I miei figli dissertano di strade romane e muraglia cinese, i libri di storia aperti sul tavolo. Qual è il popolo più ingegnoso? I romani, dice uno. I cinesi, dice l’altro.Meglio le terme o l’agopuntura? Meglio le navi coi rostri o le guardie di ceramica alla tomba del re-sacerdote? Mi fa effetto, sentirli argomentare. Durerà poco, lo so. Tra poco mi chiederanno di scendere a giocare -I compiti li finiamo dopo, è solo mattina, no? Passeranno sotto il balcone pedalando veloce, litigando, su un cavallo, con un pulcino sulla spalla o un piccione becco-largo da curare tra le mani.
Li guardo per trattenere questo tempo. Lo stringo forte tra le dita come un aquilone che mi litigo col vento, come il lembo di un lenzuolo steso al sole. Lo faccio anche la sera, prima di naufragare nella terra di nessuno.
Ti prego, ti prego, rimani.
Lo dico al Tempo. Ma lui se ne frega, o forse nelle orecchie ha tappi di cera.Così oggi invecchio. Ed è sempre pieno di malintesi e incomprensioni il rapporto tra me e il Tempo, nel giorno del mio compleanno.
Ma il malcontento passerà, lui sa farmelo passare. Bevo un caffè, preparo una torta che verrà maluccio, ed è già andato.Scarto un regalo, rispondo a un augurio. Mi prendo un abbraccio. Il malcontento è un ricordo.
E così oggi invecchio, sul Colosseo son passate un po’ di stagioni e la Muraglia Cinese vorrei vederla, prima o poi – qui mi dicono Mamma, si può percorrere persino a cavallo.Pensa, persino a cavallo!
(Auguri a me, e grazie, grazie per quello che ho, e per quello che posso immaginare)
La foto bellissima è un regalo di @irenebrusa_ig
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