Ho una storia da raccontare, se vuoi ascoltarmi.
Dice di te e di me, prima di ieri, prima del tempo e del gheriglio di noce.
Ce ne stavamo stretti e in pace, forse sovrapposti e senza nessun bisogno. Ce ne stavamo zitti, perché le parole non erano state ancora inventate.
Dice di te e di me, prima di ieri, prima del tempo e del gheriglio di noce.
Ce ne stavamo stretti e in pace, forse sovrapposti e senza nessun bisogno. Ce ne stavamo zitti, perché le parole non erano state ancora inventate.
Eravamo umidi come baci di saliva, piccoli che non si può credere a raccontarlo adesso, che vestiamo questi corpi ingombranti.
Allora sapevamo tutto. Il colore delle notti di estate in Patagonia, l’età delle piante grasse e i segreti rincantucciati nella corteccia di tutte le sequoie.
Allora sapevamo tutto. Il colore delle notti di estate in Patagonia, l’età delle piante grasse e i segreti rincantucciati nella corteccia di tutte le sequoie.
Allora sapevo tutto e non dovevo chiederti dove vai quando piove. Quando lasci qui le tue mani e sei da un’altra parte, in un attimo breve come la fiamma della candela che s’inarca e si spegne.
Prima di ieri eravamo qualcosa che somiglia a un volo.
E di tutta quella luce conserviamo -ora e sempre- la tenerezza.
Prima di ieri eravamo qualcosa che somiglia a un volo.
E di tutta quella luce conserviamo -ora e sempre- la tenerezza.
Il jolly è: tornare indietro. Ovvero guardare avanti
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