Mi mancherà. Questa seconda meravigliosa maternità a casa coi miei bambini, a occuparmi di loro, a seguirli passo a passo, ad avere come priorità ogni loro piccolo traguardo. Mesi bellissimi, complicati, memorabili.
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Sognando il telelavoro (post altamente lamentevole)
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E tutto racconta di noi
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Quello che non ho
Read MoreA volte leggo delle cose in giro e penso che io, delle cose così, non le so mica scrivere. Per inabilità, per mancanza di originalità, per buonismo o educazione. Per finta dabbenaggine, anche. Non ne sono capace.
Perché magari ci sono dentro troppi giudizi affilati, troppe parolacce, troppo crudo realismo, troppo di tutto che scontenta qualcuno. Sono cose scritte pane al pane che mi piace tanto leggere, ma che non so raccontare. Forse fatico persino a pensarle, certe cose. Perché c’è dietro quell’intelligenza tagliente, anzi vivisezionante, che probabilmente non posseggo. Quella malizia che non mi è mai appartenuta, nemmeno da ragazzina, quando facevo tanto la frivola al punto che più d’uno mi ha chiesto Ma ci sei o ci fai. -
Scusate non mi lego a questa schiera
Read MoreIncredibile: in meno di un mese sono riuscita a leggere un libro. Tutto eh, da pagina 1 fino alla quarta di copertina, indice compreso. Sono stata brava. Ho letto acrobaticamente con un pupo sulla pancia e uno appiccicato al collo, poi girando in cortile col passeggino e il libro appoggiato sopra, poi quando dormivano, ma pochissime righe perché è un gran difficile che dormano in contemporanea. Ho letto –poco poeticamente- in bagno e nelle posizioni più scomode mentre facevo addormentare Eliandro, che lui se vede un libro se lo vuole mangiare (come ogni altra cosa semi solida nel suo raggio d’azione). Ho letto ad alta voce per Lemuele, ma pochissime parole perché alla quinta o sesta lui capisce che non è una favoletta delle sue e che la mamma sta cercando di farlo fesso.
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Quando la terra trema, il cuore di più
Read MoreChi mi conosce lo sa, non sono mai riuscita a schiacciare nemmeno un insetto (zanzare a parte, la categoria non me ne voglia). Anche perché da piccola mi capitava spesso di fantasticare sulle più –apparentemente- insulse bestiole. Sulle colonie di formiche, per esempio. Mi immaginavo questi gruppi industriosi e indaffarati venire sconvolti ogni volta da una mossa umana o di qualche animale appena più grande. Me le vedevo disperate e affrante, con il loro lavoro distrutto, incapaci di comprendere cosa stesse accadendo. Me le immaginavo correre a destra e sinistra, sconvolte dalla catastrofe, causata magari dal nostro semplice passaggio con una bicicletta.
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Arcobaleni inventati: i colori dei bambini
“Di che colore è questo? Giallo come?”
“Come il sole”
“Questo è blu come?”
“Il mare”
“Bianco come?”
“La neve”Li insegniamo così, i colori ai bambini. Facili, diretti. Il verde ricorda i prati brillanti della primavera, il marrone le castagne che pesano sugli alberi in autunno. Semplifichiamo per loro una realtà così ricca di sfumature perché noi stessi abbiamo paura di naufragarci dentro.
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A piccoli passi
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Parole inutili per un post retorico
Read MoreMettere al mondo un figlio oggi, una sfida che fa venire i brividi. Per quello che gli offri, per quello che gli mancherà. Un mondo pieno di brutture strombazzate con poco pudore da giornali e tv. L’insensatezza umana che diventa show, l’arroganza come principale forma di comunicazione. Il razzismo, questa fobia di tutto quello che ha un colore, una forma, un passato, un pensiero diversi. Il sessismo, questa ricerca di parità che il più delle volte è un livellamento verso il basso.
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Nascite e rinascite
Read MoreTepore, primavera che si annuncia, peccati di gola a base di cioccolato, fioriture a sorpresa su distese teneramente verdi: ecco cosa evoca in me la pasqua, nella sua valenza più laica e terrena.
Mi viene in mente la rotondità dell’uovo, la curiosità gialla del pulcino, fecondità che germoglia e si fa reale. Intuizione che diventa materia con la leggerezza azzurra di un cielo spennellato di fresco, con la speranza di sole. Gemme che spingono per la vita, che vogliono farsi fiori e piante, che silenziose e discrete fanno capolino e si trasformano, un’infinità di volte più una dalla nascita del mondo.