Ci sono quelle giornate un po’ così, che già dal momento in cui apri gli occhi vorresti soltanto girarti dall’altra parte e sprofondare la testa sotto il piumone (anche in estate, peraltro). Quei giorni che sarà l’inedia, sarà la routine, sarà la stanchezza. Ma che proprio la sola cosa che ti viene in mente è la canzone di Marco Masini: malinconoia. Il che la dice lunga, sul tuo stato di salute mentale.
Ecco, che fare quando succede? La sveglia è impietosa, che si tratti di aggeggio meccanico (e a poco serve edulcorarsi la pillola con canzoncine o la tua radio preferita – meglio a quel punto un gracchiare secco ma sincero) sia che si tratti dei tuoi bimbi che si tuffano (o strisciano) nel lettone e cominciano CON DOLCEZZA a tirarti i capelli e SUSSURRARE nelle tue orecchie. Niente, la giornata va affrontata, meglio prenderla di petto.
Certi giorni, però, proprio è un’agonia. Allora per quel che mi riguarda c’è un rimedio. Voglio dire, ce ne sarebbero a valanghe, ma ben pochi che non prevedano enorme dispendio di tempo e denaro. Il mio rimedio economico ed efficace è: un pomeriggio e/o serata con le amiche.
Ma le amiche quelle che sai che ti strappano una grassa risata anche quando proprio non è cosa. Quelle che non devi stare a pensare a cosa dire, a come comportarti, a cosa raccontare. Anzi, con loro anche stare in silenzio va bene, se ti va.
Che poi, quando mai si sta zitte? Di solito è tutto un cicaleccio, un raccontarsi le ultime sfighe, gli entusiasmi, gli ultimi amori. Da un po’ di tempo a questa parte anche i progressi dei figli vanno per la maggiore. Che poi c’è sempre l’amica senza famiglia, allora per non tediarla all’eccesso, aspetti che si alzi per andare in bagno per affrontare i temi tenuti da parte: ma il tuo Pierino la mangia la verza? Ma lo sai che Ginetto ha imparato a fare il verso della mucca tibetana ? E Carolina, invece, come se la cava con gli scalini?
Poi torna l’amica single e cambia il registro: sì, il nuovo buttafuori dei Murazzi non è niente male, in effetti (questo potevo dirlo 5 anni fa. Ora, per quel che ne so, i Murazzi potrebbero essere affondati); è vero, il postino sta meglio coi capelli corti; certo, secondo me fai bene a non rispondere più ai suoi sms.
Che poi, a dirla tutta, io come consulente matrimoniale sono credibile quanto Antonio Banderas che farcisce i cornetti del Mulino Bianco. La mia unica ricetta in questioni di cuore è: sii la goccia che scava la pietra. Inutile mentire, verrei smascherata in un battito di ciglia. Quelle (rarissi-missime) volte che mi sono innamorata, li ho presi per sfinimento, i miei fidanzati. O me o il tormento, è il mio motto.
Che poi, a dirla tutta, io come consulente matrimoniale sono credibile quanto Antonio Banderas che farcisce i cornetti del Mulino Bianco. La mia unica ricetta in questioni di cuore è: sii la goccia che scava la pietra. Inutile mentire, verrei smascherata in un battito di ciglia. Quelle (rarissi-missime) volte che mi sono innamorata, li ho presi per sfinimento, i miei fidanzati. O me o il tormento, è il mio motto.
Ma chiudiamo questa personale parentesi per tornare alla chiacchiera con l’amica. Quella sì, che rigenera. Ti racconti la rava e la fava e ti sembra che il tempo non basti mai, così saltelli a un discorso all’altro da far impallidire un acrobata da circo. Temi seri, profondi, roba da ridere. E poi, certo, non può mancare il momento di taglio dei colletti, come si dice da noi.
Perché io non credo che il pettegolezzo sia soltanto femmina, ma è certo che noi donne ci sappiamo fare. Basta un cenno, una frase buttata lì, con abile mossa, in mezzo a un discorso impegnato. Del tipo: Ma a proposito di scarpe scomode… E lì è un attimo, uno sguardo alle amiche che si accendono di diabolici sorrisi. Bastava proprio dare il la per allestire tutto un coro di smorfie di disgusto per quei trampoli volgari e fuori luogo che indossava la vicina di casa a quel matrimonio. Poi certo, con quel vestito…
Perché io non credo che il pettegolezzo sia soltanto femmina, ma è certo che noi donne ci sappiamo fare. Basta un cenno, una frase buttata lì, con abile mossa, in mezzo a un discorso impegnato. Del tipo: Ma a proposito di scarpe scomode… E lì è un attimo, uno sguardo alle amiche che si accendono di diabolici sorrisi. Bastava proprio dare il la per allestire tutto un coro di smorfie di disgusto per quei trampoli volgari e fuori luogo che indossava la vicina di casa a quel matrimonio. Poi certo, con quel vestito…
E via, il meccanismo è innescato, l’ironia liberatoria e pungente ci ha già salvato la giornata, il pettegolezzo scivola giù come la classica biglia sul classico piano inclinato.
È antipatico, è sleale, è da oche immature, però dai, diciamocelo: ogni tanto ce n’è un gran bisogno! Che poi lo si fa mica per cattiveria, no, solo per allenare la battuta, per mettere da parte la litigata col capo, la crisi, la jella e chipiùnehanemetta.
Solo per farsi quelle sane e fragorose risate di pancia con quelle donne speciali che ti aggiustano la vita.
È antipatico, è sleale, è da oche immature, però dai, diciamocelo: ogni tanto ce n’è un gran bisogno! Che poi lo si fa mica per cattiveria, no, solo per allenare la battuta, per mettere da parte la litigata col capo, la crisi, la jella e chipiùnehanemetta.
Solo per farsi quelle sane e fragorose risate di pancia con quelle donne speciali che ti aggiustano la vita.
Il jolly è: non prozac ma incontri tra amiche
PS le scarpe nella foto sono di un’amica e sono bellissime, ma non disponevo di altre immagini a corredo del post. Per la serie: ci s’arrabatta
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