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Cose che passano, cose che no
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Ritrovarsi
In un’altra vita siamo stati amanti. Di certo mi hai rincorsa a lungo, scavalcando notti e rincorrendo intuizioni. Sei stato guerriero che uccide il drago, incantatore di serpenti che seduce i miei occhi vacui, astrologo che indovina i segni del cielo per potermi incontrare.
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Falegname, hai usato le tue mani ruvide per fabbricare parole capaci di bucarmi il cuore. Hai evaso mondi per avvicinarti al mio, sei stato prigioniero e naufrago in attesa che venissi a salvarti da giorni e giorni senza stagioni.
Sei stato esploratore e io isola segreta. -
Per tutte le volte che mi hai tenuta a dormire con te
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Quello che vi auguro per il Duemilaetredici
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Una candelina di felicità
Ci stanno tante ore, in un anno. Tantissimi minuti, tantissimissimi istanti. Non li ho passati tutti pensando a te, ma con te. Perché tu sei qui, nella mia vita, nelle mie mani, sulla pelle, tra le pieghe dei dubbi e delle certezze, tra i passi distratti e il tempo che scivola via, oscillando sbilenco sulle sue gambe lunghe e sicure.
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Sei con me da un anno, oggi, ma ancora prima da nove mesi e ancora da molto prima, quando avevi già una comoda stanza tutta tua in una parte invisibile di me, tra il cuore e i pensieri. -
Al limite
Il senso della vita. Eterna ricerca, enigma per eccellenza. Quesito con cui tutti, chi prima chi dopo, ci troviamo a fare i conti. Scienziati, filosofi, carpentieri, teologi, preti e saltimbanchi. Ballerine e minatori, madri e vecchi, serial killer e santi. Ciascuno a modo suo si dà delle risposte, le accarezza come certezze salvifiche, le pesca a casaccio nel mare magnum delle possibilità, le accoglie come placebo a tutti i mali. Se le rigira tra le dita, le mette in riga e le razionalizza fino a farne regole matematiche, le rinnega dopo un dolore sfibrante, ci si accarezza i pensieri per lenire il male, scacciare la noia, trovare scorciatoie.
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Tutti ci facciamo i conti, più o meno. Chi sempre, chi poco e chi troppo. -
Vaniloqui di una mamma al primo giorno di asilo
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Come sarebbe
Ho dovuto fare i conti: oggi sarebbero 62.
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Le parole mi si impigliano tra i pensieri e se ne vanno in giro troppo lontano. Le richiamo all’ordine ma non mi danno retta, sono sulla scia dei ricordi, su quella strada tortuosa e friabile che mi riporta a te.
Più che una strada è una stradina di montagna, quelle mulattiere strette che attraversano i boschi, quelle che ti sono sempre piaciute, mamma. -
Parole per la notte
Ci sono giornate più difficili di altre, piccolino.
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Sono quelle che quando finiscono hai accumulato tanto nervoso e frustrazione che non ti fanno dormire nemmeno con la mamma e il bau vicino. Quelle che quando riesci finalmente a sprofondare nel mondo dei sogni hai ancora i singhiozzi che ti scuotono tutto. E mi sembri più piccino e indifeso di sempre. -
Auguri, mamma
Auguri mamma. Per le notti di Natale in giro con la slitta. Per le uova colorate a Pasqua, perché ci siamo arrampicate su tutti gli alberi di Obra. Perché mi piace come sono, con il cuore di montanaro e i pensieri di donna.
Per la neve che mi mandi in inverno a dirmi che tutto va bene.
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