Credo non sia facile scrivere una bella autobiografia, e nemmeno trasformarla in romanzo. Massimo Gramellini con “Fai bei sogni” ci è riuscito perfettamente.
Parla con la delicatezza, l’ironia disincantata di un bambino. Con un mal dissimulato e prepotente dolore che corrompe dall’interno.
Non ho capito subito che il giornalista avesse riportato in modo così fedele il proprio vissuto e quando mi sono resa conto che quella era esattamente la sua storia, mi ha molto colpita, per diversi motivi.
Il primo motivo è il tema del racconto, ovvero la morte della madre e tutto il tempo venuto dopo, quello faticoso che ha impiegato per ricucire la ferita e ritrovare se stesso. Questo sarebbe bastato a tenermi incollata al romanzo, perché ho passato buona parte della lettura a chiedermi cosa sarebbe successo se mia madre se ne fosse andata quando ero piccola, anziché alla soglia dei trent’anni. Quanto di lei mi sarei persa e quanto quel vuoto mi avrebbe resa diversa da ciò che sono. Quanto il dolore avrebbe plasmato la mia mente più malleabile di bimba. Inesorabile, la domanda successiva, è quanto la sua assenza mi abbia modificata comunque.
La seconda ragione per cui questo libro mi ha incatenata alle sue pagine è che anche io mi sono messa in testa di scrivere qualcosa che somigli a un romanzo. E anche se non è un ‘autobiografia, è centrale nella vicenda la malattia della madre della protagonista.
No, non è un caso.
Insomma, in questo romanzo ci ho trovato briciole dei miei pensieri. E visto che l’ho scelto per caso da uno scaffale in libreria, sembrerebbe proprio una buffa coincidenza. SE credessi alle coincidenze.
Il jolly è: sapere che Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderti dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l’assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.
Altri preziosi suggerimenti letterari al Venerdì del Libro di Homemademamma
Vi presento Alice Next Post:
Le fiabe che non fanno dormire
io penso che se ti è capitato questo libro tra le mani è perchè lo dovevi leggere, stavi cercando qualcosa dentro di te e in quel libro l’hai trovato.
Niente succede per caso
Lo leggerò anch’io
The Real Person!
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ne sono convinta anche io.
un abbraccio
[…] Bodo’ […]
La morte di una madre apre voragini. E quando noi stesse diventiamo madri abbiamo il bisogno di ritrovare la nostra madre, ricucire una linea spezzata, trovare riparo.
“Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva” e a me viene alla mente il vissuto dei bambini adottati che lotteranno per curare una ferita che fa fatica a rimarginarsi…
Scrivere per curare se stessi e anche uno solo dei lettori, quanto sento reali queste tue parole.
The Real Person!
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sì, la morte di una madre ti sena comunque per sempre. si può lavorae solamente sulla frma che si vuole/ri riesce a dare alle cicatrici.
per me è la scrittura è sempre stta lenitiva, in un modo o nell’altro. costruire e scrivere una storia mi sta dando emozioni e entusiasmo che non pensavo possiibili e di cui sono grata. perciò… avanti coi carri! 😉
L’ho letto e recensito anche io, di recente. E’ arrivato tra le mie mani su suggerimento di un’amica: se non me l’avesse caldamente suggerito lei credo che non l’avrei mai letto visto che non ho un gran feeling con Gramellini…. Con questo è andata decisamente meglio di come non sia andata con “L’ultima riga delle favole” anche se resto dell’idea che tra me e lui non c’è feeling… Cose che capitano…
The Real Person!
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bè certo, piacere a tutti non è possibile! nella vita e nella scrittura. però credo che questo romanzo smuova qualcosa comunque, nel bene e nel male.
a presto!
Anche io sono convinta che scrivere sia curativo….ed è forse il motivo principale per cui ho iniziato a scrivere nel mio blog….anche se del dolore vero che ho vissuto durante la separazione….non l’ho ancora raccontato….forse un giorno.
Anche a me piacerebbe scrivere un romanzo….forse un giorno.
Nel frattempo aspetto il tuo perché sono convinta che sarà meraviglioso….come questo post e come tanti altri.
