Il furbetto.
Poi però mi sono resa conto, forse con un briciolo di sano egoismo, che è stato un tempo (peraltro breve) che ha arricchito tutti. I bimbi hanno cominciato a rendersi conto che papà e mamma qualche (rarissima) volta si allontanano e loro se la cavano benissimo lo stesso.
Mamma e papà, d’altro canto, si sono ricordati com’era la vita quando si poteva:
- uscire perché se ne ha voglia
- scolarsi un paio di drink senza timore di barcollare spiaccicando in terra il pupo stretto al collo stile koala
- fare colazione leggendo un giornale per intero e non solo qualche fortuito titolo random
- andare a sciare – pure con febbre e influenza riducendosi uno straccio, dopo essersi autoconvinti che ciò che non stronca fortifica (ma questo è un altro discorso)
- rilassarsi nella sauna godendosi un silenzio surreale
- mangiare quando si ha fame senza recite e siparietti per convincere persone mignon ad aprire la bocca e a non risputarti tutto addosso e sulle pareti
- parlare di cose diverse da pappe, tossi, pediatri e altre facezie
- dormire al bisogno (ma davvero si può? Io non ricordavo esistesse un mondo in cui quando si ha sonno semplicemente su chiudono gli occhi!).
Quindi: è sta stato bello.
Poi però: abbiamo rinunciato a mezza giornata di vacanza per arrivare in tempo per fare una sorpresa a Lemuele andando a prenderlo all’asilo. Salendo le scale della sua scuola ero quasi emozionata, una senzazione inedita, un desiderio di vedere il suo musetto e sentire il suo profumo che non poteva più aspettare.
Tornata a casa ero in trepidante attesa che mio padre arrivase da noi con Eliandro, per stringere il mio paffuto nanetto, per vedere quelle faccette buffe che per due giorni avevo continuato a evocare nella mente.
Io che non ho MAI -e sottolineo MAI- avuto voglia di rientrare da un viaggio o una vacanza, per la prima volta avevo un ottimo motivo per tornare a casa.
Il mio cuore in briciole e burro non faceva che battere forte pensando a quei due monelli che ormai hanno conquistato ogni centimetro di me.
Il finale è più prosaico: Eliandro ha dimostrato chiaramente che avrebbe gradito passare altro tempo con il nonno (suo conclamato supereroe) e Lemuele ha affermato, teatralmente e spietatamente: no bacio a mamma, cattiva. Mamma è andata via, solo papà bravo.
Per un attimo, mentre uno dei miei figli si sbaciucchiava il padre e l’altro inseguiva caparbio il nonno mi sono chiesta: ma perché SOLO tre giorni in montagna?
Il jolly è: equilibrio. Questo sconosciuto. E la capacità di godersi fino in fondo partenze e ritorni
Bravissimi!!! Avete fatto bene!! e siete anche stati fortunati….noi saremmo dovuti partire il prossimo weekend…e poi….Pallottolino si è ammalato (febbre a 40°)…ed io anche se guarisse non me la sento di lasciarlo. Soprattutto non me la sento per i nonni che gia questa settimana ci stanno dando una gran mano!!!
E quindi aihime…..weekend in una spa….rimandato!!!
e comunque secondo me non c’è niente di più bello che regalarsi una serata a due, una bella cene in cui si può parlare di tutto e di niente, ridere, confrontarsi, coccolarsi, un buon bicchiere di vino (anche più di uno eh!!) e poi perché no…continuare la serata…perchè sai che la mattina dopo puoi alzarti con calma!!!
Tutto questo secondo me fa benissimo alla coppia e all’individuo….quindi braviiiii!!!!!
The Real Person!
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no, ma che sfortuna, rimettete subito l’appuntamento in calendario, non appena il pupo sarà guarito!
sì, il tempo è prezioso, sempre. quello per sè e per la coppia non meno di quello per i figli. il problema è che ci vorrebbero mesi di almeno una quarantina di giorni…tutti da spendere in attività ludico-ricreative! proponiamo la riforma?;)
Ahahhaha!!! Questi uomini ingrati! Sei dolcissima, mi piace tantissimo questo pezzo e rendi come sempre tutto molto delicato, anche le cose più faticose e difficili. Un abbraccio, bravaaaaaaa!!!
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ingrati è la parola giusta, proprio quella che cercavo!;) (grazie mia cara)
Vedi? Noi stiamo lì a rovinarci la vacanza pensando a quei frugoletti profumati che abbiamo lasciato a casa, e loro? Vivono serenamente le loro giornate!
Io l’ho imparato la prima volta che l’ho lasciato. Aveva un paio d’anni ed io me ne sono andata a Chicago (mio marito è assistente di volo). Appena toccata terra statunitense, mi è stato comunicato che aveva 39 di febbre (quell’influenza A di qualche anno fa). Tornata con il primo volo? No, sono rimasta. Un team di nonni, pediatre ed amiche si sono ‘smaltite’ l’influenza ed io mi sono goduta la vacanza riuscendo a non angustiarmi troppo. Non so come ho fatto, ma l’ho fatto!!! 😉
E lui? Felice di essere stato nel letto della nonna!
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benfatto! io sono convinta che la gran parte delle ansie che abbiamo noi genitori coi pupi (e forse più le mamme che i papà) siano dettate da inutili quanto dannosi sensi di colpa. che dite… si organizza una vacanza per sole mamme?;) grazie, un bacio
Io ci sto!!! 😉
FIOLY CARA…STUPENDAMENTE…..MERAVIGLIOSO ….!!!!!UN ABBRACCIOOO!MI RACCOMANDO NON MOLLARE QUESTO DONO CHE AI!!!
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sei un tesoro, grazie. a presto
Bello bello bello questo post, soprattutto la prima parte!!!
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grazie. ma questo post sarebbe bello davvero se sapessi fare delle foto belle la metà delle tue! un abbraccio!