Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Istanti rubati ad #agosto2017 (Salire)

    On: 14 Settembre 2017
    In: istanti rubati, la mia vita e io, quasi poesia
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    obra di vallarsaL’erba sono i miei capelli, i nodi negli arbusti bassi e delle radici sono le nocche delle mie dita. E i polsi. La mia saliva nasce dalle tue fonti segrete e scivola sulla tua schiena piena di gobbe e di cicatrici.

    Sono i miei denti i tuoi sassi levigati e mentre incespico tra i sentieri bianchi, rotolano pietre insieme alle intenzioni e a quello che solo ieri sera sembrava importante.

    Mi si tappano le orecchie e il respiro tuona dentro la gola come l’eco che da valle alla cima ripete tutti i miei nomi. Nelle tue gole oscure il sangue si rinvigorisce e mi aggrappo alle tue vene di roccia come al collo di una madre.

    Poi mi stendo e il cielo si prende i miei occhi e -uno a uno- i battiti del cuore.

    cima postaobra di vallarsatrentinocima postaponte tibetanoobra di vallarsaobra di vallarsa
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  • Istanti rubati a marzo2017 (Impronte sulla neve e le distanze dell’amore)

    On: 6 Aprile 2017
    In: istanti rubati, la mia vita e io, viaggi
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    millegrobbe, trentino

    A marzo siamo stati in Trentino. Eravamo in una baita in mezzo alla neve e c’è stato sole, e nuvole solo ogni tanto. Tanto sole da accendere distese bianche intorno, come un mare di minuscoli specchi riflettenti.
    Abbiamo sciato, e un pomeriggio abbiamo deciso di fare una camminata con le racchette. Lì intorno ci sono pinete bellissime, e poi quella luce. Una passeggiata nel bosco era quel che ci voleva. Peccato che le racchette per i bambini al noleggio non ci fossero – forse non esistono, non so.
    Pazienza, abbiamo detto, ci si va tutti senza. Siamo partiti e proprio di fianco alla baita c’è una scuola per guidare le slitte coi cani. C’erano degli husky bellissimi, ci siamo fermati a guardali, a interrogare i padroni. E poi ci siamo avventurati. Prima la strada era piuttosto battuta e la neve soda, poi via via più soffice e si sprofondava sempre più facilmente.
    Ma c’era quel gran sole, l’ho detto, quella luce che s’infilava dappertutto – sotto la giacca, tra i rami bassi dei pini, nei pensieri. Siamo andanti avanti.

    Mi è tornato alla mente una foto che abbiamo fatto Federico e io qualche anno fa. L’abbiamo fatta col telefonino, una notte di febbraio che sulle nostre colline scendeva una neve leggera, inattesa. Avevamo deciso di uscire, lui e io. La foto è in bianco e nero, come i ricordi di quella notte: bianco della neve, nero del cielo. Abbiamo cenato in un ristorante dalle nostre parti, abbiamo bevuto vino. E poi siamo usciti a camminare perché ci sono poche cose che amo come la neve che cade di notte, come l’idea del mondo che si ferma mentre dormo (e vorrei stare sveglia) e che il mattino dopo è un’altra cosa. Non proprio: la stessa cosa, ma diversa.
    Non ricordo cosa ci siamo detti, ma ricordo le impronte che lasciavamo indietro. Se riguardassi il percorso vedrei orme vicine -quando ci siamo tenuti per mano- e segni di impronte più distanti, ma parallele – devo essermi fermata con gli occhi chiusi a sentire i fiocchi sciogliersi sulla faccia, o lui si è allontanato a frugare il buio, ad accendersi una sigaretta.
    Ho pensato che così è l’amore: camminare tenendosi a portata di braccio. Lasciare orme appaiate.

    Camminando coi bambini, quel pomeriggio di marzo, non siamo arrivati al bosco. Eravamo tutti e quattro esausti un bel pezzo prima, così siamo tornati indietro. Per fare l’ultimo tratto ci siamo divisi: i bambini hanno fatto la strada più breve e noi quella dove la neve era più compatta, per evitare di sprofondare fino all’inguine, spezzando a maleparole l’incanto di quel silenzio.
    Hanno fatto tutto il tratto tenendosi per mano, mentre noi li tenevamo d’occhio.

    Ho corretto la mia idea di amore, perlomeno quello di madre e padre: guardarli camminare a distanza, tenendosi a portata di sguardo.
    Senza lasciare impronte evidenti.

    neve in Monferrato

    In una notte di neve, noi due a lasciare impronte. Il caldo le saccheggerà alla terra, ma non potrà con la memoria.

    millegrobbe, trentino
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  • Istanti rubati ad #agosto2015 (speciale Obra)

    On: 25 Agosto 2015
    In: istanti rubati, la mia vita e io, viaggi
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    vallarsa, trentinoCi sono cose che si fanno soltanto in montagna ad agosto. Ad esempio, le cene della contrada nel prato davanti a casa, ognuno cucina qualcosa, i bambini giocano con le bici e i palloni e se ne vanno in giro a cercare i ghiri lì intorno, che quest’anno ce n’è un’invasione.
    A fine serata tutti –eccetto i bambini- si beve grappa, scegliendola tra una decina di tipi, e si intona (si fa per dire) Quel mazzolin di fiori e Vecchio scarpone.

    vallarsa, trentinovallarsa, trentinovallarsa, trentinoIn montagna ad agosto i tuoi figli scalano alberi e tu pensi che era giusto ‘sta mattina, o ieri al più tardi, che su quei ciliegi ti arrampicavi tu, che allora avevi i codini e le ginocchia sempre spelate. Ora ci sali ancora, dietro tuo figlio, e lo guardi da basso, con le braccia pronte alla presa e il cuore a strappi. (altro…)

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  • Nostalgia e un vecchio baule

    On: 9 Ottobre 2014
    In: la mia vita e io
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    obra di vallarsa (TN)

     

    Ci sono luoghi dove è più facile avere nostalgia.
    Io che sono una professionista del settore lo so bene. Io che prima o poi, una laurea ad honorem me la daranno, in nostalgia.
    Ci sono posti in cui la vena melanconica pulsa come una ferita nuova; e sono i posti in cui, se scavi un po’, trovi le tue radici. Possono essere quelle nebulose dell’infanzia o quelle surreali di adolescenza e prima giovinezza. Oppure, come capita a me tra i monti del Trentino, tutto questo e molto altro ancora.

