Questa è l’India raccontata da Katherine Boo in “Belle per sempre”, quella che si incontra in uno slum di Mumbai accanto alla lussuosa zona del nuovo aeroporto.
Dopo essersi adattata a una realtà talmente estrema da sembrare irreale.
Così ecco la storia dei destini intrecciato di alcune famiglie che condividono un vicolo, la miseria, un esercito di topi, pidocchi e malattie.
Qui degrado, mancanza e pochezza sono così estremi da appestare più del tifo.
Non suscita clamore un vecchio che muore al bordo della strada mentre la gente gli passa di fianco, la vicina di casa che si dà fuoco, ragazzini che di drogano sniffando il bianchetto, altri che si suicidano col veleno per topi. Né un’accusa ingiusta che può gettarti direttamente sul lastrico solo perché non hai soldi abbastanza per comprarsi la giustizia.
I soldi stanziati dal governo per l’istruzione o la sanità finiscono direttamente nelle tasche dei furbi che trovano il modo per intercettarli. Tutto si compra, peccato che ai più manchi il denaro per garantirsi anche solo una lamiera sopra la testa.
L’altruismo esiste solo se si ha da dare qualcosa di diverso dalla propria disperazione.
E tutto questo avviene accanto a una delle zone più ricche e sfarzose di Mumbai, dove il contrasto tra benestante e nullatenente è così evidente e smaccato da accecare.
“Belle per sempre” è lo slogan pubblicitario impresso sui cartelloni che tappezzano il muro che divide i gate di imbarco dalle baraccopoli di chi vive di niente. E muore per ancora meno.
Trovo che l’autrice abbia fatto un gran lavoro, anche se lo stile più da reportage che poetico non è proprio il mio preferito. Ma qui parla anche l’invidia per una donna che ha fatto quello che mi piacerebbe avere il coraggio di fare: vivere una realtà completamente diversa e ai margini del sopportabile e raccontarlo, anche per mettere il proprio lavoro a disposizione di chi si prodiga per sanare queste parti dimenticate di mondo. Perché, forse, capire le logiche e le dinamiche può aiutare a inventarsi una cura.
Avvincente, tragicamente realista, sconvolgente. Un libro che sono felice di aver letto, nonostante la crudeltà di ciò che contiene (e del resto me lo ha regalato mia sorella, che mi conosce come le sue tasche)
Il jolly è: se non si riesce a essere utili, sforzarsi almeno di conoscere e capire
Molto forte e per questo avvincente e interessante!Vieni a condividere la recensione nel gruppo L’amore per i libri se ti va!
bacione!
The Real Person!
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molto volentieri, grazie.
un bacio a te
Che tristezza questo libro, eppure è necessario leggere certe documentazione, certe storie, certe catastrofiche verità.
The Real Person!
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sì lo penso anche io. per quanto la realtà sia cruda, è necessario conoscerla. è il primo passo, almeno.
a presto
Un libro forte ma sembra molto bello. Io ne sto leggendo uno simile….
Il tuo me lo segno!! È le tue recensioni sono sempre magiche!!!
The Real Person!
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il libro spero che ti piacerà! grazie mille, un abbraccio
[…] Bodo‘ […]
recensione ad hoc, mi hai fatto venire voglia di leggerlo, ma devo essere ok, altrimenti rischia di mettermi ko:(
The Real Person!
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😀 hai colto perfettamente nel segno!
Mi sembra un libro molto interessante, grazie della proposta.
The Real Person!
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grazie a te per essere passata di qua
Sono stata in Asia e il fango, le lamiere, la povertà negli occhi obliqui dei bambini non mi abbandoneranno mai. Lo leggerò.
Grazie.
Raffaella
The Real Person!
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Credo ne valga davvero la pena. Grazie a te Raffaella