Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Loro e noi: questione di zeri

On: 9 Giugno 2014
In: scienza&fantascienza, viaggi
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loro

 

Quest’inverno siamo stati tre giorni a Cervinia. Federico ha scelto questa meta perché abbiano una coppia di cari amici che vivono qui e ci hanno trovato un appartamento a poco. Mi sono resa conto, molto velocemente, che la maggior parte delle persone che ci sono qui in giro sono piuttosto diverse da noi.
La differenza sostanziale sta nel numero di zeri tra il loro conto in banca e il nostro.
Da cui una serie di differenze a cascata nell’approccio all’esistenza. Eccome alcune.

RISTORANTE
Noi: controlliamo il menu e scegliamo anche in base al prezzo. Al momento di pagare lo facciamo alla cassa, con discrezione.
Loro: scelgono evidentemente portate random, in numero di gran lunga superiore a quello dei commensali moltiplicato per tre. L’essenziale è che non manchi una spruzzata di tartufo bianco anche sul dolce e che in tavola ci sia almeno una di quelle bottiglie che il ristoratore conservava nella cassaforte della cantina.
La moda stagionale, ho notato, è quella di ordinare pesce fresco. In montagna. Sono gli stessi che sul lungomare di Portofino ordinano spezzatino di cervo e polenta alla valdostana.
Al momento di pagare si fanno portare il conto al tavolo e prima dell’arrivo dello stesso si premurano di appoggiare sul tavolo pezzi da 500 euro freschi di stampa.

 

ABBIGLIAMENTO
Noi: le nostre tute da sci andavano di moda quando la Carrà cantava Comè bello far l’amore da Trieste in giù.
Le loro sono realizzate con materiali brevettati dalla NASA.
Idem i loro bambini, che si librano leggeri sulla neve nei loro vestiti sottili come carta velina, mentre i nostri annaspano goffi in tutone che li fanno somigliare alla versione mignon del Gabibbo.
Per non farci mancare nulla, mi sono accorta, arrivata in montagna,  di avere i doposci distrutti. Volevo comprarne un paio qui, ma i più scarsi, in saldo, costano metà di una mia mensilità. Così ho affrontato la neve coi miei stivaletti cittadini, saltellando da una pietra all’altra per non inzupparmi fino al midollo.
Inutile dire che le donne intorno a me avevano scarponcini all’ultima moda, imbottiti di pelo di autentico yeti tibetano.

 

KID ZONE
Noi: Federico e io ci alterniamo ai giochi coi bambini. Sali col bob, scendi col bob, salta sul gonfiabile dei puffi, acchiappali al volo sullo scivolo quando si buttano di testa, arrampicati sulla pista, sputa nell’ennesima salita l’ultimo perzzettino di bronco incastrato tra gli incisivi. Etc. etc.
Loro: delegano tutto alle tate. Le madri e i padri, tutt’al più, orchestrano i giochi da lontano, prendendo il sole o chiacchierando amabilmente attraverso all’iphone (temo che qualsiasi marca diversa da Apple fosse illegale e perseguibile per legge).
Credo che la gara non dichiarata fosse avere la baby sitter che arriva dall’angolo di mondo più remoto, capace di parlare ai bambini in almeno 8 lingue e 17 dialetti locali.
La conservazione telefonica più mesta che mi è capitato di sentire è stata:  Sto sciando a cervinia, mi serve un’assicurazione su-bi-to.
Immagino che all’altro capo del telefono ci fosse il maggiordomo.

 

Insomma, non è stata solo una vacanza, ma una vera e propria indagine sociologica.
Ho avuto la riprova che i ricchi non mi stanno antipatici in quanto ricchi, ma in maniera direttamente proporzionale alla loro smania di ostentare l’ingombrante voluminositá del portafogli.

 

Il jolly è: appena ci sono i saldi, procurarmi un paio di doposci.

 

noi

 

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12 Responses to Loro e noi: questione di zeri

  1. mamma spettacolare ha detto:

    Ahahahaha, mi viene in mente una volta che in un posto chicchissimo in toscana, io e il mio ex fidanzato vestiti come sempre, ordinammo un gelato in cestino di cialda in un bar. Il barista ci guardò e ci disse: “eh, ma questo costa 10 euro!” con il tono di chi pensa che tu non possa spenderli perchè non indossi luis vuitton. Il mio ragazzo rispose “Zio, dammene 2. Uno me lo mangio e l’altro lo butto!”.
    Lo stereotipo del ricco è un danno per tutti.

  2. ogginientedinuovo ha detto:

    Non a Cervinia, ma altrove, sembriamo la vostra fotocopia quando andiamo a sciare: i miei figli affittano sci e scarponi, mio marito ed io abbiamo sciato con sci degli anni ’80 fino all’anno scorso, poi dopo aver rischiato la vita su lastroni di ghiaccio, abbiamo deciso di comprare quelli moderni (i più economici, in saldissimo). Da noi, tate e cani di “marca”. I ristoranti non li frequentiamo più da quando il nostro preferito, dall’estate all’inverno ha raddoppiato i prezzi. Ma le piste sono bellissime 🙂
    E noi siamo strani, tanto lo so e non mi scompongo più.

  3. Francesca ha detto:

    Da ex ricca posso dire… TUTTO VERO!!!
    Io non andavo a Cervinia ma a Corvara e il copione è quasi sempre lo stesso. L’unica differenza (e non è poco) è che i miei genitori, pur essendo piuttosto ricchi, non l’hanno mai ostentato e li ringrazio, perchè se sono diventata quello che sono oggi, se riesco a ridere della mia nuova condizione di poverachenonarrivaafinemese, se prendo questa cosa come una nuova sfida da affrontare, lo devo anche a loro, al loro modo di affrontare la fortuna che avevamo. Non era qualcosa da ostentare, ma qualcosa da godere con gratitudine. Intorno a noi, è vero, ostentazione a go go!!! Comunque spesso i biglietti da 500 Euro sono falsi!!!!
    Un abbraccio
    Francesca

  4. mammamari ha detto:

    Ecco uno dei tuoi post che appartiene alla categoria “da rileggere al bisogno”, per sorridere e ricevere dolci carezze al cuore. Voi, meravigliosamente goffi e sudati, voi che profumate di vita, voi che se vi avessi un pò più vicino mi fareste sentire ben più ricca di loro. Penso ogni giorno a te, a Voi, al pozzo senza fine dal quale sapete attingere per impreziosire ogni secondo la vostra vita.

  5. Mrazia ha detto:

    Ahahah! Avendo un figlio che frequenta una scuola privata – cosa che non rimpiango ma che assottiglia in modo drastico i famosi zero e rende noi la vostra fotocopia nei confronti – so bene cosa dici! Per fortuna i “tironi” sono la minoranza ma sono c erta che se li incontrassimo nel loro ambiente certamente vedremmo le stesse scene 🙂
    Pazienza, io mi tengo felice i miei vestiti vintage!

  6. Sandra ha detto:

    Gurada io sopporto sempre meno la gente che, come diciamo a Milano, se la tira. Se poi se la tira per i soldi aiuto! Scappo a gambe levate, e non è invidia è l’ostentazione che non sopporto, perchè di persone che stanno molto bene ne conosco, le frequento, ma proprio perchè, al contrario, hanno una semplicità che proprio al contrario degli atteggiamenti raccontati, mi piace, poi col tempo salta fuori il patrimonio, tipo vai a casa loro e rimani a bocca spalancata, oppure, senti i viaggi che fanno ecco, ma ripeto zero ostentazione. quindi condivido tutto. Un abbraccio.
    PS. Come va la scrittura??

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