A dire il vero, la terza lezione me l’ha gridata con una certa prepotenza, guardate un po’.
Che abbiamo fatto? Abbiamo alzato la musica e incrociato le dita, invocando la fortuna dello sprovveduto. Ha funzionato. Al limite del miracolo, con una manovra da rellista Federico è uscito a tirar fuori la macchina dalla fossa e raggiungere, con le ultime esalazioni di benzina rimaste, un paese e un benzinaio (solo a quel punto di sono svegliati i bambini, beatamente ignari degli scampato pericolo).
Bisogna vedere quel che non si è visto,vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si era visto in estate,
vedere di giorno quel che si era visto di notte,
con il sole dove la prima volta pioveva,
vedere le messi verdi,
il frutto maturo,
la pietra che ha cambiato posto,
l’ombra che non c’era.
Bisogna ritornare sui passi già dati,
per ripeterli,
e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
José Saramago
Bella l’idea di portare in viaggio un libro di poesie! Seguirò il consiglio!
The Real Person!
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mi sono ripromessa di fare lo stesso alla prossima gita 🙂