Siamo appena tornati dalla vacanza in montagna: possiamo dire di avercela fatta.
Con i dovuti aiuti, si intende. Ed è stato bello, questo momento per noi tre. Riposante no, quello non me lo sentirete dire. E probabilmente sarà così per le vacanze dei prossimi quindici anni, stando a quello che raccontano genitori più rodati e con più anzianità di servizio (incoraggiamenti mai, eh).
Perché ci sono stati gli zii a darci una mano, e per qualche giorno pure il nonno. Venivamo vestiti e stirati e cucinati. Un lusso mica da ridere. Qualche oretta me la sono pure ritagliata, mentre i bimbi erano a passeggio con qualche baby sitter generoso. Però ho scelto –non solo per non approfittare troppo della disponibilità dei parenti, che comunque, ripeto, mi hanno salvato vacanza e psiche- di stare il più possibile coi due monelli.
Lemuele è in una fase di capriccio e anche nervosismo che a tratti mi preoccupa e ho voluto approfittare di tutto il tempo per stare insieme, adesso che il lavoro non mi tiene lontana. Piccolo superabile ostacolo, la mia safena da operare (quando mi chiameranno) un po’ dolorante, nonostante il very sexy look che mi regala una conturbante calza bianco latte anti trombo (lo dice la parola).
Comunque. Ho raccontato molte storie, letto libri, inseguito caprioli nel bosco. Ho consolato lacrime e dispensato abbracci nella notte. Ho anche cominciato a distribuire qualche sculaccione, io pacifista convinta, perché mi sono resa conto che quando sono insieme non ascoltano nemmeno sotto minaccia di frustate e si mettono seriamente in pericolo.
Come quel giorno che si sono arrampicati sulle scale di una casa in paese, attigua a quella davanti a cui ci eravamo fermati, e quando li ho rincorsi urlando sul balcone mi sono resa conto che Eliandro stava ridendo e correndo verso il fondo del terrazzo.
Senza ringhiera.
Avete presente quegli incubi in cui ogni tuo movimento sembra essere inutile o addirittura nocivo, mentre l’epilogo va inarrestabile verso la tragedia?
Ecco.
L’ho fermato a un passo dal vuoto.
Ho fermato il mio cuore schizzato e una litania di improperi irripetibili un paio di ore abbondanti dopo.
Forse non mi sono ancora ripresa.
Sculacciata meritatissima. Peccato che lui abbia continuato a ridere, imperterrito.
Mi sa che non ho la mano abbastanza pesante.
Sono due bambini piccoli, maschi, di età ravvicinata e non una che sfiori lontanamente la ragione. Un mattino un’anziana signora ci ha osservati per una mezz’ora giocare in uno spiazzo. Prima di andarsene mi si è avvicinata lentamente e mi ha sussurrato: “Auguri signora, per quello che l’aspetta, sa. Credo che lei ne abbia bisogno”. Non ho saputo replicare. Ma deve avermi letto lo sguardo e ha aggiunto, magnanima: “Ma vedrà, tra qualche anno andrà meglio”.
Ah bè, allora. Basta sopravvivere per arrivarci.
E vi risparmierei il capitolo del gran finale con febbrone da cavallo –mio- peraltro ancora in corso.
Mi sono divertita però, mi è piaciuto stare con loro sempre. Parlo parlo e dopo pochi minuti di assenza mi mancano. Non serve nemmeno dirlo, come sono orgogliosa di loro. E innamorata.
Ma quando al telefono il loro papà mi diceva “Come vorrei essere in vacanza con voi, a riposare un po’” una parolaccia poteva pure scappare.
Solo perché a distanza la sculacciata non riusciva.
Il jolly è: dopo la montagna, aumentare il livello di difficoltà partire per il mare. Febbre permettendo (incrociate le dita!)
Ma vedrà, tra qualche anno andrà meglio
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Questa foto ha quella cosa che si cerca in uno scatto…ce l’ha (è solo da contrastare leggermente di più in modo da dare più enfasi alla storia che racconta). Brava Fioly!
The Real Person!
Author Fioly acts as a real person and passed all tests against spambots. Anti-Spam by CleanTalk.
ma dici? evviva, grazie! 🙂
Per la Peppa come ti capisco! Anche io, come sai, sono mamma di due maschietti abbastanza vicini d’età … Quest’anno la parola vacanza ha iniziato a riacquisire il suo autentico significato, hanno 5 anni e 1/2 e 3 anni e 1/2. Già lo scorso anno eravamo più rilassati perchè almeno il grande aveva imparato un pochino a non cacciarsi sempre nei guai. E’ dura, la situazione a volte è da cardiopalma, come da te descritto, ma restano il regalo più bello che la vita mi ha fatto. Per assurdo, ora che il maggiore è in prima elementare e sta iniziando a perdere i primi dentini da latte, rimpiango le nottatacce di quando li aveva messi. Patisco il fatto che stia diventando sempre più autonomo…. Ah santo masochismo materno!
ah ah hai perfettamente ragione… noi mamme siamo masochiste! forse anche per quello abbiamo scelto di diventare mamme… ma concordo su un’altra cosa: questi momenti sono unici e irripetibili. il regalo più bello che poteva farci la vita.
ti abbraccio
Dai dai dai, col tempo aumenta la complicità e per pochi magici istanti sono loro a volersi occupare di noi… E tu prenditi cura di te e del tuo febbrone!
Grazie cara, in realtà non ho fretta, così sono stancanti ma sono uno spettacolo… Magari, avete ogni tanto una tata;)…
Immagino la paura per il pericolo scampato. Bentornata.
Raffaella
Non ho ancora controllato ma temo che qualche capello bianco non manchi.
Grazie 🙂
Sembra un po’ il riassunto delle nostre vacanze! Anch’io due figli maschi con soli 18 mesi e 1 giorno di differenza….da paura!!!!
Ho appena scoperto il tuo blog e mi piace un sacco!
Eh allora mi sa che ci capiamo alla perfezione! Grazie mille per essere passata di qui