Ho quasi 40 anni e pochissime certezze. Ma di una cosa sono sicura: ci sono periodi della vita in cui si impara di più, più in fretta. Molto spesso, questi momenti particolari coincidono con un viaggio, con il fatto di chiudere la valigia e uscire, anche per poco, dalla propria zona comfort.
E anche le due settimane in Marocco mi hanno insegnato -o mi hanno aiutata a ripassare – un po’ di cose.
Qui le prime tre.
E anche le due settimane in Marocco mi hanno insegnato -o mi hanno aiutata a ripassare – un po’ di cose.
Qui le prime tre.
1 La distrazione si paga. Stavamo su una spiaggia surreale, nella laguna di Oualidia. Vicino a noi, un grappolo di barche in secca e un pugno di tavolini di plastica buttati lì, intorno ai quali pescatori volenterosi grigliavano il pescato del mattino. Altri continuavano a dar di lenza, aggrappati agli scogli, a ridosso di onde ruggenti.
Poi dune di sabbia, cavalli di passaggio, acquaioli, la luce allucinata che precede un tramonto denso di nuvole.
Poi dune di sabbia, cavalli di passaggio, acquaioli, la luce allucinata che precede un tramonto denso di nuvole.
Stavo persa nel mio mondo immaginario, un po’ a far foto, un po’ a guardare i giochi dei bambini piedi nell’acqua, quando lo smartphone mi è scivolato di tasca. Quando me ne sono accorta, cinque minuti dopo, era tardi. È seguita una mezz’ora di incazzatura che non mi fa onore, poi la rassegnazione, poi una settimana completamente off line. E, vi dirò, non è stato così male.
2 La seconda lezione riguarda i compagni di viaggio. Nella fattispecie, mia sorella, che ci ha tenuto compagnia per cinque giorni di strada in terra marocchina. Abbiamo realizzato che sono passati sei anni dall’ultimo viaggio serio fatto insieme.
Mi mancava, la sintonia con cui ci muoviamo sulla crosta del mondo: disorganizzate, disorientate, ma curiose e divertite sempre. Altrettanto contenti i bambini, che per un po’ di giorni hanno avuto accanto la zia a tempo pieno.
La morale è: alimenta e cementifica un rapporto inossidabile con una bella sortita in terra sconosciuta. È tempo che nei ricordi diventa prezioso.
Mi mancava, la sintonia con cui ci muoviamo sulla crosta del mondo: disorganizzate, disorientate, ma curiose e divertite sempre. Altrettanto contenti i bambini, che per un po’ di giorni hanno avuto accanto la zia a tempo pieno.
La morale è: alimenta e cementifica un rapporto inossidabile con una bella sortita in terra sconosciuta. È tempo che nei ricordi diventa prezioso.
3 Mi sono resa conto, una volta di più, di come cambi il senso del pericolo con dei bambini appresso. Sono stata a Marrakech nove anni fa ma non ho nemmeno notato i motorini, le biciclette e le carrozze tirate da asini e cavalli che sfrecciano nelle vie strette della medina credendosi tir in superstrada, incuranti di traffico e pedoni. I primi due giorni stringevo così forte le mani di Eliandro e Lemuele che credo di avergli fermato il sangue.
Ho pensato che forse siamo stati avventati a progettare un viaggio simile, ho vissuto attimi molto vicini all’ansia. Poi mi sono rasserenata. È stato faticoso. Ma la bellezza di un’avventura insieme mi ha ripagata ampiamente di tutte le tensioni.
Ho pensato che forse siamo stati avventati a progettare un viaggio simile, ho vissuto attimi molto vicini all’ansia. Poi mi sono rasserenata. È stato faticoso. Ma la bellezza di un’avventura insieme mi ha ripagata ampiamente di tutte le tensioni.
Tags: compagni d viaggio, essouira, foto, francesco de gregori, jolly, laguna di oualida, marocco, marrakech, sorelle, viaggio
[…] Altre tre cose del viaggio in Marocco. 4 Uno dei luoghi che proprio mi affascina del Marocco, e della fetta di mondo che ho visto, sono i villaggi berberi. Abbiamo visitato quelli che si abbarbicano nelle valli in torno a Demnate. Li abbiamo attraversati in auto fiutando la direzione perché i segnali sono pochi e quasi incomprensibili; siamo andati avanti e avanti, fino a quando non abbiamo trovato la strada interrotta per lavori. In quei due giorni mi è sembrato di essere sospesa in un luogo fuori dal tempo. Mi dà una strana sensazone pensare a quanti modi diversi ci sono di vivere. Come tra queste case di terra che si confondono con il paesaggio, che devi forzare l’occhio per metterle a fuoco in lontananza. Dove la gente vive senza agi, spostandosi a dorso di mulo. Dove le persone che incroci per strada, vecchi, adulti e bambini, non ti negano uno sguardo e un sorriso. […]
Meravigliose fotografie e meraviglioso viaggio!
Il Marocco è una di quelle mete che io e mio marito vorremmo scoprire al più presto, ma vivendo all’estero sempre in paesi arabi quando torniamo per le vacanze abbiamo sete di Italia.
The Real Person!
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lo immagino! però, quando vi capiterà l’occasione, ne vale davvero la pena.
a presto!
che bellezza le tue foto… che voglia di partire!
The Real Person!
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grazie… anche io ripartirei! 😉
[…] Un po’ di cose che questo viaggio mi ha insegnato: 1. Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai (cit.) […]