Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Storia di un libro che ha attraversato il mare del Nord

    On: 25 Gennaio 2016
    In: il progetto, la mia vita e io, ovunque tu sarai, viaggi
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    piken fra piemonteMi piacerebbe visitare la Norvegia. Non sono mai stata nei paesi Scandinavi e da un pezzo mi dico che dovrei.
    Però da oggi un pezzetto di me sta là, tra Oslo, i laghi pattinabili, scintillanti fiordi e distese di latifoglie. Quel pezzetto è Ovunque tu sarai, che per l’occasione diventa Piken fra Piemonte, ovvero La ragazza del Piemonte. Per noi è un titolo buffo, sì, ma evidentemente da quelle parti sarà sembrata una roba piuttosto esotica.
    Altra cosa buffa è la copertina: chi l’ha vista e mi conosce mi ha chiesto se la ragazza di spalle sono io. In effetti no, ma ci somiglio parecchio. Una copertina su misura, proprio.

     

    Ecco, oggi  un po’ di emozione c’è: è la prima volta che qualcosa che ho scritto viene pubblicato oltre i confini nazionali. Beh, a ben vedere è la seconda volta che qualcosa che ho scritto viene pubblicato. Un bel po’ di emozione, a dirla tutta, perché c’è della magia in te che resti e le tue parole che vanno, che sarebbe anche bene fare cambio o andare insieme, a un certo punto, ma adesso è bello così.

    È evidente da allora che i libri fanno mescola con la vita, firmano gemellaggi d’occasione. Si versano nell’imbuto degli occhi e si disperdono nell’ambiente di ognuno. (Erri de Luca)

    Io le ho preparato valige, alla creatura, spero di averci messo quel che serve. Le ho fatto qualche raccomandazione spolverando il frontespizio, l’ho incoraggiata arieggiando le pagine, una pacca sul dorso e via, ora tocca a lei. Mi divertirò a immaginare una donna chiara di pelle e capelli davanti alla sua casetta rossa, a strapiombo sugli scogli, sulle ginocchia le pagine che ho scritto mesi fa, nel chiuso della mia stanzetta vista Monferrato o su qualche treno per Torino.

    Un po’ di emozione c’è, ma con un innegabile vantaggio, rispetto ai giorni della pubblicazione per Giunti: se qualche critico norvegese stroncherà il mio scritto, io comunque non ci capirò una virgola.

     

    Se qualcuno invece conosce la lingua (ma anche no), può sbirciare  qui .

     

    Il Jolly è: grazie all’editore Tiden Norsk Forlag e agli impareggiabili Walkabout Literary Agency.
    E poi… God Tur, Piken fra Piemonte! (Google suggerisce che si dica così)
    pikenfrapiemonte
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  • Istanti rubati a #luglio2015

    On: 6 Agosto 2015
    In: la mia vita e io, ovunque tu sarai
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    giostreAvete presente la giostra dei bambini, quando si gira, si gira, tutti tesi per afferrare il codino appeso, e quello fa uno scatto e sguscia verso l’alto, e poi ancora uno, e tu hai i muscoli piccoli doloranti e un mal di mare da fare concorrenza a Cristoforo Colombo il giorno che ha scoperto l’America?
    Ecco, il mio luglio è stato una cosa così: una guerra tra i devo e i vorrei.

    giostregiostregiostregiostreNei devo ci metto la solita sveglia alle sei e le ore in ufficio. Nei vorrei, quelle passate sotto casa a gustare anche il caldo perché l’estate –e so che sto per dire una cosa fortemente impopolare- mi piace se sa far sudare. (altro…)

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  • Storia di una pubblicazione e grazie sparsi

    On: 12 Maggio 2015
    In: il progetto, la mia vita e io, ovunque tu sarai
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    ovunque tu saraiGrazie. Sei lettere che ultimamente sto usando come un mantra.
    Questo libro mi sta restituendo infinitamente più di quanto non avessi pensato.
    Allora, dal momento che non l’ho fatto tra le pagine del romanzo, voglio dire qui due parole a chi mi ha accompagnata durante il viaggio.

