Esco quando i bambini dormono per un’ora solo mia. Cammino mentre il giorno dissipa le ultime ombre, respiro a fondo. Mi fermo per un caffè, scrivo.
Penso al giorno che verrà, all’autunno che verrà. Mentre rincaso immagino d’annusare i sogni dei bambini, ancora nel letto.
Questi
risvegli sono tesori che terrò con me quando tutto riprenderà il solito
corso e le lenzuola perderanno l’odore di salsedine e la mia pelle pure
e dovrò strizzare fortissimo gli occhi per immaginarmi il mare.
Allora forse, tornando con la mente a questi momenti, sentirò che -in fondo in fondo- non c’è niente di difficile.
Anche solo per un attimo, strizzando gli occhi: non c’è proprio niente di difficile.