Quest’anno la primavera si sta facendo aspettare un bel po’ (almeno qui, nel mio cantuccio di mondo), con quella sua faccia tosta da giovane donna bellissima che molto si lascia bramare e poco si concede. Allora me ne sto accucciata buona, come un cane fedele che nel cortile di casa aspetta il padrone e una carezza sul muso. I raggi caldi del sole sarebbero una gran bella carezza sulla pelle e sull’anima, sì.
“Mamma Aza diceva sempre a mia madre che doveva parlare quando raccoglieva” dicevo a Safi mentre mi chinavo a scavare. “Che tutto, le creature, gli spiriti e gli animali vogliono solo che gli si parli. Vogliono che tu apra la bocca e dica grazie o ciao. Diceva che era come chiamare i tuoi simili.” (Jesmyn Ward, Giù nel cieco mondo)
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