Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

L’alba a Demnate

demnate, marocco

Svegliarsi e attraversare una città straniera a ridosso dell’alba è comunque e sempre un’emozione.
E sta tutta lì, in quel primo caffè consumato in piedi contro il bancone, mentre fuori il cielo comincia a schiarire a est, oltre le mura ocra e centenarie della kasbah.

 

Dalla piazza di spandono grida, arrotate da folate di vento caldo, insieme a odore di frutta, insieme a odore di brace, insieme a odore di mimosa. Fiorita e piena in novembre.
Uomini si radunano con lunghi bastoni, in attesa del furgone che li carichi per andare a lavoro, a battere gli ulivi. Per la strada s’affacciano donne con la tunica e il velo, sfrecciano taxi come auto della polizia. In alto, enormi nidi di cicogne accovacciati sulle cime dei minareti. Nessuno straniero in giro, né quel mattino né i giorni a venire: solo gente del posto disabituata alle mode d’oltremare.

demnate, marocco
demnate, marocco
demnate, marocco
demnate, marocco
C’è un velo fitto di mistero che per vederci dietro ci vorrebbe più di qualche giorno da turista, in una città come Demnate: berbera, marocchina, africana. Resta baluardo inespugnato, inaccessibile come un’immagine che non sai decodificare in fretta. Piena di fascino.
Meglio a quel punto sospendere la vista, socchiudere gli occhi e riconoscere: odore di polvere e pane caldo, i suoni di un paese che alla spicciolata s’incammina verso il mattino, la dolcezza profumata del tè alla menta.

 

Il jolly è: non cercare di interpretare, lasciarsi sedurre.

 

demnate, marocco
demnate, marocco
demnate, marocco
demnate, marocco
demnate, marocco

 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share
UA-31736997-1