Per il suo compleanno, Eliandro non ha chiesto nulla. O, per dire meglio, ha chiesto mille regali, che equivale a non chiedere nulla. La verità è che a lui piacciono le sorprese e qualsiasi cosa -o quasi, ma è un quasi molto sottile- lo fa contento.
Ha avuto una bicicletta. Naturalmente senza rotelle perché ci sa andare da un pezzo. Il segreto per imparare è uno: Bisogna provare tante volte, velo? E non bisogna aver paura di cadere perché se si cade si impara.
È la sua filosofia di vita, già abbastanza rodata all’alba dei 5 anni.
Lui è quello che si programma i sogni prima di dormire: Nel mio celvello ci sono tanti videi: quando mi addolmento scelgo quello che voglio vedere: questo no, questo no… questo! e così faccio il sogno che voglio.
Io pagherei ogni notte il biglietto, per godermi lo spettacolo dell’intera compilation di videi nel celvello di mio figlio.
Eliandro ha amici veri, quelli dell’asilo, e amici immaginari. Il più fidato è un drago volante che si chiama Gulo. Un giorno è venuto da me un po’ piccato e mi ha detto: Mamma, papà e Meme hanno riso perché dicono che Gulo sembra culo, ma io che colpa ne ho se si chiama così!
Giusto. (Certo, ora che sta imparando a scrivere e vuole annotare il nome del drago sotto i disegni che fa all’asilo, qualcuno potrebbe fraintendere… Come quando siamo andati al cinema a vedere Eliot, che lui ha immediatamente ribattezzato, e nelle pause di silenzio sentivi urlare: Vai Gulo!)
Gulo viene con noi dappertutto, soprattutto in piscina. Perché Eliandro aveva molta paura dell’acqua, al punto da non volersi mai lavare la testa. Ma quando gli ho proposto il corso di nuoto come suo fratello ci ha pensato su. Eravamo in macchina, è stato zitto un bel pezzo.
A che stai pensando, gli ho chiesto a un certo punto.
Lui, guardando fuori dal finestrino: Che ci voglio provare, mamma.
Le prime volte non è stato facile comunque, ma poi ha avuto l’idea che ha cambiato le sorti del nostro corso di nuoto: Sai cosa faccio? In piscina mi porto Gulo e i suoi cuccioli, così loro mi tengono le mani e i piedi e non mi fanno affogare. Bè, difficile da credere, ma da allora non ha avuto più paura e andare in piscina è una festa.
Lo guardo andare con la bici nuova, impantanarsi, perdere l’equilibrio e rialzarsi. Arriva a stento ai pedali, ha il naso rosso per il freddo, i guanti infangati a furia di cadute. Se la ride sotto il caschetto.
Se potessi esprimere un desiderio per il suo compleanno, vorrei che restasse così: senza paura degli inciampi, capace di programmare i sogni, e mai, mai arreso. Perché per pedalare bene bisogna cadere tante volte, prima.
Vorrei imparare da lui, dal suo pensiero magico.
Soprattutto, vorrei che Gulo ci tenesse compagnia per tanto tempo ancora. E dopo averci aiutati a nuotare, potrebbe continuare a farci volare.
Il jolly è: auguri, amore mio.
Read More