Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Gita per due

cieloErano passati più di due anni dall’ultima volta che mi ero allontanata da casa senza i nani. Ovvero, non era più accaduto da dopo la loro nascita. Invece la settimana scorsa Federico e io abbiamo piazzato i bimbi uno per nucleo di nonni e siamo fuggiti in montagna per ben 3 giorni e 2 notti.
Non è stato facile come avrei pensato, salutare i pupi. Soprattutto quando abbiamo lasciato Lemuele all’asilo con un broncio accusatore e le lapidarie parole “Meme triste perché mamma va via”. Con una faccia da bimbo abbandonato, tradito e vessato fin dal primo vagito.
Il furbetto.
riva valdobbio
riva valdobbio

b&b tre alberi liberiPoi però mi sono resa conto, forse con un briciolo di sano egoismo, che è stato un tempo (peraltro breve) che ha arricchito tutti. I bimbi hanno cominciato a rendersi conto che papà e mamma qualche (rarissima) volta si allontanano e loro se la cavano benissimo lo stesso.
Mamma e papà, d’altro canto, si sono ricordati com’era la vita quando si poteva:

  • uscire perché se ne ha voglia
  • scolarsi un paio di drink senza timore di barcollare spiaccicando in terra il pupo stretto al collo stile koala
  • fare colazione leggendo un giornale per intero e non solo qualche fortuito titolo random
  • andare a sciare – pure con febbre e influenza riducendosi uno straccio, dopo essersi autoconvinti che ciò che non stronca fortifica (ma questo è un altro discorso)
  • rilassarsi nella sauna godendosi un silenzio surreale
  • mangiare quando si ha fame senza recite e siparietti per convincere persone mignon ad aprire la bocca e a non risputarti tutto addosso e sulle pareti
  • parlare di cose diverse da pappe, tossi, pediatri e altre facezie
  • dormire al bisogno (ma davvero si può? Io non ricordavo esistesse un mondo in cui quando si ha sonno semplicemente su chiudono gli occhi!).
palline di natale

bottigliemontagne dall'abbainoQuindi: è sta stato bello.
Poi però: abbiamo rinunciato a mezza giornata di vacanza per arrivare in tempo per fare una sorpresa a Lemuele andando a prenderlo all’asilo. Salendo le scale della sua scuola ero quasi emozionata, una senzazione inedita, un desiderio di vedere il suo musetto e sentire il suo profumo che non poteva più aspettare.
Tornata a casa ero in trepidante attesa che mio padre arrivase da noi con Eliandro, per stringere il mio paffuto nanetto, per vedere quelle faccette buffe che per due giorni avevo continuato a evocare nella mente.
Io che non ho MAI -e sottolineo MAI- avuto voglia di rientrare da un viaggio o una vacanza, per la prima volta avevo un ottimo motivo per tornare a casa.
Il mio cuore in briciole e burro non faceva che battere forte pensando a quei due monelli che ormai hanno conquistato ogni centimetro di me.

Il finale è più prosaico: Eliandro ha dimostrato chiaramente che avrebbe gradito passare altro tempo con il nonno (suo conclamato supereroe) e Lemuele ha affermato, teatralmente e spietatamente: no bacio a mamma, cattiva. Mamma è andata via, solo papà bravo.

Ecco.
Ora, di essere in netta minoranza mi era chiaro, ma di vivere in una famiglia così smaccatamente maschilista non mi ero ancora accorta.
Per un attimo, mentre uno dei miei figli si sbaciucchiava il padre e l’altro inseguiva caparbio il nonno mi sono chiesta: ma perché SOLO tre giorni in montagna?

Il jolly è: equilibrio. Questo sconosciuto. E la capacità di godersi fino in fondo partenze e ritorni

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