Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Quando la terra trema, il cuore di più

On: 3 Giugno 2012
In: sproloqui
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Chi mi conosce lo sa, non sono mai riuscita a schiacciare nemmeno un insetto (zanzare a parte, la categoria non me ne voglia). Anche perché da piccola mi capitava spesso di fantasticare sulle più –apparentemente- insulse bestiole. Sulle colonie di formiche, per esempio. Mi immaginavo questi gruppi industriosi e indaffarati venire sconvolti ogni volta da una mossa umana o di qualche animale appena più grande. Me le vedevo disperate e affrante, con il loro lavoro distrutto, incapaci di comprendere cosa stesse accadendo. Me le immaginavo correre a destra e sinistra, sconvolte dalla catastrofe, causata magari dal nostro semplice passaggio con una bicicletta.

Ecco, in questi giorni questa immagine mi torna spesso alla mente. Come sempre mi accade quando si parla di terremoti, maremoti, uragani. E tutte quelle dimostrazioni che la Natura si prodiga di dispensare di tanto in tanto, apparentemente senza un piano preciso, per ricordarci che razza di piccoli e insignificanti insetti siamo. Detta così pare brutta, lo so. Però a volte mi sembra proprio che Leopardi ci avesse preso in pieno.
È che di fronte a cose come queste tutto è già stato detto, scritto, raccontato. Non penso certo di aggiungere qualche cosa di originale o intelligente alla montagna di analisi fatte fino a qui. Si può soltanto prenderne atto: siamo piccoli così.

Non riesco proprio a immaginare cosa significhi perdere casa e lavoro a quel modo, da un giorno all’altro (nemmeno mi ci metto a immaginare cosa provi chi è colpito da un lutto, credo faccia parte di quelle morti, accidentali e premature, che ci vuole una vita a elaborare, quando va bene). Non riesco a pensarlo, ma credo che sia qualcosa di molto vicino a vedersi strappare via l’identità. Così, da un giorno all’altro, come una burla. Dev’essere come perdere una dopo l’altra tutte le certezze messe da parte in ore-giorni-mesi-anni di caparbia esistenza.
Mi immagino: persa la mia collezione di diari, via l’auto comprata con sacrificio, persi i miei libri, morte le piantine annaffiate con cura, in briciole i giocattoli dei miei bambini, il pc, gli oggettini che uso ogni giorno e di cui nemmeno mi accorgo più, in malora tutte le foto. Perché certi terremoti ti portano via pure quello, i ricordi. Tu campi degli anni per costruirteli e poi, per una sfortuita mossa di crosta terrestre, via tutto. Ecco, proprio non so capire come ci si senta.

Che poi devi dire pure grazie, se ti sei salvato la pellaccia. Se hai la possibilità di ricominciare da capo. Penso a come sarebbe, se capitasse a me. Penso che ora non potrei più semplicemente correre fuori dalla casa che balla, sperando di salvarmi. No, adesso che ci sono due figli nella mia vita dovrei salvare loro, prima. Perché è proprio vero che essere genitore vuol dire moltiplicare tutte le ansie e inventarne parecchie di nuove.

Comunque, c’è proprio poco da dire. Se non che oggi penso a questa bella terra che è l’Emilia-Romagna, così viva nei miei ricordi. La costa ravennate, ad esempio, vissuta da bambina insieme a mia nonna, anche allora ci perdevamo ogni giorno di ritorno dalla spiaggia. Rimini visitata in gita al liceo, che mi ricordo condita di occhiate furtive e bigliettini con su numeri di telefono. Poi Bologna vista con gli occhi di ventenne idealista insieme a LaRejna, o quella di un Capodanno sballone di parecchi anni fa.
L’Emilia così prodiga di talenti. Soprattutto per chi, come me, è cresciuta a pane e Guccini-Vasco- Dalla-Ligabue.

Ecco, tutto qui: il mio pensiero oggi va a loro. E ad appuntarmi nella mente, una volta di più, che anche se
ognuno costruisce il suo sistema
di piccoli rancori irrazionali

di cosmi personali

siamo infinitamente piccoli, o parte di un disegno TROPPO grande per capirlo. Non c’è rimedio, solo considerare ogni giorno passato coi piedi piantati su una terra stabile e con un tetto sulla testa come un regalo in più.

Il jolly è: solidarietà, sempre. Per cominciare, si possono donare 2 euro inviando un sms al 45500

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2 Responses to Quando la terra trema, il cuore di più

  1. Laura Anna ha detto:

    Ciao. Io sono di Parma. A parte il fatto di essere emiliana anche io, qui la terra trema in continuazione, giorno e notte, non sono solo le scosse forti ma è un continuo. Ma qui è tutto a posto, niente è crollato. E’ nel modenese che la gente è in quelle condizioni. E’ successo lì, non qui ma non riesco a smettere di pensarci. L’altro giorno mi sono imbattuta sul blog di una ragazza che vive in Spagna ma è originaria di Cavezzo (MO), il paese distrutto al 75%, dove i suoi genitori, fratelli ecc vivono e hanno le loro attività commerciali.. si son salvati tutti ma non hanno più niente e non solo.. non hanno più nemmeno un paese! Immaginarlo davvero non è possibile, sono quelle cose che la mente rifiuta…

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