    Per cominciare, le persone che hanno assistito la costruzione, mattone dopo mattone, della storia che è diventata “Ovunque tu sarai“. Tra loro, la motivatrice Silvia-Mathilda Stillday -e le belle donne del gruppo- che mi ha detto, semplicemente: Se quello che ti piace fare è scrivere, perché non lo stai facendo?

    Poi grazie agli amici, primi lettori, che mi hanno imprestato le loro certezze quando le mie latitavano: Roberta, Cristiana, Danila, Erika, Karen, Giusy, Stefania, Tex, Fabrizio, Laura, Betta, Enza, Maurizio, Marco, Alessandra, Robert, Barbara (tutte le foto decenti della sottoscritta sono sue, tipo qulla qui sopra). Con santa pazienza hanno letto, corretto, immaginato. Via mail, al telefono, alle macchinette del caffè in ufficio (eh sì, sono stata parecchio impegnativa). Ma, più di tutto, mi hanno incoraggiato. Perché ciò di cui avevo bisogno sopra ogni cosa era pensare che fosse possibile.
    Grazie a Devis Bellucci che, come nei suoi libri, dispensa saggezza con generosità: senza conoscermi né chiedermi nulla in cambio mi ha aiutata a costruire una sinossi funzionante.

    Qui, nella storia della storia, arriva Barbara, che con il suo entusiasmo contagioso mi convince che il file word a cui stavo lavorando non deve restare chiuso nel cartella sul pc (succedanea del più noto cassetto). Così il manoscritto passa nelle mani di Andrea e poi di Sergio Calderale, a cui devo il primo editing e soprattutto l’ardire di cominciare a crederci.
    Grazie a lui, il lavoro approda al sicuro, tra mani di professionisti che meglio di così non mi poteva capitare: la Walkabout Literary Agency di Fiammetta Biancatelli, Ombretta Borgia e Paolo Valentini. Mi hanno accolta non solo con professionalità impeccabile, ma anche e soprattutto con una dose di umanità, empatia e partecipazione che me li rende da subito insostituibili.
    Da lì a Giunti il passo è stato breve. E’ stato in una telefonata di inizio estate di Paolo che mi dice: Ho delle notizie per te. Sei seduta? E io, sul balcone di casa affacciato sui prati, che penso Sono in piedi, ma ho gambe allenate.
    Il passo è stato in un paio di gite a Firenze, alla sede storica di Giunti, insieme a Fiammetta. Mi sono trovata seduta a una grande scrivania, a parlare con un certa incredulità di personaggi inventati da me. Con un certo imbarazzo, anche, perché mi pareva di essere presa un po’ troppo sul serio, e ogni poche parole mi veniva voglia di dire, No ma è finto, l’ho pensato io, è solo un gioco.
    Invece Donatella e Annalisa mi hanno presa sul serio. Mi hanno insegnato, guidato, ascoltato con pazienza e disponibilità. Così i loro colleghi, durante e dopo l’uscita: Alessandra, Daniela, Martina, Francesco, Alida.

    Nel frattempo, a casa hanno avuto gran sopportazione. Mio padre a suo modo, con l’ironia che nasconde l’orgoglio per questa figlia che passa il tempo libero a mettere in fila parole. Mia sorella che c’è sempre, senza bisogno di dircelo. Federico che non è soltanto l’uomo che ho scelto per la vita, ma il mio primo e accanito sostenitore (e non è da tutti). La sua famiglia, sua mamma e Carola soprattutto, che insieme ai miei impareggiabili zii, mi regalano tempo e spazio per coltivare le mie passioni, facendo i baby sitter quando serve. I miei bambini, che hanno a volte pazienza, e a volte anche no, ma sono loro che mi danno l’energia per tutto.
    Grazie alla mia mamma, ovunque sia, madre anche del mio amore per la scrittura.

