Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Nascita

    On: 27 Dicembre 2014
    In: lettera
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    nascita

     

    Così eccoti. Quando ti ho visto ho sciolto tutti i dubbi, ho rallentato il battito del cuore, ho sparso sospiri come granelli di luce nel buio.
    Così eccoti, finita la battaglia abbiamo spiegato insieme le vele alla vita. Stanchi, malconci, sanguinanti, ma non vinti.

     

    Così eccomi. Sono la voce che senti dall’inizio di tutto, sono stata il ritmo del tuo respiro, il tessuto della tua carne, il calore del tuo sangue. Sono stata il terreno della tua semina, lo spazio del tuo cosmo. Sono stata la tua navicella tra intuizione e vita.
    Ho custodito il segreto del tuo venire.
    Sono sbagliata, sghemba, impreparata. Ma mai arresa. E innamorata, sempre.

     

    Così eccoci. Prima uno, ora due. Lividi e urlanti come due lupi sfuggiti alla gabbia. E sfiniti, contro la luna. Affamati, impaurirti e liberi.
    Così eccoci. Esausti, abbracciati e sospesi. Dentro il mondo, ma lontani da tutto.
    Minuscoli, spaventati. Invincibili.

     

    Il jolly è: auguri Eliandro, amore mio: 3 anni insieme. E molto di più.

     

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  • Un lento Natale

    On: 23 Dicembre 2014
    In: la mia vita e io, lettera
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    decorazioni

     

    Fermo immagine. Luci intermittenti sull’albero, candele accese, profumo di incenso, musica lenta. Fuoco nel camino, tepore. Tisana calda.
    Intorno, penombra.
    Dall’altra stanza: le voci dei miei figli che giocano.
    Fuori: notte e neve.

     

    Mi basta così. Questo Natale, mi basta fermare il tempo. Rompere le corse, gli affanni. Conservare.
    Trattenere tra le mani il bagliore di un giorno immobile. Perfetto come se si potesse incorniciare.
    Fare gesti piccoli: sfogliare una rivista o preparare un caffè in attesa di una visita. Incartare un pensiero e scrivere due righe.
    Gesti lenti, finalmente. Una nenia, un pomeriggio sul divano a raccontare storie. O ascoltarle, se qualcuno me ne volesse regalare.
    Aprire e chiudere una parentesi, e in mezzo, soltanto  silenzio.

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  • Uova come semi con dentro promesse

    On: 20 Aprile 2014
    In: lettera, sproloqui
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    uova di pasquaHo tre uova piccole, come semi. Contengono promesse, e ognuno ha un nome.
    Vorrei che il primo si chiamasse Tempo.
    Quello che sgocciola piano, senza fretta, dalle mani rugose del mondo.
    Il tempo senza lancette dei bimbi, che non teme mai il dopo.
    Il tempo senza peso del sogno, che non ha obblighi con i numeri e la progressione.

     

    Vorrei che il secondo si chiamasse Voglia, ché quella, se manca, sbiadisce il senso e incancrenisce lo sguardo.
    Voglia di un giorno al mare, del riso aperto di un figlio.
    Di fare l’amore -come libellule, allacciate e sospese- di andare, tornare.
    Partire, restare.
    E’ Voglia anche la voglia di aspettare: un risultato, una lettera, il giorno.
    O che spiova, soltanto.

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  • I regali che ho avuto (e quelli che vorrei)

    On: 18 Aprile 2014
    In: la mia vita e io, lettera
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    obra di vallarsaIn paesino montanaro di cento anime non è detto che a Natale la Messa di mezzanotte sia proprio a mezzanotte. Poiché il parroco è uno solo per tutta la valle, deve girare di chiesa in chiesa, sperando che la neve non gli complichi ulteriormente la Vigilia.
    Quell’anno, la Messa nel mio paese era stata celebrata alle nove, nove e mezza o giù di lì.
    Quando è finita, lasciati alle spalle i cori di Tu scendi dalle stelle e il bagliore di tante candele, mamma mi ha fatto la proposta: perché nell’attesa di Babbo Natale non facciamo un giro con lo slittino?
    Non so quanti anni avessi, probabilmente tra cinque e otto, e non ricordo quanta incondizionata fede avessi ancora nella venuta dell’uomo vestito di rosso.
    Quello che ricordo perfettamente è il sapore di quella nottata.
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  • Due anni di Bodò

    On: 21 Marzo 2014
    In: lettera
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    2 anniDue anni di Bodò.
    Sembra ieri che mi baloccavo con l’idea del blog -provo o non provo? e perché? per raccontare cosa?
    Sono passati due anni e le domande -eccetto la prima- sono ancora le stesse.
    Un blog: per dire cosa? Un blog per chi? Per me o per essere letta?
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  • Istanti rubati a #Febbraio

    On: 28 Febbraio 2014
    In: la mia vita e io
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    due supereroi

    “Lemuele cosa vuoi fare da grande?”
    “Voglio fare Spaidevmem”
    “Ma Spiderman non è un lavoro…”
    “Ma io non voglio fare un lavoro, mamma” #nonfaunapiega
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  • Ricordi in technicolor

    On: 23 Gennaio 2014
    In: Senza categoria, sproloqui
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    istanbulCi sono ricordi che ti si appiccicano addosso, come cocciuta carta da parati.
    Carta da parati con sfondo rosato magari – rose rosa senza spine –  o quella più cupa, con fantasie ossessive anni settanta.
    Ve le ricordate? Martellanti come un jngle di tre note sparato in loop nelle orecchie.
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  • Alle nostre vite, auguri!

    On: 30 Dicembre 2013
    In: lettera
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    piccole cose delizioseAnno nuovo, vita nuova. Ma che sia una vita migliore!

     

    Ci auguro che somigli a tutte queste cose:

    una danza sapiente e armonica, la ricerca dell’illuminazione dei dervishi
    una scommessa audace, ogni giorno puntare tutto su un numero secco – la va o la spacca
    una collezione di istanti che sono una promessa di luce
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  • La tregua del contadino

    On: 15 Agosto 2013
    In: sproloqui
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    grigliataLo sapevate? Il termine “ferragosto” deriva dal latino feriae augusti (riposo di Augusto) ed è una festività introdotta dall’imperatore Augusto per concedere una tregua agli agricoltori, dopo una lunga stagione di lavoro nei campi. 
    So già che quando lo racconterò al mio fidanzato, per avallare la tesi che un giorno di vacanza necessarium est, lui avrà la battuta pronta e mi dirà che i tempi sono cambiati o che questi romani erano proprio dei lavativi e che l’impero prima o poi certo doveva  crollare.
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  • 38 anni di stranezze

    On: 18 Aprile 2013
    In: sproloqui
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    donna con pallonciniStrana sono strana.
    Porto l’orologio al contrario, in casa uso i vestiti al rovescio.
    Bevo tè di kombucha, parlo da sola, canto davanti a chiunque, stonando nel peggior modo che abbiate mai sentito.
    Certamente, mi annoio meno della media.
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