Ci son giorni che mi si aggroviglia qualcosa, dentro. Che sento forte -più forte- qualcosa che stona, che stride.
Come quando vedo un uomo vestito di stracci che tenta di rubare in una mensa, forse una borsa, un portafogli, e arrivano due volanti di carabinieri.
Un uomo che, a vederlo, si direbbe possegga poco più che se stesso. Trasandato, sporco, malconcio, con la faccia segnata di un reduce di guerra.
Che parla male l’italiano. O forse parla male e basta.
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Come quando vedo un uomo vestito di stracci che tenta di rubare in una mensa, forse una borsa, un portafogli, e arrivano due volanti di carabinieri.
Un uomo che, a vederlo, si direbbe possegga poco più che se stesso. Trasandato, sporco, malconcio, con la faccia segnata di un reduce di guerra.
Che parla male l’italiano. O forse parla male e basta.