Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Quello che non t’ho detto

    On: 25 Febbraio 2016
    In: lettera, sproloqui
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    quello che non ti ho dettoQuello che non t’ho detto
    è un silenzio scalzo,
    una frase d’effetto.
    Le tue mani di radice
    hanno dato aria e rincalzo
    al verde della linfa:
    la terra -come l’amore-
    si innaffia
    e non si dice.

    Non t’ho detto ti giuro
    perché saranno i miei passi
    e non le parole
    a farti sicuro.
    Tu albume, io tuorlo
    quello che non t’ho detto
    si traduce dai sogni
    sull’orlo del giorno.

    Non ti ho mai detto
    che hai acceso di mattino
    l’estate
    sbaragliando certezze,
    buttate nel mazzo
    due a due
    e scompagnate.

    Non ti ho detto
    dello stupore azzurro
    per la sete dei pesci
    che trova ristoro
    tra le tue braccia.
    E dei tuoi figli,
    che hanno fatto intero
    quello che prima
    è stato soltanto
    una traccia.

    Non ti ho detto

    quello che sarebbe stata

    -senza te-
    la mia vita:
    un cielo col coperchio,
    un fuori gioco
    a fine partita,
    un punto a capo
    che non chiude il cerchio.
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  • Sproloquio sui modi e sulle età

    On: 16 Febbraio 2016
    In: sproloqui
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    sagresSapere alcune cose servirebbe a vivere meglio. Forse. Per questo vorrei dire agli adolescenti che quello che gli altri pensano di loro vale infinitamente meno dell’ultimo guardarsi distratto allo specchio prima di infilare la porta. Meno persino di quel brufolo venuto fuori prima, o dei capelli che non stanno, oggi proprio non stanno. È peccato che il bruco non si goda il bozzolo in attesa delle ali, che comunque verranno.

     

    Dovrebbe sapere un ragazzo che la vita davanti gli strizzerà l’occhio più facilmente se comincia presto a distinguere le passioni dalle infatuazioni, a provare mille cose per sceglierne alcune e coltivarle con pazienza, per dare ai sogni una possibilità; perché è ottima la semina di primavera, per moltissimi raccolti.
    Una ragazza si vedrebbe quasi sempre più bella con gli occhi di un uomo intelligente -la sola categoria di cui debba importare- che non misura circonferenze con il centimetro, ma i salti in gola che un bel sorriso fa fare al respiro.

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  • Gli anni addosso

    On: 18 Gennaio 2016
    In: sproloqui
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    gli anni addossoMi si scollano di dosso gli anni,
    vecchi francobolli attaccati a saliva.
    Mi cade sulle spalle l’anno che garrivo
    sulle spalle di mio padre, allegra e dritta,
    regina di portamento sulle strade sgarrupate di paese,
    tra la piazza e il cortile.

    Mi scivola sul petto il 1994,
    anno del primo amore incoronato, in un giugno di sabbia tiepida
    e sementi. E molle di ubriachezza e di qualche cosa che sembrava intero
    ascoltavo le canzoni di Battisti, ballavo le canzoni degli Smiths.
    Cantavo le canzoni alla chitarra senza accordi sulle dita, senza note
    allo spartito, muovevo dottor martens rossi a braccio,
    sul palchetto scheggiato e liso alle feste d’Unità.

    Dalle tempie rotola una carezza di madre,
    la raccolgo nell’incavo del collo e ci poggio la testa,
    in riposo. Dondolo piano, da un piede all’altro,
    cercando quella fermezza di granito,
    quel basalto di tenerezza quieta che non ho trovato dopo,
    dentro nessun abbraccio, dietro nessuna barricata.
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  • Punto elenco per il 2016

    On: 4 Gennaio 2016
    In: la mia vita e io, sproloqui
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    punto elenco
    • non ti muovere verso il traguardo: stai fermo lì e vedilo arrivare cambiando lo sguardo
    • non dividere con gli altri quello che hai, molto meglio dividere il buono di quello che sei
    • fai coriandoli delle certezze, nutri il dubbio offrendogli i tuoi pensieri scalzi e zero sicurezze
    • spera di perderti e inciampare prima di arrivare in cima alla scalata : il viaggio che va liscio di bonaccia non insegna come fare quando c’è la mareggiata
    • non rispettare a priori la misura, stai sopra o sotto e sempre fuori inquadratura
    • non fare niente per fare cambiare opinione, cura il tuo punto di vista senza la boria della condivisione
    • fai che la voce del verbo navigare serva non solo per il browser ma soprattutto a star per mare
    • alimenta il pensiero divergente, non prendere parte alle dispute inutili, pur disprezzando certe opinioni, rispetta le gente
    • guarda le cose da sotto in su che a star troppo in alto prima o poi si va giù
    • tratta da uomo ogni piccino e aiuta ogni uomo a trovare il bambino.
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  • Tiritera di Capodanno

    On: 30 Dicembre 2015
    In: la mia vita e io, sproloqui
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    tiritera di capodannoCapodanno. Finisce un viaggio
    e uno ricomincia. O forse è sempre lo stesso
    ma è bello immaginare
    una cosa che comincia.

    Vorrei che il mondo si raddrizzasse un po’.
    È un mondo strano: le anatre libere di migrare
    e gli uomini no.

    Vorrei diventare il pastello
    di cera, ma bianco
    che sul bianco non si vede
    ma sul nero sa fare la neve.

