Gennaio è un mese adatto all’abbraccio. Scaccia via il freddo, illumina i giorni tirchi di luce. A gennaio si sta senza distanze tra i corpi, in un appiccichio di pelle, per prendere esempio dalle bestiole nella tana, in letargo.
È sempre buona cosa prendere esempio dalla natura.
È sempre buona cosa prendere esempio dalla natura.
Questo inverno si è rotto il riscaldamento. Pareva una scocciatura bella e buona. E lo è stata fino a quando, in attesa di sistemare il danno, il primo del mese non si è fatto un buco nel muro e messa una stufa. Adesso, quando torno a casa la sera con il fuoco scoppiettante che si mostra attraverso il vetro, come mi piace pensare di arrivare a una baita in montagna. La nevicata, quel giorno, ha aiutato.
E a proposito di monti, è stato bello dare il benvenuto al 2015 da una schiena rocciosa. Anno nuovo, luce nuova. Occhi e cuore ringraziano.
Con questo cielo tra i rami non si pensa alla crisi, alle tasse, ai treni che avanzano a capricci. Con un cielo così tra i rami ci si finge corvo o poiana, per salirci dentro.
Qui le stelle piovevano luce.
Cesare Pavese
Questo mi piace, immaginare una vita dietro una porta o un portone. Immaginare le abitudini di chi brucia la legna accatastata davanti a una casa solitaria sul bordo di un prato. Questo mi piace, figurarmi la vita qui, o in un altro posto, se fosse diversa, se non fosse la mia.
È stato un mese pieno di cose, lavoro, progetti, influenze. Tra virus e piani per il futuro abbiamo acceso lanterne. Le abbiamo fatte salire sotto gli occhi straripanti di tanti bimbi, una notte in collina, le abbiamo guardate confondersi con la notte e lasciare indietro una scia guizzante di luce. Gli abbiano strizzato l’occhio mentre sbiadivano, loro complici dei nostri sogni segreti.
(Con gennaio, è un anno di istanti rubati: ri-gennaio. Così, per dire che istanti sembrano innocui ma crescono in fretta. E per dire grazie, che ci sono piaciuti).
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