    Poi è arrivato IL giorno e lì, se dovessi elencare tutti quelli che mi hanno stordita di calore e tifo, non mi basterebbe un pomeriggio. Ho avuto così tanto entusiasmo intorno che ho finito per crederci anche io: un bel sogno è diventato vero.
    Per farlo, ha scelto una strada sua, mi è bastato incoraggiarlo ai bivi, spronarlo in salita. Ha saputo scegliere mani generose che lo hanno modellato come fosse di creta, cuori fertili dove lasciare un segno piccolissimo.
    A tutti quelli che hanno avuto voglia di sorridergli: grazie.

     Il jolly: ha sei lettere.

    (Questo post è anche la risposta a chi mi ha chiesto perché non ho inserito i ringraziamenti in fondo al libro: sarebbero stati più lunghi del romanzo).

    NB Se qualcuno si trovasse il zona, giovedì 14 maggio, ci vediamo alle 17.30 alla Biblioteca di Chivasso, nell’ambito delle iniziative del Salone del Libro (Salone Off)

    chivasso - 14 maggio - Salone off
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  • Istanti rubati a #aprile2015

    On: 4 Maggio 2015
    In: foto, il progetto, ovunque tu sarai
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    cielo d'aprileUn cielo annegato di sfumature ha avuto pasquetta e così questo aprile, tra giorni di sole aperto e altri di piogge e grigiume a trabocchetto, tipo che esci vestito così a cipolla che a forza di strati non trovi la pelle.
    Pasquetta è stata festa tra amici, e così buona parte di aprile,  con ore piene, ma piene che scoppiavano di minuti, mica i soliti sessanta, e sere esauste a spiare il giorno dilatato e la notte che s’attarda, ogni volta un po’ di più. (altro…)

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  • Di cavalli, amici, Barbera e una prima volta

    On: 14 Aprile 2015
    In: la mia vita e io, ovunque tu sarai
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    a cavalloOgni anno a Moncestino,  in aprile,  c’è questa manifestazione che si chiama Sagra del Salamino.  Se viene in una bella giornata calda ci si mette alla tavolata allestita in un prato, davanti al salone del comune, che questi piccoli paesi di collina sono così, tutti erba fresca e ombra d’alberi, ci si tira via gli strati a cipolla, residuo d’inverno, e ci si crogiola al sole mangiando e sorseggiando Barbera, come fosse un long drink su una spiaggia tropicale. Noi in genere ci arriviamo a cavallo, così appena dietro la staccionata se ne stanno beati gli equini a godersi il sollazzo dopo la sfacchinata.

    Così è andata domenica scorsa, con due particolari diversi: il primo era la mia scorta di pastiglie per il mal di gola in tasca, causa influenza e tosse da vecchio asmatico.  Il secondo è che,  verso fine giornata,  ho presentato “Ovunque tu sarai“.  Vi dirò,  è stato bello.
    Vestita da cavallerizza, rasentando l’afonia e il mimo, in mezzo al coro da stadio di amici e parenti,  ho raccontato un po’ del libro e un po’ di me.
    Avevo delle perplessità: prima fra tutte il fatto che mi imbarazza parlare di quello che scrivo,  più che se mi intervistassero sulle mie abitudini sessuali.  Invece è andata liscia ed è stata una prima volta che mi somiglia: scompigliata,  semplice,  un po’ buffa.

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  • La notizia, quella vera

    On: 30 Marzo 2015
    In: la mia vita e io, lettera, ovunque tu sarai
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    il mio cuore è una stanza dove si brinda

     

    Succede che hai un desiderio. Anzi, veramente ne hai tanti, ma uno salta fuori con slancio ogni volta che apri il cassetto.
    Succede che ‘sto desiderio, un bel giorno, corteggialo oggi e domani, diventa reale. Di carne, di terra. In questo caso, di carta.

