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La vita di ognuno è fatta di piccoli miracoli di molto sottovalutati. Uno di questi è la carta. La carta piena di parole. La carta che custodisce i pensieri, che li colleziona, è una piccola magia che non fa scalpore perché ci siamo abituati da sempre. I libri, per esempio, sono molto più che un oggetto. I libri sono giardini segreti e lussureggianti. Sono percorsi nascosti tra bellissime piante di baobab e alberi incantati.
Read MoreMetà novembre e il mondo intorno pullula di richiami al Natale. Già dal pre Halloween si vedevano in giro zucche e fantasmi affiancati da panciuti omoni vestiti di rosso.
Ora. Io sono tutt’altro che un Grinch ma tutto ciò mi pare un pochino eccessivo. Avanti di questo passo mi aspetto di trovare le renne con le slitte accanto all’invito per il pranzo di ferragosto.
Però ormai ci siamo: tra meno di un mese, dall’8 dicembre, come tradizione vuole, aprirò anche io le porte di casa al Natale. (Il poveraccio, probabilmente, ci troverà un tale disordine che farà un passo indietro per non aumentare l’entropia. Ma questo è un altro discorso).
L’autunno mi spoglia dei pensieri, come fa con le foglie dai rami. Mi lascia nuda e sfacciata, a sguazzare coi piedi dentro pozzanghere di colori, a sperare nuova Linfa.
Resto senza parole, in autunno. Cadono una a una su un velluto d’erba. Mi preparo silenziosa al rigore dell’inverno, al letargo della mia anima evanescente e assetata di sole.
È sempre molto difficile descriversi, raccontare se stessi con pregi e difetti. Siamo materia in evoluzione e per quanto di vada a fondo nell’autoanalisi, ci sono alcuni barriere difficili da superare. Una zona di penombra che illuminare è molto faticoso.
Per esempio, quando vengono richiesti i maggiori difetti, il 90% degli esseri umani in grado di intendere e volere include nella propria top ten “ostinato” o “cocciuto”, tuttalpiù “scorbutico”. Quasi nessuno dirà mai “sono stronzo fino al midollo” o “sono falso come la chioma di Berlusconi”.