Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Lettera ai miei figli su un viaggio in Marocco

    On: 9 Dicembre 2014
    In: lettera, viaggi
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    essaouira

     

    Succedono viaggi in cui capitano molte cose. Che ti rubino il telefono, di stare una settimana (beatamente) off line, di prendere tre multe.
    Che ti accompagnino a fare una ricarica come se ti fossi persa nel bosco, che ti offrano ospitalità.
    Succede di vedere una luce bambina (l’infanzia della luce) dalla terrazza in cui fai colazione. Capita di trovare un caldo secco e ventoso in una città enigmatica di mezza montagna, e sull’Oceano un tempo di sole e piogge, veloce come fosse Copenaghen.
    Di fare un pezzo di viaggio insieme a tua sorella, che era un bel po’ che non si calcava insieme lo stesso pezzetto di mondo, ed è bello.

     

    E di spiare vicoli e stupirti di come certi angoli di mondo siano esattamente, come te li aspettavi. Uomini a dorso d’asino impigliati in qualche ragnatela che intesse il tempo per fregare il calendario e la sua presuntuosa progressione numerica. Donne avvolte in veli che sputano fuori a malapena gli occhi, ma occhi che lasciano una scia di colla quando si muovono.
    E bambini così spettinati e belli che ti viene voglia di passargli le dita tra i capelli, per una carezza piccola. Poi li senti ridere – è una cascata di vetri rotti- e capisci che così sono belli: stupiti. E spettinati.

     

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  • Se mi scrivesse mia madre

    On: 24 Agosto 2014
    In: lettera
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    spiaggia corralejo

     

    Se mi scrivesse mia madre comincerebbe come sempre: Bambina mia.

     

    Se mi scrivesse mia madre
    sarebbe lei più giovane di me,
    nell’età incerta che non ha più bisogno
    di calendari.

     

    Mi direbbe che ho fatto cose buone,
    che anche gli errori lo sono,
    perché segnano la strada
    marcando lo strapiombo.
    Mi direbbe di non temere
    le lacrime
    che sciacquano il sale
    dalle ferite.

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  • Ultimo giorno del primo anno

    On: 3 Luglio 2014
    In: lettera
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    disegni

     

    “Mamma, guarda cosa ho pottato dall’asilo”.
    Eliandro mi indica una grossa borsa di carta, su cui campeggia un suo bel primo piano sorridente.
    Dentro: disegni, lavoretti. Il frutto di questo primo anno di scuola. Prima della materna che verrà a settembre, prima di tutto il percorso che sta per cominciare.

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  • Se mi scrivessi una lettera

    On: 3 Giugno 2014
    In: sproloqui
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    semiscrivessiSe mi scrivessi una lettera comincerebbe così: è da tanto che non ci sentiamo.
    Se mi scrivessi una lettera vorrei sapere come sto, esattamente. Dietro i giorni a correre dietro ad appuntamenti, a riempire le strade di passi, a depennare voci da elenchi di cose da fare. 

    Mi chiederei cosa sogno la notte, quali colori ritrovo al mattino quando spalanco la porta di casa, quale viaggio sto tratteggiando sulla mappa segreta che tengo nella tasca del giaccone.

    Mi chiederei quale canzone mi saltella in testa mentre sovrappensiero salgo sul treno in stazione, quale paio di scarpe vorrei comprare per andare a prendere a calci un cattivo pensiero che la notte mi viene a svegliare.
    Mi chiederei come mi pettinerò per andare a ballare sulla vita, una sera di queste che non ho nulla da fare.

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  • Lasciamoci ispirare #6 – Orme

    On: 7 Novembre 2013
    In: lettera, ospiti
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    orme

    Tu sei altrove.
    nell’intensità distratta d’un abbaglio,
    nella luce molle della sera.
    Sei nel sapore acidulo e denso
    d’un frutto passato di stagione,
    nel camminare d’un figlio.

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  • Sei stata per me

    On: 22 Settembre 2013
    In: lettera
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    Il primo giorno di autunno sei andata via, silenziosa come una foglia che si è stancata di stare appesa a un ramo. Finita l’ultima estate tra i tuoi monti, hai trovato la strada per lasciare questa vita.
    Sei stata quercia e sollievo. Radice e medicina. Sei stata madre coraggio, anche quando tre dei tuoi figli ti hanno preceduta in questo viaggio. Sei stata la dolcezza di quando ero bambina e mi chiamavi pittro o ciciólo, e preparavi sulla stufa a fuoco lento la polenta più buona che mangerò mai.
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  • A mio padre

    On: 3 Giugno 2013
    In: lettera
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    mio padre e mio figlioL’uomo della mia vita numero uno mi ama da prima che nascessi. Mi ha curata dentro la sua testa prima che avessi un corpo e un volto, come fa un bravo giardiniere con un fiore prezioso.
    Forse per questo ha scelto per me un nome che fa pensare a un fiore.
    L’uomo della mia vita è lì da sempre, con la sua barba folta e le braccia nodose. Con i suoi pensieri veloci e la battuta pronta, il senso di giustizia sempre acceso e l’istinto alla lotta.
    Braccia da operaio, mani da falegname e cuore rivoluzionario.
    Mani che hanno aggiustato biciclette e bambole, costruito mobili, curato ginocchia sbucciate e tolto spine, spianato ostacoli, assemblato presepi a natale, asciugato lacrime, sfogliato libri, fabbricato giocattoli.

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