Anche la quotidianità ha bisogno di decluttering, per usare una parola che va di moda adesso.
Dopo aver dimezzato armadi strabordanti minigonne poco indicate sopra i sedici anni e maglioni così sformati che non si userebbero nemmeno per stare in cucina il giorno che si rompe il riscaldamento; dopo aver ripulito le dispense da marmellate cristallizzate del pleistocene e avanzi di farine di grano saraceno del secolo in cui veniva macinato a braccia; dopo aver liberato le ceste dei giochi dei bambini -quasi pronti per le scuole elementari- dei sonaglini che masticavano prima dei denti da latte, allora sei pronto per quello che è necessario sul serio: per fare spazio dentro la tua testa e le tue giornate.
E per me, l’autunno, è il periodo adatto da sempre.
Dopo aver dimezzato armadi strabordanti minigonne poco indicate sopra i sedici anni e maglioni così sformati che non si userebbero nemmeno per stare in cucina il giorno che si rompe il riscaldamento; dopo aver ripulito le dispense da marmellate cristallizzate del pleistocene e avanzi di farine di grano saraceno del secolo in cui veniva macinato a braccia; dopo aver liberato le ceste dei giochi dei bambini -quasi pronti per le scuole elementari- dei sonaglini che masticavano prima dei denti da latte, allora sei pronto per quello che è necessario sul serio: per fare spazio dentro la tua testa e le tue giornate.
E per me, l’autunno, è il periodo adatto da sempre.
Ci vuole silenzio, prima di tutto.
Pe cominciare ci vogliono un paio d’ore per stare soli con se stessi. Senza gente intorno, senza bambini che reclamano attenzioni, persino senza libri.
Qualcuno direbbe che ci vuole raccoglimento.
Tocca ascoltarsi, una volta ogni tanto. Il respiro fluido e la mente sgombra.
Pe cominciare ci vogliono un paio d’ore per stare soli con se stessi. Senza gente intorno, senza bambini che reclamano attenzioni, persino senza libri.
Qualcuno direbbe che ci vuole raccoglimento.
Tocca ascoltarsi, una volta ogni tanto. Il respiro fluido e la mente sgombra.
Quando si approda all’essenziale, tra i polmoni che si gonfiano e che si abbassano come palloncini forati, si sente quello che conta davvero. Si arriva al fondo della laguna interiore. E mentre si stringe la sabbia del fondale, salgono in superficie tutte le cose di poca importanza: lavori lasciati a mezzo da una vita, manie di perfezionismo che non portano a nulla, programmi irrealistici, obblighi incombenti perché non abbiamo saputo dire No. Tocca usare il retino con cui pescano i bambini per raccogliere tutto e fare svaporare all’ultimo sole d’autunno.
Per ripartire leggeri e con la traccia di arenaria a solleticare la pianta dei piedi.
Per ripartire leggeri e con la traccia di arenaria a solleticare la pianta dei piedi.
Quando il respiro s’affanna, al pensiero della giornata davanti, e succede a ogni alba, qualcosa non va. Il tempo non si misura soltanto in secondi, minuti e ore, ma soprattutto: il tempo si conta attraverso gli attimi che si sta sereni come sulla battigia a fine estate, senza il rimbombo delle lancette dentro la testa. Contano i momenti senza brusio di fondo che ci inquina i pensieri.
Il jolly è: quando la mente è vuota, ti accorgi di come la vita è piena.
(L’ho già scritto, ma ho deciso che sarà il mantra di questo nuovo anno “scolastico”)
Tags: decluttering, jolly, mantra, pensieri, settembre, silenzio
(L’ho già scritto, ma ho deciso che sarà il mantra di questo nuovo anno “scolastico”)
Esattamente quello che mi sta accadendo. Bisogno di silenzio, di solitudine, di fare compagnia al mio dolore o per prepararmi a raccogliere le forze per un grande cambiamento. Proprio così. Preciso
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Un abbraccio silenzioso 🙂