Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Post per un podio

On: 20 Maggio 2012
In: la mia vita e io
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a cavalloQuesta domenica non lasciava presagire nulla di buono. Nel senso che c’era questa garetta di ragazzini a cavallo da andare a vedere, che è anche una cosa divertente in genere. Ma non se ci vai con due piccolini troppo stanchi a causa di un week-end più impegnativo del solito. Non se mentre sei in auto diretto al maneggio che organizza la manifestazione il cielo di apre e mantiene tutte le promesse metereologiche (sempre così, quando speri che non ci azzecchi): e piove. Ma piove davvero, goccioloni proprio, mica quell’acquetta primaverile che di tanto in tanto spruzza appena i prati.

Roba che quando siamo scesi dall’auto coi due nanetti già stufi della gita si sono aperte le cateratte e –più o meno al sincrono- mi si è rotto l’ombrello. Ecco fatto. Due bambini, passeggini e borse sotto la pioggia battente. Comincia bene, ’sta domenica.

Che poi no, in realtà era cominciata qualche ora prima, tra i preparativi di un bimbo e l’altro: quando è stato il mio turno di fare colazione mi sono resa conto che nel mobiletto in cucina c’erano due scatole di merendine, entrambe VUOTE. Ma questa è un’altra storia su cui non mi dilungherò. Ma mica perché ha a che fare col mio disordine cronico, no no. Giusto per non annoiare.

Dicevamo che scendo dalla macchina tra mille stramaledizioni e mi riparo ormai umida al limite del’ammuffito nel club del maneggio che ci ospita. Peccato che l’idea era quella di mangiare all’aperto, ma visto il meteo avverso gli organizzatori sono stati costretti a stipare per il pranzo tutti i partecipanti in due stanze non abbastanza capienti. Così Eliandro era sempre più innervosito perché lui voleva dormire ma il casino intorno non glielo permetteva. E diamogli torto!
Ecco, il quadro d’insieme era questo. Aggiungo che ero senza telefono per comunicare con Federico che sotto il diluvio seguiva i suoi allievi nelle competizioni. Dimenticato il giorno prima in altra città, ma anche questa è un’altra storia, valà, lasciamo andare.
E poi vedere tutta ’sta gente a cavallo, quando io per una gravidanza o per l’altra sono due anni che non ci salgo mi riempie l’animo, tutt’altro che nobile, di insanissima invidia.
In sintesi: premesse pessime.

Poi però, mentre ero nel mio angolo con i dolori al collo peggiorati dall’umidità del 90% e dal fatto che il piccolo, incazzatissimo, non volesse saperne di stare lontano dalle braccia di mamma (non potendo approfittare di quelle di Morfeo), ecco mentre ero lì nel mio antro a rimuginare su chi**mel’hafattofare, il cielo ha cominciato poco poco ad aprirsi. Appena un pelo, per dare modo a Federico di recuperare Lemuele e portarlo in campo per vedere i cavalli da vicino.

Ma il mio primogenito non si è certo accontentato di osservare, e tra una battuta e uno scherzo è stato iscritto alla gara categoria “cuccioli” (giganti, confronto a lui). Così eccolo “montare” in sella per partecipare alla gimkana, insieme a una quindicina di bambini tutti più grandi di lui. Col suo papi a fianco (che grazie al cielo lo sorreggeva) ha fatto tutto il percorso con il piglio dell’atleta rodato: con una mano reggendosi all’arcione e con l’altra salutando a gran voce tutto il pubblico intorno.

E niente, mio figlio è un accentratore nato. Inutile chiedersi da chi abbia preso, tra mamma e papà non c’è che l’imbarazzo della scelta: il dna non è acqua.
E insomma, non solo Lemuele si è divertito come un pazzo ma -signore e signori- è anche salito sul podio, terzo classificato! Non perché è mio figlio, eh, ma a 18 mesi e 4 giorni il mio pupo si è classificato a una gara di equitazione. Mica pizza e fichi!

Sì, lasciatemi gongolare adesso, perché lo so già che tra qualche anno questa sarà la mia croce se la passione dei miei bimbi per i cavalli resta a questi livelli. Andrò a ‘ste gare a vederli galoppare e saltare con il rosario in una mano e un cicchetto nell’altra, già mi ci vedo.
Ma comunque: alla fine della giornata siamo tornati a casa zuppi, io coi reumatismi e Federico con una gamba gonfia come un melone a causa di un attacco di vespe. Eliandro inviperito. Ma Lemuele aveva la sua meritatissima e bellissima pergamena. Gliela appenderò tra il carillon e la foto del Battesimo.
Per il mio fantino tascabile… hip hip –hurrà!

Il jolly è: tenere a mente che non sempre il buongiorno si vede dal mattino. Per fortuna.

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