o siamo solamente qui
per l’equilibrio delle stelle.
A voi capita mai? Intendo l’irrefrenabile desiderio di aprire la porta dell’ufficio, durante una giornata di lavoro più pesante del solito, e richiuderla sonoramente alle vostre spalle senza pensare alle conseguenze.
A me ogni tanto succede, ed era proprio in una giornata di quelle che mi sono imbattuta nel romanzo di Maksim Cristan: (Fanculopensiero). Arrivata in anticipo in stazione, sono entrata alla Feltrinelli e un libro sullo scaffale mi ha chiamata e mi è saltato in borsa (dopo essere passata alla casa, ovviamente, non è un inno alla cleptomania). Sarà stato per i titolo quanto mai esplicito, o per la frase sulla quarta di copertina:
Ora fermatevi, smettete per un attimo di fare quello che state facendo, appoggiate per terra questo libro e chiedetevi: “Cos’è che in questo momento vorrei fare più di ogni altra cosa?”.
E fatelo.
E la lettura non mi ha delusa, non tanto per lo lo stile o la storia in sé (comunque avvincente) ma per l’idea di fondo. L’autore è un manager ricco e affermato che, in un punto qualunque della sua esistenza, decide di mollare tutto, colto da un qualche raptus di follia, e seguendo un istinto inspiegabile e misterioso, arriva a Milano e comincia a fare vita di strada. Anche se sono ben poche le persone che scelgono di fare i senza tetto, ecco un’eccezione che conferma la regola.
Da leggere, per riflettere su un mondo sommerso che certamente stupisce. Un mondo in cui l’ex manager affermato pare aver trovato la libertà, o qualcosa che gli somiglia, in un’esistenza di espedienti, da vivere alla come-viene.
Per me, aspirante romanziera della domenica, una bella lezione di vita.
[…] (naturalmente, c’è ANCHE chi lo sceglie; per esempio Maksim Cristan) […]
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[…] Bodo’ […]
prima di tutto… amica virtuale telepatica, oggi stavo proprio pensando alla stessa cosa, pensando di scriverci un pezzo su…separate alla nascita, già detto! io credo che certe scelte estreme inevitabilmente ci spaventino e ci lascino perplesse, io come te non avrei scelto la vita di strada, non avrei scelto Milano (che mi mette tristezza), non avrei scelto il grigio delle metropoli. considerando una scelta drastica come l’opposto di ciò che ho fatto fino al giorno prima, opterei per una vita più campestre, oppure metropolitana ma alterata pesantemente da ritmi tutti miei e di nessun altro. un lavoro nuovo, un modo nuovo di concepire le giornate, le ore. Credo che quello che c’è di affascinante ma anche di – passami il termine – scontato (in senso buono!) in letture come queste, è che capiamo due cose: che viviamo molto spesso più di doveri che di reali desideri/esigenze/aspirazioni e che forse esiste davvero per ognuno di noi un mondo alternativo che ci può rendere sereni, completi e a contatto col nostro essere più profondo. Ammiro chi ha il coraggio di fare scelte drastiche, a prescindere dalla sostanza stessa della scelta perché non siamo nessuno per giudicare gli altri, perchè forse è proprio vero che dovremmo essere il centro del nostro unico e personalissimo universo. Bel pezzo, as usual. Bravissimissima.
The Real Person!
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sì, hai ragione, la cosa evidente è che siamo in troppi imbrigliati dentro vite che ci vanno strette, malcucite addosso. poi ci sono mille modi per cambiare, molto molto più soft. ma mi è piaciuto leggete questo romanzo perché comunque fa passare l’idea che volere è potere.
(la nostra telepatia è una cosa bellissima! grazie :))
Ultimamente mi capita speso di sentire l’impulso di sbattere porte! Però, ecco, magari la vita di strada non mi attira 😉
Il romanzo sembra interessante, mi segno il titolo, grazie.
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😀 effettivamente attira ben poche persone, mi sa! anche io comincerei da qualcosa di meno impegnativo…
Caspita! Non riesco proprio a concepire una scelta del genere, se dovessi mollare tutto lo farei in modo del tutto diverso, ad esempio scegliendo di andare a vivere in montagna a contatto con la natura…la natura umana non mi piace molto. Ma il mondo è bello perché è vario!
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sì, dicamo che tra tutti i posti al mondo, l’ultimo che avrei potuto scegliere è proprio milano!
praticamente ogni giorno o quasi vorrei andarmene dall’ufficio sbattendo la porta, ah se lo vorrei fare.
bacio
The Real Person!
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allora sì, che ci capiamo 😉