I dolori vanno curati ma soprattutto vanno fatti uscire dall’anima….altrimenti sono un fuoco che ogni giorno può divampare…..
Scrivi scrivi scrivi….io aspetto con ansia!!!!
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un grande grazie come il srriso che mi è nato leggendo queste parole.
sì, ogni cosa ha il suo tempo: le storie per nascere, i dolori per guarire. e noi aspettiamo che il momento arrivi…
Hai ragione, i sogni ti inseguono e tornano da te quando meno te lo aspetti. A quanto pare prima dobbiamo tagliare fili e paure, trovare la nostra cura e il punto zero da cui ripartire carichi di esperienze ma meno doloranti.
Percorsi davvero simili i nostri …
The Real Person!
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davvero i nodtri percorsi sono simili? approfondiamo, non potrà che farci bene, secondo me.
i sogni, loro, non danno mai tregua!
Le coincidenze non esistono, il Caso sì. E qualcosa vorrà pur dire se la mano ti è scivolata su questo libro… L’ho letto anch’io l’anno scorso, in una sera. Ero scettica perché lo stile di Gramellini lo trovo adatto a pezzi brevi e incisivi, ma devo dire che mi sono ricreduta: nonostante la lieve retorica qua e là, è un bellissimo libro. E questo tuo post non è da meno: scrivi la storia che ti si mescola dentro e dalle voce, sarà bellissima!
The Real Person!
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sei gentile e incoraggiante: proprio ciò di cui avevo bisogno. grazie! 🙂
Letto. Non sarei riuscita a scrivere una recensione migliore della tua, quindi non la scriverò;), dico solo che mentre il primo suo libro (ultima riga delle favole) non sono proprio riuscita a leggerlo, questo l’ho letto (nonostante la parte centrale proceda a fatica) senza pentirmene. Non è un capolavoro di letteratura, ma è una bella storia autobiografica, ironica ma non ridicola o sminuente, che mette in risalto, secondo me, l’incapacità di chi sta attorno ad un bambino che ha perso la madre, di dargli ciò di cui ha bisogno. L’ho letto quando ho appreso della morte prematura di una madre che ha lasciato il figlio duenne e mi si è stretto il cuore, augurandomi che trovasse braccia amorevoli, sguardi amorevoli, quando lui ne avrà bisogno, da altre figure, come quelli che gli avrebbe riservato la sua mamma.
The Real Person!
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sì, proprio come dci tu: braccia amorevoli capaci di confortare.
certe cose non dovrebbero succedere. ma se proprio non si può fare nulla perchè non avvengano, bisognerebbe almeno adoprarsi per mitigare la pena.
un abbraccio
Ho finito proprio oggi (stanotte per l’estattezza) di leggere questo libro e volevo dirti che hai scelto delle citazioni bellissime. E’ uno di quei libri che ti divorano finchè non li hai finiti. Il modo di scrivere di Gramellini non mi convince fino in fondo, ma la storia arriva diretta come una sferzata di vento, e già questo in qualche modo è saper scrivere.
In bocca al lupo per i tuoi progetti e buona giornata 🙂
The Real Person!
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proprio così: come una sferzata di vento. 🙂
grazie per gli in bocca al lupo, sempre graditi!
letto l’anno scorso piangendo e ridendo nello stesso momento. Dico una cosa: vedo Gramellini un po’ come il De Amicis de noartri , capace con la sua padronanza linguistica a giocare con le tue reazioni e sentimenti, capace di metterti le mani in pancia e farti il solletico ugualmente bene. a volte lo accuserei di eccesso di retorica a volte volte darei un rene per sapere scrivere come lui 😉
The Real Person!
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idem. all volte sembra anche me un po’ retorico, in certi passaggi. ma è ache vero che per chi passa la vita e i giorni a scrivere e pubblicare deve essere ben dura restare originali…e questo libro mi è piaciuto parecchio perchè l’ho trovato poco artificioso e molto semplice, in un modo bello. ha dalla sua che mi dà l’impressione di essere una persona autentica, lui, cpsì a pelle