In paesino montanaro di cento anime non è detto che a Natale la Messa di mezzanotte sia proprio a mezzanotte. Poiché il parroco è uno solo per tutta la valle, deve girare di chiesa in chiesa, sperando che la neve non gli complichi ulteriormente la Vigilia.
Quell’anno, la Messa nel mio paese era stata celebrata alle nove, nove e mezza o giù di lì.
Quando è finita, lasciati alle spalle i cori di Tu scendi dalle stelle e il bagliore di tante candele, mamma mi ha fatto la proposta: perché nell’attesa di Babbo Natale non facciamo un giro con lo slittino?
Non so quanti anni avessi, probabilmente tra cinque e otto, e non ricordo quanta incondizionata fede avessi ancora nella venuta dell’uomo vestito di rosso.
Quello che ricordo perfettamente è il sapore di quella nottata.
Quell’anno, la Messa nel mio paese era stata celebrata alle nove, nove e mezza o giù di lì.
Quando è finita, lasciati alle spalle i cori di Tu scendi dalle stelle e il bagliore di tante candele, mamma mi ha fatto la proposta: perché nell’attesa di Babbo Natale non facciamo un giro con lo slittino?
Non so quanti anni avessi, probabilmente tra cinque e otto, e non ricordo quanta incondizionata fede avessi ancora nella venuta dell’uomo vestito di rosso.
Quello che ricordo perfettamente è il sapore di quella nottata.
La neve era alta e soffice, come veniva in quegli anni : generosa, senza risparmiarsi. E sotto la luce della luna piena era così bianca e riflettente da restarne abbagliati, trafitti da quella bellezza di latte.
Il cielo era così pieno di stelle che sembrava visto da un’altra galassia, stelle che – potrei giurarlo – sono esistite quella notte soltanto.
Ricordo le discese senza fiato, frantumando di grida un silenzio quasi perfetto. Quasi irreale.
E le nostre guance rosse – rosse!- quando rientrando in cucina ci siamo asciugate vicino alla stufa i vestiti bagnati.
Il cielo era così pieno di stelle che sembrava visto da un’altra galassia, stelle che – potrei giurarlo – sono esistite quella notte soltanto.
Ricordo le discese senza fiato, frantumando di grida un silenzio quasi perfetto. Quasi irreale.
E le nostre guance rosse – rosse!- quando rientrando in cucina ci siamo asciugate vicino alla stufa i vestiti bagnati.
Non so quanti pacchi ho scartato, quella notte. Ma custodisco il ricordo di quella slittata tra i doni più belli che io abbia mai ricevuto.
Oggi, il giorno del mio compleanno, vorrei due regali.
Il primo: altre notti di quell’attesa felice, di gioia bambina. Credo che un paio all’anno siano sufficienti a dare senso a una vita.
Il secondo: altri dieci minuti di mamma, almeno nei sogni. Possono bastare, per ora.
Il primo: altre notti di quell’attesa felice, di gioia bambina. Credo che un paio all’anno siano sufficienti a dare senso a una vita.
Il secondo: altri dieci minuti di mamma, almeno nei sogni. Possono bastare, per ora.
Il jolly è: un brindisi a me e a chi mi vuole bene!
Tags: 39, auguri, compleanno, jolly, natale, neve, obra di vallarsa, regali, sentimenti, slitta, trentino
Scusa ma leggo solo ora…tanti auguri! per il compleanno e perché i tuoi sogni si realizzino
The Real Person!
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grazie! accolgo i tuoi auguri con gioia!
Un po’ in ritardo, ma in fondo questo nuovo anno è appena iniziato 😉 C’è tempo un anno perché i tuoi desideri diventino realtà!
E io credo che sia possibile 🙂
Auguri!
The Real Person!
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…e io ho grande fiducia!
grazie
AUGURI sul finire di questa giornata che spero sia stata all’eltezza delle aspettative!!!
The Real Person!
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sì, una giornata serena e lieve. grazie!
Bhè io ti auguro che il tuo ” vorrei” diventi presto “HO”.
Tanti auguri, ancora e sempre!
The Real Person!
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grazie Dani!