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Lezioni di viaggio #3 – Del gusto, della gentilezza e della lentezza
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L’alba a Demnate
Svegliarsi e attraversare una città straniera a ridosso dell’alba è comunque e sempre un’emozione.
E sta tutta lì, in quel primo caffè consumato in piedi contro il bancone, mentre fuori il cielo comincia a schiarire a est, oltre le mura ocra e centenarie della kasbah.Dalla piazza di spandono grida, arrotate da folate di vento caldo, insieme a odore di frutta, insieme a odore di brace, insieme a odore di mimosa. Fiorita e piena in novembre.
Uomini si radunano con lunghi bastoni, in attesa del furgone che li carichi per andare a lavoro, a battere gli ulivi. Per la strada s’affacciano donne con la tunica e il velo, sfrecciano taxi come auto della polizia. In alto, enormi nidi di cicogne accovacciati sulle cime dei minareti. Nessuno straniero in giro, né quel mattino né i giorni a venire: solo gente del posto disabituata alle mode d’oltremare.