Anche la quotidianità ha bisogno di decluttering, per usare una parola che va di moda adesso.
Dopo aver dimezzato armadi strabordanti minigonne poco indicate sopra i sedici anni e maglioni così sformati che non si userebbero nemmeno per stare in cucina il giorno che si rompe il riscaldamento; dopo aver ripulito le dispense da marmellate cristallizzate del pleistocene e avanzi di farine di grano saraceno del secolo in cui veniva macinato a braccia; dopo aver liberato le ceste dei giochi dei bambini -quasi pronti per le scuole elementari- dei sonaglini che masticavano prima dei denti da latte, allora sei pronto per quello che è necessario sul serio: per fare spazio dentro la tua testa e le tue giornate.
E per me, l’autunno, è il periodo adatto da sempre.
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Dopo aver dimezzato armadi strabordanti minigonne poco indicate sopra i sedici anni e maglioni così sformati che non si userebbero nemmeno per stare in cucina il giorno che si rompe il riscaldamento; dopo aver ripulito le dispense da marmellate cristallizzate del pleistocene e avanzi di farine di grano saraceno del secolo in cui veniva macinato a braccia; dopo aver liberato le ceste dei giochi dei bambini -quasi pronti per le scuole elementari- dei sonaglini che masticavano prima dei denti da latte, allora sei pronto per quello che è necessario sul serio: per fare spazio dentro la tua testa e le tue giornate.
E per me, l’autunno, è il periodo adatto da sempre.