     

    In quelle strade ogni pietra ha un nome, ogni sasso nasconde la traccia di una lacrima caduta in disparte, un sorriso lasciato in bilico tra l’erba e le violaciocche. Un pensiero custodito come un seme nella terra; tu hai scordato di averlo fatto, quel pensiero, tanti anni fa, ma adesso un bel girasole selvatico ti ricorda che lo avevi lasciato lì.

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  • Istanti rubati ad #agosto

    On: 10 Settembre 2014
    In: foto, la mia vita e io
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    moleto

     

    Agosto è stato un mese fermo, come sospeso. Un gigante buono addormentato sulla schiena di una collina.
    Sono venuti temporali a frotte, ma anche giornate clementi. Dove dal balcone era bello guardare il va e vieni dei corvi, delle nubi e dei torvi.

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  • La casa più casa (e la vacanza)

    On: 6 Agosto 2014
    In: foto, la mia vita e io, viaggi
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    obra di vallarsa (TN)

     

    Mi piace stare a Obra perché è la casa più casa che ho.
    Quella che nei disegni di bimba ha il tetto rossa a punta orlato di tegole e il camino che fuma. Sempre.
    Perché c’è sempre, lì dentro, un posto caldo, vicino alla stufa che crocchia e al fuoco che racconta quanto è stato mentre eri lontana.

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  • (Un luogo e un modo) dove il tempo non c’è

    On: 16 Maggio 2014
    In: la mia vita e io
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    obra di vallarsa

     

    A Obra, in certi –rari- momenti di pace, l’anno scorso, quando i bambini erano appesi dietro ai sogni del loro sonnellino, mi piaceva andare su in cucina e mettermi a scrivere. Era fine estate: spalancavo la finestra e gli scuri e assaporavo il silenzio luminoso del pomeriggio.

     

    Le giornate erano per lo più fresche e assolate, preludio settembrino, e mi piaceva avere per compagnia il ticchettio delle mani sulla tastiera, il vento che frusciava tra i rami degli alberi vecchi davanti a casa e qualche lontano canto di un gallo che ha smarrito il senso del tempo.
    Ancora più in là, dalla strada che scende a valle, echi sguaiati di giochi e risate.

     

    Là di fronte, mi osservavano precisi e attenti i miei monti, il Pasubio di fronte mi strizzava l’occhio.
    Era bello sentire che pace, e  sognarmi scrittrice – che costa, sognare.

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  • I regali che ho avuto (e quelli che vorrei)

    On: 18 Aprile 2014
    In: la mia vita e io, lettera
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    obra di vallarsaIn paesino montanaro di cento anime non è detto che a Natale la Messa di mezzanotte sia proprio a mezzanotte. Poiché il parroco è uno solo per tutta la valle, deve girare di chiesa in chiesa, sperando che la neve non gli complichi ulteriormente la Vigilia.
    Quell’anno, la Messa nel mio paese era stata celebrata alle nove, nove e mezza o giù di lì.
    Quando è finita, lasciati alle spalle i cori di Tu scendi dalle stelle e il bagliore di tante candele, mamma mi ha fatto la proposta: perché nell’attesa di Babbo Natale non facciamo un giro con lo slittino?
    Non so quanti anni avessi, probabilmente tra cinque e otto, e non ricordo quanta incondizionata fede avessi ancora nella venuta dell’uomo vestito di rosso.
    Quello che ricordo perfettamente è il sapore di quella nottata.
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  • Ma vedrà, tra qualche anno andrà meglio

    On: 31 Agosto 2013
    In: la mia vita e io, viaggi
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    bimbi che giocano

    Siamo appena tornati dalla vacanza in montagna: possiamo dire di avercela fatta.
    Con i dovuti aiuti, si intende.  Ed è stato bello, questo momento per noi tre. Riposante no, quello non me lo sentirete dire. E probabilmente sarà così per le vacanze dei prossimi quindici anni, stando a quello che raccontano genitori più rodati e con più anzianità di servizio (incoraggiamenti mai, eh). (altro…)

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  • Schiaccia “pause”. A Folgaria

    On: 1 Agosto 2013
    In: viaggi
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    folgariaPremio ritirato: lo scorso fine settimana, gita di gruppo a Folgaria, in Trentino.
    La partenza, per la verità, non lasciava presagire nulla di buono: siamo quasi entrati nel guinness dei primati impiegando circa 10 ore per percorrere 400 chilometri. Autostrada deviata e coda, non se ne usciva. Non scenderò in dettagli raccapriccianti, vi basti pensare ai due monelli immobilizzati nei loro seggiolini nel pomeriggio più torrido dell’estate. Ecco.
    Poi, però, siamo stati ampiamente ripagati della fatica: dopo un sonno rigenerante siamo partiti alla scoperta di quel posto da cartolina.
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