     

    Diventa un libro che si chiama “Ovunque tu sarai” ed è già un bel traguardo per te, che ti sarebbe bastato anche meno per essere contenta. Meno di una copertina sgargiante, di professionisti serissimi che ci lavorano su, che se lo prendono a cuore, che parlano dei personaggi inventati da te come fossero veri; meno di un Editore che manco nei vagheggiamenti notturni. Meno del tuo nome scritto in rosso.
    Che da sempre, si sa, è il tuo colore preferito.
    Dicevo, era già molto bello così.

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  • Un po’ di sogni e uno che s’avvera

    On: 2 Marzo 2015
    In: il progetto, la mia vita e io, ovunque tu sarai
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    ovunque tu saraiNella vita fin qui ho avuto parecchi sogni. Un po’ come  tutti, credo.
    Eccone alcuni in ordine sparso:

     

    • sposare Fonzie. Avevo circa cinque anni quando ho costretto mia nonna a scrivergli un’appassionata lettera d’amore sotto dettatura, dove lo pregavo di aspettare che crescessi per poter salire all’altare insieme. Sull’indirizzo ho messo Per il signor Fonzie, America.
      Mia nonna mi ha poi confessato di aver lanciato la missiva sopra l’alta credenza in cucina. Sospetto stia ancora là.
      Incredibile a dirsi, non ho mai ricevuto risposta.

     

    • avere tanti figli e una famiglia. Questo lo desidero da che ho memoria e non mi posso proprio lamentare del risultato. Non sono riuscita a emulare, per numero di componenti, la famiglia Bradford, ma anche in quattro facciamo un bel casino lo stesso.

     

    • ballare insieme a Heater Parisi. La sola cosa che avrei potuto fare insieme a lei è la spaccata. Per il resto, nonostante una dozzina di anni di danza classica e moderna, sono l’esempio vivente del fatto che il senso del ritmo NON è innato. Sfido ad analizzare il mio caso chiunque sostenga che si possa educare.

     

    • fare la rock star. Il problema di cui sopra mi ha un po’ frenata anche qui. Sono stonata in modo imbarazzante anche quando fischietto sotto la doccia. Ho provato per un po’ a suonare la chitarra, ma quando mi mettevo a fare gli esercizi impazziva pure il metronomo e si suicidava lanciandosi dal tavolo.
      Peccato, sono certa che sarei stata un perfetto animale da palco. (Sì, ptrobabilmente scimmia urlatrice).

     

    • girare il mondo. Sono indietro con il piano (sembrava più piccolo visto sull’atlante a scuola) ma forse sono ancora in tempo per recuperare un po’.

     

    • pubblicare un libro. Questo era un sogno tanto grande che per molto tempo non ci ho nemmeno provato (a cantare invece sì, per la gioia dei vicini di casa). Ma proprio perché era così grande, a un certo punto dentro il cassetto non ci è stato più. Forse con il tempo è lievitato come la pasta madre e si è preso uno spazio che non ho saputo più contenere. Così ho dovuto tirarlo fuori e guardarlo bene in faccia: ci siamo piaciuti e ha fatto tutto lui. O quasi.
    Perché il libro l’ho scritto io, ma poi il sogno si è trovato una strada sua, se volete vi racconterò. Quello che conta è che ad aprile sarà nelle librerie (con Giunti Editore) e sarebbe bellissimo se arrivasse pure a casa di qualcuno di voi (anche tanti, non m’offendo).
    Magari è la volta buona che si accorgono che sono la sosia perfetta di Mick Jagger e mi chiamano pure a fare Pechino Express.

     

    Ah, si chiama Ovunque tu sarai, il libro.

     

    Il jolly è: leggetelo, dai!
    Lo trovate qui.

     

    e se ci chiudono la porta dei sogni siamo già morti (cit.)
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