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L’arcano (e Sehnsucht)
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Schiaccia “pause”. A Folgaria
Premio ritirato: lo scorso fine settimana, gita di gruppo a Folgaria, in Trentino.
La partenza, per la verità, non lasciava presagire nulla di buono: siamo quasi entrati nel guinness dei primati impiegando circa 10 ore per percorrere 400 chilometri. Autostrada deviata e coda, non se ne usciva. Non scenderò in dettagli raccapriccianti, vi basti pensare ai due monelli immobilizzati nei loro seggiolini nel pomeriggio più torrido dell’estate. Ecco.Poi, però, siamo stati ampiamente ripagati della fatica: dopo un sonno rigenerante siamo partiti alla scoperta di quel posto da cartolina.Read More -
Mappa in mano e pedalare. A Copenaghen
Sono stati tre giorni pieni, intensi, in una città nuova di zecca e piena di stimoli come Copenaghen. Nordica, ariosa, colorata, caratteristica, invitante.
Siamo partiti di notte come ladri, Federico e io, la scorsa settimana, senza l’entusiasmo che precede il viaggio, un po’ per via del debito di sonno, ma soprattutto all’idea di lasciare i bambini. Sì, perché forse l’ho già detto, ma ogni volta ho la conferma: quando hai figli diventi loro schiavo. In presenza e in assenza, è un fatto. -
Regalo di compleanno con rapimento
La regola è: ogni occasione è buona. Per una che, come me, in un ‘altra vita è stata certamente nomade, nessuna occasione di viaggio viene sprecata. Fosse pure una gitarella veloce nel paese dietro la collina.Read More
Così, quando a febbraio Federico ha compiuto 40 anni, il regalo l’ho fatto anche a me (del resto, se una coppia deve dividere la cattiva sorte, a maggior ragione dovrà farlo con la buona, no?). E ho prenotato un pacchetto in offerta, volo più hotel. -
Metti due pescetti nell’acquario
Una domenica al mese: con Federico abbiamo deciso di concederci almeno questo, visto che lui il fine settimana lavora. Una domenica al mese da passare insieme, noi due e i bambini. Non è molto, ma è un buon inizio – mi ha assicurato il mio trainer di bicchieremezzopienismo.
Così la nostra giornata d’aria dinovembremarzo l’abbiamo trascorsa a Genova, all’acquario. -
Istanbul e le notti in terrazza al canto del Muezzin
Istanbul, agosto 2008. In viaggio: io, mia sorella, due amici di infanzia.
Sono stati dieci giorni buttati lì quasi per caso, una manciata di coriandoli sparsi su un anno difficile, di cambiamenti.
Ci siamo portati dietro, tutti e quattro, un qualche tormento sentimentale al guinzaglio (ma lungo): chi una donna in fuga, chi una storia che svapora ma ancora graffia come un gatto arrabbiato, chi l’ultimo capitolo di un libro che non si vuole chiudere, chi un nuovo amore, fragile come un bocciolo di stella alpina. -
Gita per due
Read MoreErano passati più di due anni dall’ultima volta che mi ero allontanata da casa senza i nani. Ovvero, non era più accaduto da dopo la loro nascita. Invece la settimana scorsa Federico e io abbiamo piazzato i bimbi uno per nucleo di nonni e siamo fuggiti in montagna per ben 3 giorni e 2 notti.
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Avventura nel Paese dei balocchi
In times like these
in times like thosewhat will be will be*Germania del nord, Colonia, notti lunghe con cieli spumosi come il latte macchiato che fanno qui, costruzioni moderne di vetro e acciaio che si incastrano tra le enormi cattedrali slanciate verso l’infinito, di pietre vecchie e grandi vetrate.Read More -
Prima di partire per un (breve) viaggio
Read MoreQuando devi partire per un viaggio non importa che sia di due giorni o due mesi, conta che per un numero imprecisato di ore abdicherai da tutte le tue abitudini.
Non importa quanta strada farai e con quale mezzo -auto, barca, aereo, bici, risciò – importa che devi preparare una valigia o qualcosa che gli somigli e che dormirai in un letto che non è il tuo. -
Gli elementi dei miei viaggi (post visionario)
Read MoreTERRA – Marocco
Chilometri di terra. Dopo chilometri di terra. Dopo chilometri di terra.
Terra declinata in sabbia, in fango, in melma, in case, in argilla, in sassi.
Terra declinata in terra.
Riarsa dal sole e raggrinzita come la pelle di un vecchio contadino, come le mani legnose di un artigiano di mille anni.
Terra che non ha nome in questo luogo di nessuno che non trova posto in nessuna mappa, che si stende al confine del nulla nel deserto marocchino.
Solo di tanto in tanto, un miraggio di cammelli all’orizzonte, poi una macchia di colore: terra declinata in ceramica. Colorata come un carnevale. Fatta dalle mani sagge di artigiani che, sicuro, sono qui da sempre.
È bella questa fetta di mondo. Fatta di terra da calpestare a piedi nudi.