Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Confessioni di una madre snaturata

On: 23 Novembre 2012
In: sproloqui
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Chi, tra i genitori alla lettura, non hai mai ripensato con nostalgia alla vita prima dei figli alzi la mano. O scagli una pietra, a scelta. (Basta anche un sassetto).

Perché io invece ci penso, e anche spesso. Penso a come era tutto incredibilmente facile, anche quando sul momento non sembrava. Ero libera di: andare e venire come mi pareva, mangiare ciò che volevo senza pensare di dover allattare, vestirmi come mi saltava in testa senza scegliere un abito comodo per estrarre una tetta all’occorrenza, bere un bicchiere di vino in più senza obbligo di stare vigile e all’erta per un altro (o più d’uno) essere umano, quasi completamente in balia della tua attenzione.

Poi pare che ultimamente vada di moda, e molto tra le donne vip, come mi capita di leggere sui giornali, dire che ai vent’anni no, no e poi no, io non ci tornerei manco morta. Ora, a 40 (o 50) sì è un’altra cosa: più consapevolezze, più sicurezza in me stessa, più obiettivi raggiunti… e chi più ne ha ne metta.
Ma, mi domando, soltanto io ci tornerei di corsa, ad avere 20 anni, nemmeno un pensiero che non fosse una pena d’amore e tutto un infinito interminabile elenco di POSSIBILITA’?

Perché a vent’anni è tutto ancora intero…

Io non ricordo che le insicurezze mi abbiano mai rovinato nulla, non ricordo immaturità che mi abbia frenata e il fatto di avere obiettivi da raggiungere, nemmeno troppo chiari –in realtà- mi aiutava a tenere tutte le voglie bene accese.
La voglia di far festa alla vita, di andarmene in giro con la musica a tutto volume, di vedere l’alba senza preoccuparmi dei programmi per il giorno dopo. La voglia di ballare a piedi nudi in un prato, magari sotto la pioggia, di inventarmi un viaggio e di passare una notte a piangere per amore. O a ridere come la più grande cazzona smascellata della storia.

Il bello è che li ho ancora, tutti questi desideri bene esposti qui, in ordine rigorosamente sparso che mi ballano intorno a giorni alterni. Però è più difficile. Adesso devo programmare, gestire, valutare, organizzare. Prima bastava lo slancio, l’idea, e magari un socio a tenerti compagnia. Prima –almeno, così mi sembra adesso- era tutto lì a portata di mano. Un Eden pieno di alberi stracarichi di frutti. Anche il tempo era flessibile. C’erano pomeriggi interi per le chiacchiere con le amiche, c’erano notti per andare a zonzo come i folli, senza una meta, c’erano le vacanze estive che sembrava non avessero una fine. Mai.

Invece le vacanze sono finite, e sono passati quei tempi. E io ci sto immensamente a mio agio, qui dove sto. Ma non ditemi che sono la sola, che rivivrebbe tutto. Perché è vero che io in prima elementare già avevo nostalgia dell’asilo, però cazzo se si sta bene in quel pezzo di vita che puoi dedicare quasi soltanto a te. Io ci rinuncerei, a qualche certezza conquistata col tempo e con la fatica, in cambio di quei dubbi bellissimi che mi tenevano sveglia la notte.

E non basta. Per spiegare che persona tremenda sono, dirò anche che sono pure invidiosa dei miei figli, se penso che hanno ancora tutto davanti a sé. Se penso che loro saranno le notti di movida e mie quelle da cardiopalma a guardare continuamente l’orologio. Loro il sentirsi splendidamente invincibile e mio il tremare per ogni loro passo azzardato.

Ecco, l’ho detto. Sono una madre immatura e snaturata, vero?

Ma c’è un fatto da considerare, che è ciò che ingarbuglia orrendamente la situazione: nonostante questa malinconia, e la voglia di spensieratezza, e la mia follia irrimediabile di fondo. Nonostante il desiderio bruciante di fare e di andare non c’è più niente –ma niente- che io riesca a fantasticare senza che nell’immagine non ci siano questi due nanetti che mi zampettano intorno.
Ecco la fregatura dell’irreversibile condizione di mamma: non smetti di esserlo nemmeno nelle più ardite fantasie.

Quindi tranquilli, non fuggirò per il giro del mondo lasciando tutto qua. Mi limiterò, come faccio spesso, a buttare i pupi in auto e andarcene in giro urlando con la musica a tutto volume. E altre cosette così, a pari livello di trasgressione.
Che poi a fare la media delle nostre età risulta che io abbia sì e no una dozzina d’anni. Bello, no? A quell’età qualche sciocchezza posso pure permettermela…

Il jolly è: convincersi che gli anni migliori devono ancora venire (Vasco Rossi docet)

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14 Responses to Confessioni di una madre snaturata

  1. Anonimo ha detto:

    Beh! Già avere due ometti sempre pronti a far baldoria con te quando ne hai voglia, non è mica roba da poco!!

  2. verdeacqua ha detto:

    assolutamente si. Tornerei ai miei vent’anni adesso. in questo momento. E rivivrei tutto fino ad arrivare di nuovo qui.

  3. Barbara lamhita ha detto:

    Io a vent’anni ci tornerei…ma pure a 16 in realta’ e in effetti quel che piu’ mi manca e’ la spensieratezza di dover badare solo a me stessa.
    Da quest’estate ho riscoperto il piacere di piantare una tenda in mezzo ad un bosco, solo che questa volta c’erano i miei bimbi a stringersi a me con gli occhi pieni di liberta’…e anch’io li ho invidiati!

  4. Tiziana ha detto:

    Mi spiace Fioly ma non posso alzare la mano. Non ho nessun rimpianto che riguarda il periodo prima della nascita di mio figlio, non l’ho mai avuto, nemmeno quando ero più giovane. Pensa che desideravo un figlio già quando avevo 16 anni e quando, dopo qualche anno, è arrivato è stata una tale gioia una tale scoperta, che nulla mi faceva rimpiangere il periodo della mia vita prima di lui. Ora, che di anni ne ha 32 e non mi occupo più di lui da molto, non mi sento ne troppo matura, ne troppo triste (nonostante l’età) e ho riscoperto una stimolante mezz’età che non mi aspettavo. Le sorprese della vita. No, non sei una madre snaturata, il tuo jolly lo conferma. Notte.

  5. Oana ha detto:

    Io ho 22 anni… e molto bella questa eta anche con un figlio…
    ma osservo con tristezza che si diventa sempre più maturi e noiosi!

  6. roberta ha detto:

    perchè a vent’ anni è tutto chi lo sa,
    a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’ età,
    oppure allora si era solo noi non c’ entra o meno quella gioventù:
    di discussioni, caroselli, eroi quel ch’è rimasto dimmelo un po’ tu…
    i

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