Qualche tempo fa Federico mi coglie in contropiede chiedendomi “Perché non facciamo l’orto?”. Il mio primo pensiero (quantomai azzeccato) è stato che tra pupi, animali e altri simili svaghi ci mancava giusto la verdura fai da te.
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Quel mazzolin di sedani
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Post sul post partum n° 2
Dicevamo di come ci si sente nel primo periodo dopo il lieto evento. In sunto: si è stanche, ma stanche è un eufemismo. Fuori forma, anche, perché nella migliore delle ipotesi nelle ultime settimane prima del parto sarai riuscita a malapena a trascinarti da un divano a un letto (ginnastica base), a fare qualche passeggiata stile pensionato ottuagenario (non per tutti), e a piegarti quanto basta per allacciare le scarpe (sport estremo).
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Non avrai voglia di ricevere la visita -magari pure a sorpresa- della cugina dell’amica di tua zia, che in condizioni di normalità non ti avrebbe salutata per strada, ma trova sia una splendida idea venire a fare un salutino al pupo (che ha 2 giorni di vita) ora che tu sei in pigiama, ma sporco, con le occhiaie tatuate e spettinata come se fossi appena uscita dalla galleria del vento. E con il desiderio di socializzare di una cavia con il suo vivisezionatore. (altro…) -
Post sul post partum n° 1
Son così numerose, le gioie del post partum, che a volerle elencare non si sa da che parte cominciare. Qualunque tipo di parto tu abbia avuto, subito dopo (e il subito non finisce proprio in un batter d’occhio) sei una donna disfatta. Chi più chi meno, questione di nuance.
Dimentichiamo per un attimo la poesia di essere finalmente mamma, e concentriamoci spietatamente su ciò che resta di un essere umano dopo esser stato attraversato da un altro essere umano, dolce e bellissimo, ma non innocuo e minuscolo come sembra una volta adagiato nella sua culletta. (altro…)
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Quello che i numeri non dicono
Eccolo qua, lo sento questo numero 37 che mi si arrampica addosso, è arrivato silenzioso, in punta di piedi, un passo dietro l’altro per non farsi notare. Eccolo, è approdato, è il suo momento di farsi festeggiare, ora è sulle mie spalle e ne vede di cose da lì.
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Perché ce ne sono state, di cose, dal 18 aprile del 1975 ad oggi. Così tante che a ripensare indietro ripesco giorni che mi sembrano di una vita non mia. Mi sembrano pezzi di altre storie, con protagonisti diversi. Attori che quasi non riconosco, mode e momenti che non mi pare di aver vissuto, parole che mi sembra impossibile aver detto, sensazioni che ormai sono addormentate sotto la pelle. -
Extreme shopping
Andar per negozi con pupo a seguito, parliamone.
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L’altro giorno, armata di tanto buon umore e qualche (magro) risparmio, dopo aver sistemato Lemuele dai nonni, sono partita con una volenterosissima amica e con Eliandro alla volta di un noto outlet piemontese. Già nutrivo qualche dubbio sul fatto di ricordare COME SI FA a spendere soldi in abiti e accessori per me. Sì, perché dopo circa due anni -24 mesi- di gravidanze e post partum con allattamento, ho perso l’abitudine a indossare qualcosa che non sembrasse l’accappatoio di barbapapà. -
Mamme coraggiose (il primo vaccino non si scorda mai)
La scorsa settimana ho portato Eliandro a fare il primo vaccino. Ci sono andata tranquilla come una pasqua, visto che con il fratello maggiore non c’era stato nessun problema, tutto liscio come l’olio. E questo dopo una serie di ansie da neofita che manco l’avessero operato a cuore aperto.
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Mamme si impara (spero)
Dicono che quel che conta non è la meta, ma il viaggio. Dicono che comunque sempre il cambiamento porta buono. E io ci credo.
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Mi piace tuffarmi nelle novità, la mia testa ha bisogno di stare in fermento per la maggior parte del tempo, di macinare idee (anche usate), di correre dietro a qualcosa, insomma.
E ora come ora, ne ho di cose a cui stare dietro. Che poi in realtà quelle principali sono solo due, ma fanno per duecento: i miei pupi, 16 mesi il primogenito, 3 il secondo.