    Mi piacerebbe tonasse di moda
    il valore della sfumatura
    ripristinare il fascino timido del grigio
    e ridare importanza alla misura. (altro…)

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  • Notte e l’Oceano

    On: 10 Dicembre 2015
    In: sproloqui
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    ondaIl vento si struscia sul mare: è un gatto nero, giallo di sguardo, contro la mano che gli allunga il cibo.
    Solo il vento sa fare il mestiere del vento alla sabbia: livella. Porta via tracce come non fossero state, cambia contorni al mondo.
    Il vento liscia l’evidenza e la trasforma, tratta le dune al modo della memoria con i ricordi.
    Il vento e il tempo stanno a libro paga dallo stesso padrone.

    L’onda ha il rantolio del tuono, la potenza della mano aperta a schiaffo.
    Batte lo scoglio come chi miete fa con il grano
    e ti sa spaventare:
    un crollo di pentole dentro la notte.
    Se t’avvicini lascia sulla bocca il sale,
    al modo dei pistacchi sgusciati tra i denti
    e dei baci ai primi appuntamenti.

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  • L’imparzialità del mare

    On: 20 Ottobre 2015
    In: sproloqui
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    mareSe potessi stare a tu per tu col mare, gli chiederei ragione dell’imparzialità che mette in certi fatti tra gli uomini. Per quale legge sia costretto a pesare uguale sulla testa di chi scappa e sulla testa di chi, di quella fuga, fa commercio.
    Chiederei perché non mette il sale per disinfettare certe ferite invece che bruciare gli occhi di chi li spalanca contro l’ultimo straccio di cielo.

    Ma lui continua alla sua maniera, rendendo conto solamente al vento e al cambio delle lune. Lascia gli uomini a illudersi d’aver trovato il modo di domarlo, poi se vuole gonfia il petto dentro un’onda e cancella un’isola, figurarsi due barchette.
    Se la terra si lascia mortificare di confini, il mare mette tutti al proprio posto, senza parteggiare per la preda o il predatore. (altro…)

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  • Tra malva e arancione

    On: 29 Settembre 2015
    In: sproloqui
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    alba sul mareA volte mi manca la carta. A volte le idee. Altre le parole. Qualche volta persino il tempo. Capita pure che manchi la voglia.

    A volte, c’è troppo di tutto.
    Poi allungo il collo, supero scrivanie con lo sguardo. Oppure il tavolo della cucina o il sedile di quello seduto di fianco sul treno. Tuffo gli occhi nella luce. Per scrivere, meglio fioca. Meglio cieli gonfi di neve, nuvole di caffelatte dove inzuppare il pane.

    Il cielo oggi è quello d’un’estate pallida. Ma tanto pallida che lo capisci, che ormai è già via.

    Dopo, mi guardo le dita. Mi guardo sempre le mani per scegliere le parole. Per questo, da un po’ di tempo in qua, metto lo smalto.
    Sembra che i pensieri vengano giù più spediti, con lo smalto colorato sulle unghie. Mi piace color malva, di più. O mattone. Il color mattone apre il chakra dell’immaginazione. Secondo me.
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  • Ci sei dentro

    On: 27 Agosto 2015
    In: la mia vita e io, sproloqui, viaggi
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    piccole dolomitiHo visto i muscoli della montagna. Sono striature scure dove crescono alberi che ad alta quota diventano cespugli bassi, erbe e muschi.
    Ho scalato il fianco duro e verticale, oltre i suoi duemiladuecentocinquanta metri di protensione al cielo. Le ho sentito il battito del cuore, uno solo lento e lungo come il rintocco di una campana, lontana, di notte.
    Ho appoggiato l’orecchio sulla sua schiena, ad auscultarne le intenzioni, mentre cercavo l’appoggio al piede e l’appiglio alla mano.

    C’era un silenzio rotto dagli strappi amplificati dall’eco di qualche pietra che rotola per una camoscio in fuga, del sibilo della marmotta e del suono del corvo. Di scarponi che battono la terra e spostano ghiaia spessa.
    La montagna l’ho pagata, per il suo tenermi addosso, in moneta di fatica e fiato che si fa breve, come la pausa dopo il punto che non va a capo.
    Mi ha pagata lei con un senso di cuore che s’allarga e sterno che si apre, quando, alla fine di certe salite, si stendono orizzonti in dissolvenza, dopo lo strapiombo.

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  • Si apre il sipario e buona la prima

    On: 3 Agosto 2015
    In: sproloqui
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    uno spicchio d mondoIl mondo sarebbe un poco più leggero se ci fermassimo tutti, adesso. E buttassimo i sassi dalle tasche, setacciassimo i grumi dai pensieri, levassimo ste scarpe strette, sempre troppo strette.
    Il mondo sarebbe un posto più onesto se ogni uomo somigliasse un po’ alle parole che dice.

    Il mondo sarebbe più largo se nessuno reclamasse un posto acquisito per diritto di nascita e capisse, ora e per sempre, che la fortuna di nascere dalla parte giusta del mondo non ha merito, pure il proverbio lo sa, che la fortuna è cieca. Lo sa persino quel poveretto arrivato da lontano, ma così lontano che ha finito le scarpe, e ha mani magre che gli vedi le ossa, e sulla faccia la collezione di tutti i racconti che noi non vogliamo sapere. Lui sa che la fortuna è cieca, perché se gli venisse in mente che invece ci vede, gli toccherebbe di andarla a cercare per ficcarla su un barcone e lascarla in balia dei pescecani.

    Sarebbe più largo, il mondo, se non ci sedessimo sulla nostra cittadinanza con l’arroganza di un bullo sul tram, che mette il culo su due sedili per non farci stare nessun altro.

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