Metà novembre e il mondo intorno pullula di richiami al Natale. Già dal pre Halloween si vedevano in giro zucche e fantasmi affiancati da panciuti omoni vestiti di rosso.
Ora. Io sono tutt’altro che un Grinch ma tutto ciò mi pare un pochino eccessivo. Avanti di questo passo mi aspetto di trovare le renne con le slitte accanto all’invito per il pranzo di ferragosto.
Però ormai ci siamo: tra meno di un mese, dall’8 dicembre, come tradizione vuole, aprirò anche io le porte di casa al Natale. (Il poveraccio, probabilmente, ci troverà un tale disordine che farà un passo indietro per non aumentare l’entropia. Ma questo è un altro discorso).
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Di vecchi presepi e nuovo stupore
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Radici che abbracciano il mondo
C’è qualcosa di perenne, nei monti. Forse per questo li amo tanto. Per quella loro anima dura e nascosta, per quella loro forza di pazienza inossidabile. Forse li amo per questo, o forse perché ci sono cresciuta, tra i monti del Trentino, in questa valle riservata e pudica che è la Vallarsa.
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In verità qui ci è crescita mia madre, e io solo un pezzetto ogni anno, appena la scuola chiudeva quel poco che bastava per scappare quassù. Però mi ha insegnato a conoscerla con così tanta passione, mia madre, questa terra, che è MIA più di quanto non lo sia qualunque altro posto al mondo. -
Il mio posto speciale
Ognuno di noi ha un spazio speciale, in cui si sente a proprio agio, al sicuro. Un luogo che dà buone vibrazioni, energia positiva, vitale. Quello in cui si corre quando si ha bisogno di ricaricarsi, o rasserenarsi.
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Il mio posto speciale è nella mia casa in Trentino, quella che non abito abitualmente ma che è più mia di ogni altro luogo al mondo. In realtà è appena fuori, dalla casa, all’aperto.