altri bui anfratti della storia, quanto la razza umana possa toccare il fondo, e cominciare a scavare. Ma non con semplice curiosità pseudo scientifica, no. Con partecipazione e terrore.
Pol Pot voleva costruire l’uomo nuovo, e per farlo doveva partire da zero. Ma forse bisognerebbe ricordare che “creare” è un atto divino. Non umano. Come era solito ricordarci il mio professore di religione al liceo.
Così lui è partito da idee rivoluzionarie che avrebbero potuto anche essere terreno fertile per qualcosa di buono e le ha trasformate in auto genocidio. Uguale sterminio di buona parte del proprio popolo.
Così lui è partito da idee rivoluzionarie che avrebbero potuto anche essere terreno fertile per qualcosa di buono e le ha trasformate in auto genocidio. Uguale sterminio di buona parte del proprio popolo.
Da ragazzina avevo letto “Racconto di Pewu bambina cambogiana” e ne ero rimasta profondamente turbata. L’ho riletto di recente e il turbamento è aumentato. È il racconto di una superstite di questa strage, una ragazzina scesa all’inferno e tornata per raccontarlo.
Perché anche questo è (stato) l’uomo: brutale e cannibale assassino.
Perché anche questo è (stato) l’uomo: brutale e cannibale assassino.
Il jolly è : conoscere e non dimenticare.
Altri preziosi suggerimenti letterari al Venerdì del Libro di Homemademamma
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